Poteva essere solo l'effetto Mondiale, che si allunga sul campionato e ribassa prestazioni e condizione fisica. Invece c'è dell'altro, c'è l'eco di un'estate di rumors e l'avvicinarsi lento del mercato invernale. Milinkovic-Savic e la Lazio è una storia che si sta complicando, che lascia intravedere le prime fratture e urla di rabbia. La rabbia della Curva Nord biancoceleste, innanzitutto, delusa a dir poco dalle prestazione di Sms. Dicono che non è mai stato svogliato come adesso, eppure in questi lunghi mesi non c'è mai stata una sola dichiarazione fuori posto di Milinkovic. Anzi: si è seduto attorno a un tavolo con Lotito, e non era obbligato, e ha messo nero su bianco un prolungamento con clausola rescissoria annessa. Anche se su questa, da Roma, sono arrivate solo smentite.
Fatto sta che mentre il mercato è pronto a riaprire i battenti, monta la rabbia del popolo laziale. E, purtroppo, il fiume in piena è tracimato rompendo gli argini della decenza. Lo striscione è eloquente quanto ignorante: "Milinkovic zingaro". Così, come se bastasse un insulto a restituirgli forma fisica e quant'altro. Invece, semmai, non può far altro che portarlo lontano da Roma, creando tra l'altro un danno alla società che, pare ovvio, non vuole pensare a cederlo proprio nel momento più basso della sua vita in biancoceleste.
Milinkovic è stato nel mirino del Milan, di cui qualcuno parla ancora. Ed è in quello dell'Inter, perché Marotta lo voleva già portare alla Juve e figuriamoci se non ha traslocato fin sotto alla Madonnina questa idea meravigliosa di football. Il punto, però, è un altro: Lotito ha candidamente ammesso di aver rinunciato, negli ultimi giorni di mercato, a un'offerta per Sms di circa 150 milioni. La clausola, per quel che è dato sapere, sarebbe oggi di 100. Il valore del giocatore, però, complice anche la rottura con la Curva, sta andando in picchiata. Dicono: adesso non si venderebbe a più di 80 milioni. Sarà, e lo vedremo. Ma nel frattempo è chiaro che ogni pretendente proverà a sfruttare questo vuoto di passione tra Milinkovic, la Lazio e tutto il suo mondo. Attenzione, dunque, perché sarà un inverno caldo. C'è da giurarci.
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