Dura presa di posizione da parte di Fare: "Servono misure speciali"
Dura presa di posizione da parte dei gruppi internazionali contro il razzismo nel calcio, che hanno chiesto a Fifa e Uefa di predisporre "speciali misure" per l'Italia, dove intolleranza e discriminazione sono diventati "un grande problema". L'intervento di Fare - la rete di associazioni che combattono ogni forma di razzismo nel calcio europeo - segue quanto accaduto martedì sera a San Siro, dove Tiémoué Bakayoko e Franck Kessie sono stati presi di mira con insulti e ululati razzisti dai tifosi della Lazio. Di fronte alle promesse di Serie A e Federcalcio, Fare - scrive oggi il Times - si è detta scettica che il sistema calcio italiano sia in grado di affrontare adeguatamente il problema.
"Non crediamo che possa cambiare questa situazione - ha dichiarato Piara Powar, a capo di Fare - Abbiamo già sentito in passato simili promesse, ma le sanzioni e punizioni fin qui adottate si sono dimostrate inconsistenti. Il nostro appello ora è rivolto a Uefa e Fifa affinché assumano speciali misure".
Powar ha anche ricordato quanto accaduto a Moise Kean durante la partita Cagliari-Juventus. "Per noi l'Italia rappresenta un grande problema perché non ha mai affrontato adeguatamente il problema. Molti stadi sono fatiscenti, la polizia ha un approccio solo repressivo, senza capacità di dialogo con i tifosi. C'è un governo di estrema destra contro gli immigrati. Il dibattito politico è così avvelenato che i tifosi si sentono al sicuro nel fare quel che fanno".
A proposito delle speciali misure auspicate per l'Italia, Powar ha spiegato: "Dovrebbe esserci l'automatica chiusura degli stadi in simili circostanze, ma soprattutto molta più educazione".