VERSO L'UCRAINA

Italia-Ucraina, Spalletti agli azzurri: "Voglio vedere la faccia tosta"

Il ct punta sull'aspetto psicologico, ma pensa anche quattro cambi tra centrocampo e attacco

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Che la sfida contro l'Ucraina sia una sorta di dentro o fuori verso Euro 2024 lo sanno un po' tutti in Nazionale, per primi i giocatori: e proprio per questo Luciano Spalletti non vuole che il gruppo senta eccessivamente il peso della pressione, anche perché l'1-1 in Macedonia per certi versi assomiglia alla sconfitta di Palermo nel marzo dello scorso anno, quando gli azzurri erano stati eliminati nei playoff Mondiali.

Il ct azzurro, proprio per questo, ha iniziato a 'martellare' l'Italia sin dalla tarda serata di Skopje per poi proseguire nell'allenamento di ieri a Milanello. "Siamo forti, c'è qualità. Voglio vedere coraggio e la faccia tosta, niente sbandamenti emotivi" in sintesi questo lo Spalletti pensiero verso San Siro, uno sprone psicologico non solo di facciata visto che il ct davvero crede in questi uomini, in questa squadra.

E poi ovviamente c'è tutto un aspetto tattico e di squadra da analizzare, cosa che il ct ha fatto senza risparmiare critiche ai suoi, notando una certa carenza di precisione nella trequarti oltre all'atteggiamento da metà ripresa in poi. Per ovviare al primo problema, l'idea è di dotare il centrocampo di un'incursionista che dia una mano al reparto offensivo, non è un caso se Frattesi scalpita per prendere il posto di Tonali. Tra gli altri possibili cambi possibile chance per Locatelli in regia e l'inserimento di Raspadori in avanti: ma non al posto di Immobile, l'attaccante del Napoli dovrebbe stare sull'esterno di sinistra con il capitano azzurro di nuovo al centro. A destra favorito Zaniolo.

Tutto confermato in difesa, salvo ovviamente il cambio - forzato, per infortunio - tra Mancini e Scalvini, compreso Donnarumma tra i pali. Quello del portiere sarà, eventualmente, discorso da affrontare più avanti: anche se la parte rossonera di San Siro non lo aspetta di certo a braccia aperte, panchinarlo subito rischierebbe di provocargli un contraccolpo psicologico di cui, proprio oggi, la Nazionale non ha bisogno.

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