Milan: Mihajlovic, quanti problemi

Squadra senza grinta e l'attacco senza Bacca gira a vuoto

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Contro l'Alessandria il Milan ha sprecato un'altra chance per zittire le critiche. Lo sa bene lo stesso Mihajlovic che non si è mai nascosto e più volte, nel corso della stagione, ha rimproverato i suoi giocatori, anche in diretta tv. A Torino il serbo ha schierato una formazione rimaneggiata sperando in risposte positive che, però, non sono arrivate. Il match dell'Olimpico ha emesso diverse sentenze: Balotelli non è ancora pronto fisicamente, Boateng non ha trovato il feeling con i compagni, Honda continua a vivere di alti e bassi e, in generale, tutti hanno mostrato poco carattere, poca cattiveria agonistica. Quella da mettere in campo per scardinare la difesa ordinata di una squadra di Lega Pro che, comunque, non si è limitata a difendere. Se in tribuna ci fosse stato il presidente rossonero Silvio Berlusconi anche questa volta a fine partita avrebbe sbagliato spogliatoio... La banda di Gregucci, infatti, merita moltissimi complimenti e ha messo in luce tutti i problemi del Milan. E sono davvero tanti. 

La finale di Coppa Italia è più vicina, vero, ma l'1-0 non può soddisfare proprio nessuno. Tre le palle gol nitide costruite dai rossoneri, tre fiammate nell'ennesima serata storta. I diversi progessi visti nel 2016 sul piano del gioco sono andati in fumo e regge poco la scusa di un centrocampo inedito formato da José Mauri e Poli. Il primo ha personalità, ma deve crescere ancora molto, mentre il secondo ha energie da vendere senza, però, essere incisivo. Lì in mezzo manca sempre uno con i piedi buoni capace di impostare: anche il subentrante Montolivo ha steccato.

Se la difesa si salva, almeno in parte, è tutt'altro discorso per l'attacco che orfano di Bacca ha mostrato limiti importanti. Il rientrante Luiz Adriano è un pendolino, ma non vede mai un pallone. Corre, per carità, ma i suoi movimenti i compagni proprio non li vedono. Poi c'è il capitolo Balotelli che in un colpo solo si è giocato il derby e... gli Europei. Sì, perché in tribuna c'era anche il ct Antonio Conte che avrà notato l'intensità messa in campo da Supermario. Un altro meno di fianco al suo nome sulla lista dei possibili convocati. La strada per lui è davvero in salita.

 

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