I campioni d'Italia in carica fanno sempre troppa fatica e devono ringraziare di nuovo Milinkovic-Savic
di Andrea Cocchi© Getty Images
Il Napoli è in testa alla classifica, attendendo il posticipo, tiene di più il pallone contro l'altra squadra che gli contende il primato nel possesso, il Como, e può concentrarsi su una gara non impossibile, quella di Champions di martedì in casa contro l'Eintracht, ma che è obbligato a vincere per non complicare ancora di più il suo cammino europeo. Conte si è detto ottimista e orgoglioso dei suoi e, in effetti, la prestazione e il risultato non sono da buttare, soprattutto perché la squadra di Fabregas ha gli anticorpi giusti per mettere in difficoltà il Napoli. Il pressing, anche altissimo, le rotazioni in mezzo al campo, la velocità sugli esterni e le imbucate centrali sono il marchio di fabbrica del Como "spagnolo". L'azione che ha portato al rigore, poi fallito da Morata, è il manifesto programmatico dell'ideologia che ispira la fase offensiva di Fabregas. Uscita dal basso, Perrone si muove per ricevere la palla alle spalle della pressione del Napoli, Diao fa lo stesso 20 metri più avanti, Morata parte in profondità e arriva davanti al portiere che lo stende.
Nonostante la capacità di coprire il campo in modo scientifico dei padroni di casa, soprattutto in non possesso, sembra proprio che l'aggressività e la mobilità del Como siano una sorta di bug inserito nel software azzurro. Ecco perché, alla fine, il risultato non è da buttare. Anzi. Quello che però deve far riflettere Conte è la difficoltà nel trovare la porta nonostante la mole di gioco creata. Già con il Lecce era stato Milinkovic-Savic a salvare gli azzurri con l'ennesima prodezza dagli undici metri e solo una girata di testa di Anguissa su calcio piazzato aveva regalato la vittoria alla capolista. Gli infortuni di sicuro incidono nella costruzione del Napoli 2025/26. Rrahmani, indubbiamente uno dei migliori difensori della Seria A, è tornato da poco, Spinazzola si è di nuovo bloccato ed è da valutare in vista della Champions, Lobotka è stato testato nei minuti finali della gara con il Como e ancora non è chiaro se sia del tutto recuperato, Lukaku finora non c'è mai stato, De Bruyne si è rotto calciando il rigore con l'Inter e Hojlund è appena rientrato.
La teoria secondo la quale il Napoli possa ritrovare le giocate familiari senza l'"ingombro" del campione belga arrivato dal City sembra proprio una follia, anche se è vero che Conte si è ritrovato a dover adattare una squadra collaudata alle esigenze di una rosa difficilmente amalgamabile. Nonostante tutto è in testa, a guardare gli altri dall'alto in basso, adattando le sue idee a chi ha a disposizione e non il contrario, come la vulgata popolare lo dipinge, secondo il falso mito dell'integralista a ogni costo. Gli esperimenti continui, comunque, sono legati alla costante emergenza, e il fatto che il Napoli sia sempre lì dimostra come il suo staff tecnico sappia sempre trovare le giuste soluzioni. Certo, è più facile con una rosa allungata ma, come la storia del calcio ci insegna, non sempre le tante alternative sono sinonimo di successo assicurato.