La prima regola di Gattuso? Rispettare le regole

Nel Dna del nuovo tecnico senso di appartenenza e spirito di abnegazione. Ma, innanzitutto, un comportamento da professionisti impeccabili

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Dicono che sia bastato un allenamento per togliersi di dosso il freddo di questo anticipo d'inverno. Intensità altissima, come non si vedeva da tempo. Abbastanza per sudare anche con il termometro prossimo allo zero. Il primo Milan di Rino Gattuso, quindi, innanzitutto corre e non poteva essere diversamente. In cima alla lista delle richieste del nuovo tecnico rossonero ci sono però le regole. Fanno parte del Dna milanista di cui hanno parlato, da subito, sia Mirabelli che Fassone nell'inquadrare il nuovo corso. E fanno parte del Ringhio-pensiero.

Per capirlo meglio, ma non è necessario, basta fare un salto indietro nel tempo all'ultimo anno da giocatore di Gattuso. Disse, parola più parola meno, che gli bastava così perché il Milan aveva perso quello che per anni era stato il marchio di fabbrica: quindi abnegazione, senso di appartenenza e un rispetto maniacale di gerarchie e regole. L'esempio era Maldini - Gattuso lo ripeteva spesso -, perché Maldini portava con sè e in sè l'insegnamento del Milan di Sacchi e Baresi, di Tassotti e Ancelotti. Un Milan che aveva il Milan come unica causa.

La prima regola sono dunque le regole. Il che, nell'idea di Gattuso, significa rispettare il gruppo, darsi completamente per la squadra, aiutare i compagni e vivere da professionisti. Ultimo ma fondamentale punto.

Questo non deve ovviamente indurre a pensare che sia tutto qui perché - e anche in questo Gattuso è stato chiarissimo - "il patentino a Coverciano non me lo hanno regalato". Rino è un trascinatore, certo, ma vuole e deve essere un allenatore. Portare idee, dare una struttura, rendere logico l'agonismo. I principi, al momento, saranno pochi ma chiari e sono già stati abbondantemente comunicati: difesa a tre, con Bonucci confermatissimo nel ruolo di capitano, e tridente offensivo con possibili variabili a seconda degli avversari. La tendenza a far circolare il pallone in orizzontale, marchio di fabbrica di Montella, lascerà spazio a un gioco verticale e, quindi, probabilmente più rapido. Ci vorrà di nuovo del tempo, perché i cambiamenti, sia pure non traumatici, sono netti. E in questo tempo sarà utile la spinta emotiva - oltre che un calendario favorevole - che arriverà dal tecnico.

La spinta emotiva dovrà però essere solo la miccia per innescare tutto il resto. Per questo Gattuso ha immediatamente chiaritoche "non sono solo grinta e cuore". Rino vuole un Milan organico, lucido, tatticamente attento. Anche la scelta di due allenamenti fisici a inizio settimana e tecnico-tattici con l'avvicinarsi delle partite va in questa direzione. Il Milan deve correre ma correre con logica. Sarà in grado di farlo? Lo vedremo. Intanto, dicono, ci si ammazza di fatica e si suda anche con questo freddo. Solo un inizio, d'accordo, ma già un buon inizio.

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