Il centravanti del Napoli suona la carica in vista della prossima stagione: "Vogliamo confermarci in campionato e divertirci in Champions"
Romelu Lukaku torna a parlare. E lo fa in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, direttamente dal ritiro di Castel di Sangro, dove con il Napoli si sta preparando per l'inizio della prossima stagione. La chiacchierata non può che partire con un pensiero sulla coppia Lukaku-Conte, binomio che negli anni ha dimostrato di saper funzionare molto bene: "Abbiamo la stessa mentalità: solo con il lavoro si migliora. Lui ha un’idea calcistica che si adatta alle mie caratteristiche e io, quando sono a casa, cerco apprendere i concetti di gioco che vuole. La nostra relazione ha sempre funzionato, perché sa darmi ogni giorno quegli stimoli per cercare di essere sempre il più forte". Non a caso, Big Rom lo inserisce nella cerchia ristretta dei suoi padri calcistici: "Come lo sono stati Roberto Martinez nel Belgio, Koeman all’Everton e Ariel Jacobs all’Anderlecht. Sono loro che mi hanno cambiato la vita".
Tra le grandi novità del Napoli in vista della stagione 2025/2026 c'è, senza ombra di dubbio, la presenza di Kevin De Bruyne, amico di Lukaku e compagno di squadra in Nazionale. Il belga, però, confessa di non essere stato così influente nella trattativa: "Giusto due chiamate, molto semplici. Gli ho spiegato cosa significa giocare qui, che siamo una squadra che vuole migliorare e confermarsi per l’anno prossimo. Sarà una grande sfida ma a lui piacciono le sfide". E sul ruolo del Napoli come favorita per lo scudetto, glissa: "È un nuovo campionato, si parte da zero. Siamo qui per prepararci bene ora, poi vedremo".
Per Lukaku quella a Napoli è la quarta avventura in Italia, dopo quelle con Inter (2019-2021 e 2022-2023) e Roma (2023-2024). Rispetto al suo primo arrivo in nerazzurro, l'attaccante si sente "più esperto, sicuro. E faccio tanto lavoro tattico a casa: guardo le squadre avversarie, ho più controllo delle cose che succedono e vedo l’azione prima che arriva. Prima ero più reattivo, più dinamico. La gente può dire che il fisico è cambiato, ma anche adesso, in ogni gara, ci sono due o tre azioni in cui posso fare la differenza partendo da lontano. Però sono più altruista, lo dicono gli assist. Quando sono arrivato in Italia guardavo più a me stesso". E su Napoli come segno di rivincita aggiunge: "La gente aveva dei dubbi su di me, ma ero convinto che avremmo fatto qualcosa di speciale".
Sempre a proposito di Napoli, è stata sua la rete che ha messo in ghiaccio la sfida scudetto con il Napoli, una rete alla Lukaku seguita da un'esultanza rabbiosa: "C’era pure un po’ di tecnica eh, ho fatto un tunnel – ride -. Era rabbiosa perché mi avevano dato tutti per morto, per tre anni mi hanno messo la croce addosso. Poi, alla fine, vincere in quel modo, col mister a cui pure è stata messa una croce dopo il Tottenham, è stato bellissimo". Gol seguito dalle lacrime: "Mi sono tolto di dosso un peso incredibile. Vincere una volta capita. Farlo due volte significa essere un vincente. Ora si ricomincia, vediamo cosa possiamo aggiungere nella bacheca".
Nel corso dell'intervista non è mancato un passaggio relativo alla finale di Champions di Istanbul, persa dall'Inter contro il Manchester City e che l'ha visto protagonista in negativo: "L’ho vissuta molto male per un anno, sono sincero. Vedi come sono andate le cose… non ho potuto dire le mie cose (sull’Inter, ndr), ho lasciato parlare la gente perché io non sono uno che ama passare per la stampa e attaccare, preferisco reagire calcisticamente. Ora guardiamo avanti, siamo di nuovo in Champions: divertiamoci". Poi aggiunge: "Tu vedi delle cose, ma se la gente non sa la verità è un’altra storia, non si può capire perché ho fatto delle scelte… Nella mia carriera, ogni volta che ho detto la verità è stata vista come una cosa scomoda. E ora voglio evitare polemiche".
Infine, una battuta anche su Zlatan Ibrahimovic, con il quale ebbe una lite importante nel corso di un derby tra Inter e Milan. Alla domanda su eventuali chiarimenti tra i due, Big Rom risponde: "Non serve. Ma io ho rispetto per la sua carriera: è stato un giocatore unico".