Bregagno Skyrace, runners nella nebbia

La vittoria va a De Gasperi, tra le donne vince la sua compagna Elisa Desco

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Bregagno Skyrace, runners nella nebbia - foto 1

Siamo in pochi a tentare la "doppietta" Valtellina Vertical Tube-Bregagno Skyrace ma i fine settimana completamente liberi da impegni professionali e incombenze di altro tipo sono rari, quindi meglio approfittare dell'opportunità di correre due gare nell'arco di ventiquattr'ore: molto diverse tra di loro, per non dire opposte. E poi, per dirla con John Muir, il naturalista scozzese fondatore del Sierra Club: The Mountains Are Calling And I Must Go.

Al richiamo della montagna non si resiste. Eccoci quindi pronti al ritrovo di Pianello del Lario per la terza edizione della Bregagno Skyrace, assieme ad altri duecento runners, circa il quadruplo rispetto all'anno scorso, a conferma della crescita di questa prova. Pochi di noi (una manciata, non di più) sono appunto reduci dal "chilometro più duro al mondo", andato in scena il giorno prima a Montagna in Valtellina. Neanche i diciotto nel menu di giornata sono però uno scherzo. Anche perché il meteo non è propriamente favorevole.

Dopo una pre-partenza che ci porta a compiere un breve anello di riscaldamento, ripassiamo sotto l'arco del via e i top runners allungano subito il passo sul lungolago che conduce fino a Musso, dove inizia la sezione più dura dell'intero itinerario: buona parte dei milleduecento metri di dislivello "annunciati" sono concentrati nel tratto che porta fino alla chiesetta di San Bernardo: prima su mulattiera, quindi nel bosco, infine inerpicandosi su brevi tratti di roccette del Sasso di Musso che fanno davvero respirare aria di alta montagna. Spostata una prima volta da ottobre a settembre, la Bregagno Skyrace quest'anno è stata anticipata ai primi di aprile ma le condizioni che incontriamo sono parecchio autunnali: la pioggia ci raggiungerà solo nel finale ma freddo e vento si fanno sentire molto presto e nella parte più alta del percorso si entra nella nebbia e si calpesta un po' di neve e qualche placca di ghiaccio, con il Soccorso Alpino a fare assistenza in un breve tratto piuttosto insidioso. Peccato che, a differenza delle prime due edizioni, questa volta non si raggiunga più l'ampia vetta del Bregagno (2107 metri di quota). Sarebbero tra l'altro serviti i ramponcini, perché dal 1800 metri in su il manto di neve fresca caduta nei giorni scorsi lo avrebbe richiesto (per inciso, questo è anche un appello agli organizzatori a prendere in considerazione l'ipotesi di ripristinare il vecchio giro da venticinque chilometri …).

Il finale è tutto un'accelerazione in discesa verso gli ultimi due chilometri di nuovo sul lungolago: da fare a tutta, per chi ne ha ancora … Un'ora e 41 minuti bastano a Marco De Gasperi (che il giorno prima ho incrociato alla Vertical Tube in veste di cameraman di lusso lungo la condotta) per portare a termine da vincitore la Bregagno Skyrace, praticamente in volata su Gabriele Bacchion. I due hanno fatto il vuoto, perché per completare il podio bisogna attendere quasi cinque minuti l'arrivo sulla linea del traguardo di Emanuele Manzi che però nemmeno ventiquattro ore prima a Montagna si è diviso tra i suoi compiti di organizzatore del Vertical Tube e l'impegno agonistico nello stesso, portato ugualmente a termine sul terzo gradino del podio. A vincere (non ufficialmente …) la "combinata" Tube-Bregagno è però senza ombra di dubbio Elisa Sortini. Vincitrice assoluta della classifica femminile nel “chilometro più duro al mondo”, la campionessa di Talamona mette a segno un ottimo secondo posto a Pianello Lario, a soli cinquantasei secondi dalla vincitrice Elisa Desco (prima in un'ora 57 minuti e 40 secondi), compagna nella vita di De Gasperi: per la coppia skyrunning più forte d'Italia e non solo, altri trofei da allineare fianco a fianco nella bacheca di casa …!

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