Terza vittoria di fila in campionato dopo Atalanta e Roma. Azzurri più forti dell'emergenza
di Andrea Ghislandi© IPA
Nel calcio, soprattutto in Italia, conta quasi sempre e solo il risultato. Ma ci sono vittorie e vittorie e quella di ieri sera al Maradona per il Napoli ha un peso specifico non indifferente, perché di fronte c'era l'ex Spalletti, c'era la rivale più odiata dai tifosi e soprattutto perché è meritatissima. Pur senza sette giocatori, Di Lorenzo e compagni sono andati ancora una volta oltre l'emergenza e hanno strapazzato una Juventus troppo rinunciataria e che senza quei passi avanti auspicati da Spalletti è praticamente fuori dalla lotta scudetto già a dicembre.
Il cambio modulo, con cui Conte ha dovuto fare di necessità virtù, ha esaltato le qualità di Neres, ancora una volta travolgente e a tratti inarrestabile. Per informazioni chiedere a Cabal e Koopmeiners, che hanno passato davvero una brutta serata. Il brasiliano con la sua velocità e i suoi assist è diventato ormai pedina insostituibile e se lui è la mente, ieri sera il braccio armato è stato Hojlund. Il danese che non segnava da due mesi, dal 5 ottobre contro il Genoa, si è fatto perdonare del lungo digiuno con una splendida doppietta, che avrebbe anche potuto trasformarsi in tripletta se Di Gregorio non gli avesse negato il gol a inizio ripresa con una parata straordinaria. E anche Lang sta facendo finalmente vedere il motivo per cui è stato acquistato dal PSV: anche all'olandese, infatti, calza a pennello l'attacco a tre punte.
Particolare menzione anche per McTominay ed Elmas, gli unici due centrocampisti sani della rosa (a parte il giovane Vergara). Lo scozzese ha sfiorato tre volte il gol (due di testa e una sua punizione) ed è stato stoico nonostante un problemino fisico che lo ha condizionato. Il macedone, che si è preso i complimenti di Conte nel post-partita, ha giocato in un ruolo non suo in mezzo al campo e ha dato il suo prezioso contributo.
Questi tre punti sono pesantissimi in ottica scudetto e il Napoli lancia un chiaro messaggio alle rivali: per strappargli lo stemma dal petto servirà una grande impresa, perché con i recuperi dei vari Lukaku, Anguissa, De Bruyne e Lobotka sarà difficile per tutte tenere il passo.