TRAILRUNNING

A fil di cielo da Lecco a Esino Lario: cavalcando le Grigne.... vista lago: vincono Rostagno e Michielli

L’itinerario, la gara, le prospettive: passato, presente e futuro di una prova destinata a diventare una classica della corsa sui sentieri.

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Un trail, anzi un Gran Trail che va ben oltre le migliori intenzioni dei suoi ideatori e strizza l’occhio alla skymarathon. Come lo scorso weekend hanno avuto modo di provare sulla propria pelle (e sui propri muscoli, e sui propri polmoni…) i centocinquanta iscritti a UTLAC40 Gran Trail (appunto!) delle Grigne, con partenza da Lecco ed arrivo ad Esino Lario, risalendo prima la Grigna Meridonale (la popolare “Grignetta”) e poi quella Settentrionale (l’impegnativo “Grignone”).

IL PERCORSO (UN ITINERARIO DI PURA SUGGESTIONE)

Andata in scena ai primi di ottobre del 2019, l’edizione “zero” dell’evento aveva già offerto ad un ristretto numero di trailrunners (o meglio di test runners) la possibilità di correre su invito e di fare da… cavie lungo un itinerario di grande impegno ed altrettanta soddisfazione. Tra i collaudatori di quella prima versione del percorso c’eravamo anche noi e così – dopo il rinvio dello scorso autunno causa pesante maltempo, che aveva vanificato la “finestra” tardoestiva dell’emergenza sanitaria – non abbiamo voluto mancare alla prima edizione ufficiale della prova, nella sua nuova collocazione alle porte dell’estate. Rispetto alla prova generale di ventuno mesi fa, gli organizzatori hanno ulteriormente alzato l’asticella, proponendo un percorso modificato (ed appunto ancora più impegnativo) nel suo tratto iniziale: quello che da Lecco porta al panoramico Rifugio Rosalba, sulla spalla della Grignetta, alla base della Cresta Segantini. Non tanto per il via, spostato dalla centralissima Piazza Garibaldi al più appartato Piazzale dei Cappuccini, quanto appunto per l’introduzione di un nuovo itinerario dal capoluogo lariano al Rosalba.

 

Non più lungo la Val Calolden ed i Piani Resinelli, bensì lungo una variante più completa e suggestiva che – lasciato quasi subito l’asfalto cittadino – ha imboccato il Sentiero del Viandante per una prima sezione di percorso a base di saliscendi (a tratti in single track) della lunghezza di sei chilometri circa, comprensiva di “scavalcamento” - a suo modo suggestivo- di una delle galleria della SS36, passaggio nella parte più alta di Abbadia Lariana e poi, dopo avere di nuovo attraversato la superstrada - questa volta su cavalcavia - a Mandello del Lario il deciso cambio di rotta (verso est) e di pendenza all’altezza della chiesetta di San Giorgio per affrontare il tratto “only up” verso il Rosalba. Un avvio relativamente soft e veloce quindi, alternando sentiero ed asfalto, prima di affrontare una vera e propria sfida nella sfida: un vertical... bello e buono all’interno al Gran Trail. Non l’unico peraltro di una prova che ha proprio nella varietà del suo itinerario uno dei suoi punti di forza: con cambio di… disciplina in corsa (vertical, trail sky, tratti tecnici ed alpinistici) e, ad ogni “cambio d’assetto”, un nuovo scenario che si apre davanti agli occhi!

Risalite le ripidissime pendici boscose sotto le pareti dello Zucco di Portorella la pendenza si attenua, il sentiero in cresta “risolve” (aggirandoli) gli isolati torrioni rocciosi più occidentali della Grignetta e conduce finalmente ai 1730 del Rifugio Rosalba (circa 1500 metri di dislivello coperti), vera e propria porta d’ingresso” agli itinerari escursionistici più impegnativi ed a quelli alpinistici veri e propri della montagna, nonché primo snodo del Gran Trail delle Grigne. Da qui infatti si entra in un ambiente selvaggio, roccioso ed "aereo"che, raggiunto il crocevia del Colle Valsecchi, introduce all’impegnativo “traverso” in direzione del fondo della solitaria Val Scarettone. Qui conviene rinfoderare i bastoncini (così utili nella vertical appena superata) per avere le mani libere nei passaggi lungo la via ferrata. Mai davvero difficile ma nemmeno banale: insomma, da non prendere sottogamba per approdare in sicurezza ai tornanti del più tranquillo sentiero di avvicinamento all’ultimo tratto “sky” lungo le catene che - a forza di braccia - aiutano a risalire il breve canalino di Bocchetta del Giardino.

Qui il panorama cambia di nuovo e più drasticamente, in direzione della Valsassina e della Grigna Settentrionale, la cui risalita inizia al Rifugio Antonietta al Pialeral, raggiunto dopo una lunga discesa ed un nuovo tratto di salita. Ed è stato proprio nella seconda sezione “vertical” (dai 1365 metri del Pialeral ai 2410 del Rifugio Brioschi, in vetta al Grignone) che la selezione si è fatta severa, anche per via del gran caldo, dell’ora centrale della giornata e del terreno di gara tutto allo scoperto, al di sopra della vegetazione fino al successivo Rifugio Bogani. Da raggiungere dopo aver disceso il versante occidentale della montagna, mettendo piede su terreno ancora abbondantemente innevato ed attrezzato con corde per afftontare i tratti più insidiosi. Poi solo più… la discesa lineare ma interminabile verso il traguardo di Esino Lario. Quello che i top runners hanno raggiunto poco prima delle tredici ma l’ultimo dei 139 finishers solo una ventina di minuti prima delle diciannove!

LA GARA ED I SUOI PROTAGONISTI (TUTTI QUANTI!)

A Lorenzo Rostagno, vincitore della prima edizione ufficiale di UTLAC40 Gran Trail delle Grigne, sono bastate cinque ore, venti minuti e 52 e secondi per coprire i 35 chilometri dell’itinerario e soprattutto i 3637 metri di dislivello positivo. Spuntandola - non proprio in volata, ma quasi – sull’esperto Luca Carrara (Team Salomon) che ha chiuso la prova con soli 24 secondi di ritardo dal vincitore. Il top runner bergamasco era tra l’altro passato al comando ai 2410 metri di quota del GPM del Rifugio Brioschi. Alle spalle dei primi due – che hanno davvero fatto il vuoto – l’esito della sfida per il terzo gradino del podio ha dato un tocco esotico (o meglio, internazionale) al GTG 2021, grazie allo slovacco Peter Volnar che – sebbene staccato di nove minuti e 43 secondi da Rostagno - è riuscito a tenersi alle spalle – dal quarto al sesto posto – Stefano Rinaldi, Giovanni Ruocco e Stefano Redaelli, quest’ultimo vincitore dell’edizione zero del 2019. Ed a proposito di due anni fa, la vincitrice della classifica femminile di allora - l’inossidabile Patrizia Pensa - deve questa volta accontentarsi del secondo posto (18esima assoluta) ma togliendosi la soddisfazione di precedere di due minuti e 48 secondi la top runner Francesca Canepa (Team Montane, 20esima assoluta), vincitrice nel 2018 del prestigioso UTMB (Ultra Trail du Mont-Blanc). Meglio di entrambe ha fatto però la cortinese Valentina Michielli che si è aggiudicata la vittoria con il finish time di sei ore, 25 minuti e 9 secondi (13esima della classifica assoluta!), staccando al traguardo di sedici minuti e 26 secondi la Pensa e di diciannove e 16 la campionessa valdostana. Dolomiti, Lombardia, Valle d'Aosta: l'intero arco alpino (e prealpino) rappresentato sul podio femminile del Gran Trail delle Grigne!

PROSPETTIVE E PROPOSTE (MESSAGGIO AGLI ORGANIZZATORI)

Buona la prima quindi, anzi… la seconda. Rispetto alla prova generale del 2019, l’introduzione della lunga cresta da Mandello del Lario al Rifugio Rosalba ha fatto la differenza e non tutti gli iscritti sono riusciti a passare indenni al cancello orario delle quattro ore e mezza dal via. Relativamente più semplice raggiungere (in sette ore e nonostante il tratto più tecnico) il secondo “taglio”: quello del Pialeral. A convincerci delle buone possibilità del Gran Trail di crescere ancora e di diventare una “classica” è – come detto - soprattutto la sua varietà: a livello di terreno “di gioco” e poi di scenario che cambia ogni due-tre ore al massimo, passando da quello “mediterraneo” del lungolago a quello alpino e quasi dolomitico delle Grigne. Un buon potenziale anche rispetto alla possibilità di attrarre concorrenti dall’estero. Si tratta solo di riuscire a dare alla prova una sua identità e specificità, senza però dimenticare che - nella sua attuale collocazione - il GTG può rappresentare un ottimo test per la Grigne Skymarathon “new edition” (ex Trofeo Scaccabarozzi, ora Trofeo Invernizzi) che si corre negli stessi luoghi - ma su un itinerario ancora più tecnico e ardito - ma agli... antipodi dell’estate rispetto ad UTLAC40, vale a dire a metà settembre.

 

Aggiungiamo alle nostre considerazioni un paio di proposte dirette al comitato organizzatore. La prima è un invito ad istituire un premio speciale all’autore del miglior tempo parziale sulla rampa vertical tra la chiesetta di San Giorgio ed il Rifugio Rosalba. La seconda è la possibilità di valutare una location finale più evocativa, runners’ friendly e logisticamente favorevole rispetto alla accogliente ma isolata Esino Lario, tra l’altro sede di partenza ed arrivo dell’impegnativa Esino Skyrace del mese di maggio. Non certo un rientro a Lecco comunque (lo spirito delle prova ne uscirebbe snaturato), tantomeno una discesa in Valsassina ma - questa la vera e suggestiva alternativa - un traguardo finale in riva al lago: da Varenna a Lierna oppure a Mandello, le possibilità non mancano. Il sempre graditissimo “terzo tempo” (prima o poi tornerà…) e le operazioni di rientro dei finishers alla base di Lecco ne trarrebbero grande giovamento ed nostro avviso l’evoluzione di una prova di questo genere passa anche da questo tipo di considerazioni.

 

In questo caso però la parte finale del percorso (dal Rifugio Bogani in avanti) andrebbe resa più accattivante, magari risalendo alla Bocchetta di Piancaformia e poi iniziando la discesa finale verso il lago dallo scenografico passaggio sotto l’arco di roccia della Porta di Prada. Il chilometraggio di questa variante (che  non escude a priori il passaggio ad Esino Lario - è il finale della Skyrace di maggio) supererebbe facilmente i quaranta chilometri e la “promozione” a skymarathon vera e propria - alla quale abbiamo accennato all’inizio - sarebbe cosa fatta!

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