LA PANCHINA

Sarri e l'ipotesi Bologna: "Allenerò altri 2-3 anni, poi penserò al mio territorio"

L'ex allenatore della Lazio dalla sua Figline Valdarno: "Senza quel no di Berlusconi non avrei mai allenato quel grande Napoli"

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Sarri e l'ipotesi Bologna: "Allenerò altri 2-3 anni, poi penserò al mio territorio" - foto 1
© Getty Images

È tempo di affetti e ricordi per Maurizio Sarri, ospite del circolo Arci di Matassino, un km dalla sua Figline Valdarno, per sostenere uno dei sei candidati sindaco. Dopo l'addio alla Lazio, l'ex allenatore di Napoli e Juventus potrebbe sostituire Thiago Motta sulla panchina del Bologna. "Il mio futuro? Ora vado a pranzo con i’ mi’babbo - ha tagliato corto - Fra 2-3 anni smetto e mi occuperò di aiutare il mio territorio e le persone che se lo meritano per quello che hanno fatto negli anni".

Il nome di Sarri è stato accostato al Bologna che rischia seriamente di perdere Thiago Motta, corteggiato dalla Juventus. Il club emiliano ha intrapreso un progetto basato sul bel gioco che intrigherebbe molto Sarri. La vicinanza da casa è un altro fattore a favore del Bologna, mentre un ostacolo potrebbe essere rappresentato dall'ingaggio, non meno di 3-4 milioni. Sarri in questo momento non pare avere fretta e aspetta le mosse di Thiago Motta e della società.

Intanto si gode la giornata tra i vecchi amici di una vita. “Sono ancorato a Figline, sono cresciuto in piazza. Poi ho giocato nelle giovanili del Figline e cinque anni in prima squadra. Devo rendere grazie a chi mi ha cresciuto, gli allenatori e tutti coloro che hanno fatto parte della mia carriera - ha spiegato ai microfoni di Gazzetta.it -. E oggi sono qui a prendere un caffè con il mio amico da sempre Valerio Pianigiani (uno dei candidati a sindaco, ndr). Così come nei giorni scorsi mi sono fermato a un allenamento degli Under 12 locali e ho visto il calcio vero. Sono tornato a casa con un senso di contentezza”. 

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Sarri elogia Arrigo Sacchi e torna sul mancato approdo al Milan. "Arrigo è uno dei pochi che ha cambiato il calcio. C’è un prima Sacchi e un dopo Sacchi nell’ultimo secolo. Se non fosse arrivato per me il no da parte di Berlusconi al Milan, non avrei mai allenato quel grande Napoli”.

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