Roma in crisi, processo a Trigoria. E l'attacco non segna più

La squadra non sa più vincere, Gervinho è irriconoscibile e Garcia non sa più che pesci pigliare

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Ha difeso i suoi giocatori per settimane, vedendo svanire piano piano il sogno scudetto. L'inquietante pareggio con il Chievo ha fatto sbottare Rudi Garcia e alla ripresa a Trigoria si aprirà un vero e proprio processo. Sul banco degli imputati tecnico e giocatori, soprattutto gli attaccanti: la squadra segna con il contagocce e Gervinho è irriconoscibile, forse appagato dal successo in Coppa d'Africa. A rischio secondo posto e Europa League.

"Andamento lento" canterebbe il grande Tullio De Piscopo a questa Roma affetta da una pareggite cronica (8° pari nelle ultime 9 gare di campionato), che non perde, ma non so nemmeno più vincere e ora comincia anche a giocare male.

Per la felicità delle inseguitrici, perché di questo passo la lotta non è solo per il terzo posto, ma anche per il secondo che i giallorossi rischiano di gettare alle ortiche. E in una settimana c'è in palio anche il cammino europeo contro una Fiorentina che scoppia di salute e fa sempre più paura.

Bisogna cambiare marcia, ma è più facile a dirsi che a farsi. Garcia non sa più che pesci pigliare, la squadra non ha gioco e contro il Chievo ha toccato il punto più basso della gestione del tecnico francese. La Roma si è persa per strada e non riesce più a ritrovarsi, il gruppo non sembra remare nella stessa direzione e anche la società ha le sue colpe, con un mercato invernale fallimentare.

L'attacco, infatti, sembra essere la nota più dolente: Doumbia non è a posto fisicamente, Ibarbo si è fatto subito male, Totti non può tirare sempre la carretta, Iturbe è un flop, Ljaijc è appena sufficiente, ma la più grande delusione è Gervinho. Senza di lui la Roma è andata in crisi nel gioco, ma anche al suo ritorno le cose non sono migliorate. L'ivoriano sembra appagato e senza più benzina. Non è un caso che nelle ultime 15 gare complessive, solo tre volte i giallorossi hanno segnato due gol (contro Lazio, Cagliari e Feyenoord), ma mai più di due. Davvero troppo poco, anche perché dietro si balla e la difesa concede. Se la miglior difesa è l'attacco, a Trigoria non possono dormire sonni tranquilli.

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