Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

l'opinione

Italia, la Nazionale meno "mondiale"

Il Bel Paese come Paese esportatore di calciatori di fatto non esiste, solo il 12% degli azzurri gioca all'estero

di Federico Casotti
11 Giu 2025 - 08:05
1 di 8
© X  | Oronzo Canà (Lino Banfi)
© X  | Oronzo Canà (Lino Banfi)
© X  | Oronzo Canà (Lino Banfi)

© X | Oronzo Canà (Lino Banfi)

© X | Oronzo Canà (Lino Banfi)

Nelle discussioni che stanno accompagnando questa delicata fase storica della Nazionale italiana, c’è un aspetto che sfugge al dibattito e che invece rappresenta un angolo di riflessione tutt’altro che banale: il fatto che l’Italia, come Paese esportatore di calciatori, di fatto non esiste.

I CONVOCATI - E’ vero, mancavano Vicario e Calafiori, ma nella lista di Spalletti su 24 giocatori solo in 3 giocavano all’estero: Donnarumma, Udogie e Tonali, più Rugani attualmente reintegrato nella Juventus ma fino a poche settimane fa in prestito all’Ajax. Il 12.5% degli azzurri gioca all’estero: una percentuale risibile rispetto alla Spagna (29.6%), alla Francia (67.85%) e persino alla Germania (16.6%) e all’Inghilterra (23.07%), quest’ultimo un Paese di calciatori storicamente refrattari all’emigrazione. Chiaramente la percentuale diventa più che maggioritaria quando andiamo a vedere le rose di Portogallo, Olanda, Belgio o della stessa Norvegia, ma anche volendo fermare il raffronto alle “Big 5” del calcio europeo è evidente che siamo molto indietro. 

NON ESPORTIAMO CALCIATORI - I dati delle Nazionali fotografano per definizione un contesto di eccellenza, ma se andiamo a vedere l’intera immagine, troviamo ulteriori conferme. Il CIES di Neuchatel, autorevole centro di studi statistici sul calcio, all’inizio di giugno ha pubblicato il report “Football Expatriates 2020-2025” in cui analizza i movimenti migratori dei calciatori al di fuori del Paese in cui si sono formati. Negli ultimi 5 anni, 2080 calciatori professionisti francesi sono andati a giocare in altri campionati europei, 1323 inglesi, 995 tedeschi, 839 spagnoli e… 373 italiani.

In pratica per un giocatore italiano che va all’estero, ce ne sono 4 francesi che lasciano la Francia, spesso per cercare e trovare fortuna nel nostro campionato. Sempre guardando il report del CIES e limitandoci alla stagione appena conclusa, gli italiani censiti all’estero erano 158, con punte di 14 giocatori in Slovenia e a Malta, non proprio due Paesi dell’élite calcistica europea. Sempre per rendere l’idea, quest’anno c’erano 1189 calciatori francesi all’estero, 93 dei quali nei vari campionati professionistici italiani, così come 514 spagnoli in giro per il mondo, 45 dei quali sbarcati nel nostro Paese.

RAGIONI STORICHE - Un tempo andare a giocare all’estero era ritenuto indice di scarsa competitività del campionato nazionale, ma ora non è più così, o perlomeno non riguarda più solo i giocatori più forti dei campionati di medio-bassa fascia che puntano ai “Big 5” per arricchire palmares e portafogli. Con la Bosman attiva ormai da 30 anni, per i giocatori di alta fascia è ormai naturale passare dalla Premier alla Liga alla Bundesliga… alla Serie A con grande naturalezza, in un unico grande mercato pieno di opportunità per chi le sa cogliere.

Ecco, la sensazione è che i giocatori italiani facciano molta fatica a staccarsi dalla Serie A, vuoi per gli ingaggi mediamente molto buoni, vuoi per una sorta di “comfort zone” ambientale che verrebbe messa in discussione all’estero. Anche se qualcosa si muove e gli esempi di Vicario, Tonali e Calafiori dimostrano che c’è spazio per gli italiani al livello più alto, la sensazione è che ci sia ancora molta diffidenza verso un “salto” che aprirebbe invece molte opportunità soprattutto a quei giocatori che, chiusi dagli stranieri, faticano a trovare spazio in Serie A dovendo scendere di categoria e ridimensionare le proprie ambizioni.

All’estero ci sono storie di successo come quella di Deniz Undav, che ha rilanciato la sua carriera andando in Belgio e da lì prendendo la rincorsa per diventare l’attaccante della nazionale tedesca, e come la sua molte altre. Con una Serie A inevitabilmente invasa dagli stranieri, ma non molto più delle altre leghe europee, il margine di manovra più ampio per allargare la base dei giocatori italiani in chiave Nazionale rimane oggettivamente quello di cercare fortuna in Europa, mettendosi in gioco là dove tutti gli altri stanno già traendo vantaggi.

Gattuso
Mancini
Cannavaro
De Rossi
Le vostre opinioni non hanno un valore statistico, si tratta di rilevazioni non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità. Le percentuali non tengono conto dei valori decimali. In alcuni casi, quindi, la somma può risultare superiore a 100.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri