La squadra rossonera dimostra di sapersi difendere e soffrire, ora serve trovare più soluzioni offensive
di Daniele Pezzini© IPA
Siamo a fine novembre ed è prestissimo per giudicare l'importanza di un match all'interno di una stagione ancora lunghissima. Come da mantra di Max Allegri certe valutazioni vanno fatte a marzo, ma la vittoria del Milan nel derby può davvero rappresentare una rampa di lancio verso i traguardi più ambiziosi.
I rossoneri avevano già ampiamente dimostrato di poter tenere testa alle altre big del campionato battendo Napoli e Roma, ma il successo nella stracittadina, anche per come è arrivato, aggiunge un ingrediente in più al piatto che sta cucinando il tecnico livornese. Non è stata una vittoria semplice, né tanto meno netta. È stata sporca, sofferta. Limitandosi a guardare le statistiche è stata una vittoria di "corto muso", per usare un termine tanto abusato quanto mal interpretato in passato. Però è stata una vittoria di quelle capaci di cementare il gruppo, di compattarlo ed esaltarlo. Una di quelle che lasciano il segno, insomma.
Il grande protagonista della serata è stato ovviamente Mike Maignan e con lui un reparto difensivo capace di reggere l'urto degli assalti nerazzurri sia nelle sfuriate iniziali, sia negli assalti finali. Quella rossonera non è la miglior difesa del campionato (fin qui hanno fatto meglio Roma, Bologna e Como), ma aver tenuto testa a quello che è di gran lunga il miglior attacco può dare una grossa iniezione di fiducia per scalare posizioni anche in quella specifica classifica, tanto cara ad Allegri.
Resta la sensazione che davanti si possa e si debba ancora crescere. Il recupero di Pulisic si è rivelato determinante, mentre la partita di Leao ha avuto come tante altre volte luci e ombre. In generale, nel derby così come in altre gare, è mancata un po' di lucidità negli ultimi 20-25 metri, anche quando c'è stata l'occasione di colpire in campo aperto una squadra sbilanciatissima in avanti. Pulizia tecnica in fase di rifinitura, e di conseguenza gol dagli attaccanti, sembrano al momento gli aspetti più importanti su cui lavorare, ma la squadra ha tempo e modo di farlo. Specialmente senza impegni europei e con una classifica cortissima che al momento non mette pressioni a nessuno.
Ora c'è il doppio appuntamento con la Lazio (prima a San Siro in campionato, poi a Roma in Coppa Italia), dopodiché il calendario della Serie A sarà piuttosto benevolo, almeno sulla carta (Torino, Sassuolo, Verona e Genoa i prossimi impegni). Ovviamente in mezzo ci sarà la trasferta araba per la Supercoppa, alla quale il Milan si presenterà da campione in carica. È il primo obiettivo stagionale, un banco di prova in cui confermare il feeling con i big match e magari aggiungere in bacheca un trofeo che darebbe ulteriore slancio verso quello più ambito.