Napoli, flop e grane: Ancelotti peggio di Sarri e i tifosi scaricano Insigne

Nel 2014 l'ultimo titolo azzurro e ora la delusione con l'Arsenal potrebbe aprire a nuovi scenari futuri

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L'incubo si è trasformato in realtà: per la quarta stagione di fila il Napoli chiuderà senza trofei. L'ultimo conquistato dagli azzurri risale al dicembre 2014, quando alzò al cielo la Supercoppa italiana dopo aver battuto la Juventus ai rigori. Tanto, troppo tempo a mani vuote per quella che è la seconda forza del calcio italiano alle spalle di una corazzata quasi intoccabile. L'eliminazione per mano dell'Arsenal nei quarti di Europa League ha sancito la fine di un anno che definire fallimentare è forse esagerato, ma che di sicuro è insufficiente. Su tutti i fronti.

Insufficiente in campionato, dove i ragazzi di Ancelotti hanno sì confermato il secondo posto (ormai quasi aritmeticamente), ma a distanza siderale dalla Juve, che di fatto ha chiuso la corsa al tricolore con ben sette giornate di anticipo, quando Mertens e compagni sono crollati a -20 dopo il pari interno col Genoa. Insufficiente anche, se non soprattutto, in Coppa Italia, dove il ko dei bianconeri contro l'Atalanta poteva aprire a una cavalcata trionfale. E invece, gli azzurri sono stati fatti fuori dal Milan ben prima di poter pensare a una finale. Insufficiente, magari con riserva, anche in Europa. Non tanto per il cammino in Champions League, dove solo un pizzico di sfortuna ha impedito al Napoli di superare il girone eliminatorio, ma per quanto fatto, o non fatto, nella ex Coppa Uefa. Al primo ostacolo, l'Arsenal, ha mostrato limiti tecnici e caratteriali inattesi e ha perso un'altra grossa occasione di giocarsi fino in fondo un titolo che poteva essere alla sua portato. Insomma, se è vero che vincere quando lotti direttamente con questa Juve non è facile, lo è altrettanto che i partenopei non hanno saputo cogliere le occasione che si sono presentate loro. E questo è un grosso limite.

Che nemmeno l'arrivo di un maestro come Carlo Ancelotti è riuscito a limitare. Anzi, a ben vedere il suo Napoli ha fatto peggio di quello di Sarri. Il confronto delle ultime due stagioni, infatti, ai punti lo ha vinto proprio l'attuale allenatore del Chelsea. In Serie A il piazzamento sarà lo stesso, ma la forma decisamente no: Sarri ha sfiorato un incredibile scudetto, lottando sino all'ultimo, Ancelotti si è chiamato fuori troppo presto e la classifica parla chiaro. In Coppa Italia entrambi sono usciti ai quarti, mentre solo in Europa League il tecnico di Reggiolo ha fatto meglio, solo perché il predecessore (anche lui out ai gironi in Champions) ha salutato ai sedicesimi col Lipsia per concentrarsi sul campionato.

Insomma, Aurelio de Laurentiis avrà di cui riflettere nelle prossime settimane perché evidentemente c'è da mettere mano a una rosa che ha perso Jorginho e Hamsik e che così com'è non può fare di più. Oltretutto, all'orizzonte si intravede un caso Lorenzo Insigne. I fischi del San Paolo sono la conferma di un rapporto sempre più difficile tra la piazza e il capitano azzurro, al quale si chiede di essere un trascinatore non solo tecnico e che invece sembra soffrire la pesantezza del ruolo. Come se non bastasse, a giudicare dalle parole del padre, pare che anche i rapporti con Ancelotti inizino a presentare qualche crepa e il rischio di un divorzio in estate non è così campato per aria. Soprattutto se arriveranno offerte capaci di ingolosire AdL. Magari proprio da Sarri, qualunque sarà la sua prossima panchina.

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