LA PROVOCAZIONE

Presidente Balata, largo agli italiani: Serie B in campo quando non c’è la A...

Dal grande successo del boxing day nasce l'idea di... tornare al passato

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Presidente Balata, largo agli italiani: Serie B in campo quando non c’è la A... - foto 1
© Getty Images

Il boxing day della Serie B (per capirci: la giornata che si è disputata il giorno di Santo Stefano) è stato un successone. Sugli spalti e come visibilità per radio, tv e giornali. Superata quota 100mila spettatori negli stadi, 101.441 per l'esattezza, con il Ferraris di Genova e il Barbera di Palermo che hanno sfiorato le 23mila presenze. Ma la media si è alzata in tutti gli impianti, come ad esempio a Reggio Emilia dove si sono superati i diecimila al Città del Tricolore. I quasi 9mila di Brescia (dove hanno partecipato al botteghino anche i mille arrivati da Parma e dove mediamente siedono circa 6mila spettatori), dato quasi raggiunto a Cosenza che in questa speciale classifica precede la truppa dei 7mila di Terni, Ascoli e Spezia. Anche Lecco ha fatto un bel balzo in avanti: se la media al Rigamonti Ceppi è di circa 3500 spettatori, nel boxing day ne sono arrivati circa 4300. Tutto molto bello, per dirlo con l’amico Bruno Pizzul.

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Sarebbe però ancora più bello - e qui ci rivolgiamo direttamente al presidente della Lega Serie B, Mauro Balata - che la cadetteria tornasse... al passato. Ritornasse cioè a giocare quando la A riposa per le soste nazionali. Da qualche anno, infatti, la B si è pedissequamente allineata al massimo campionato per consentire ai tanti (troppi) stranieri di poter rispondere alle convocazioni delle rispettive nazionali.

Visibilità e opportunità. Tornare a proporre il campionato cadetto quando la A si ferma, oltre a garantire una miglior vetrina al prodotto, sarebbe anche e soprattutto un modo per penalizzare indirettamente chi, in B, punta troppo sugli stranieri. E, quindi, per valorizzare i tanti ragazzi italiani costretti a stare dietro le quinte. Non dimentichiamo che la Serie B è stata, ai tempi del Mundial 1982, la “culla” di ben 17 azzurri su 22: non ci hanno mai giocato soltanto Bergomi, Antognoni, Oriali e i due portieri di riserva Bordon e Giovanni Galli. E che anche nel 2006 la B ha contribuito ai trionfi della Nazionale di Lippi con gente come Del Piero (Padova), Pippo Inzaghi (Piacenza), Toni (Empoli e Treviso), Gattuso (Perugia), Pirlo (Brescia) e Perrotta (Reggina) che dalla cadetteria ha poi spiccato il volo verso il grande calcio.

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