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Lazio, Lotito: "Nel 2018 niente Champions per colpa di de Vrij"

Il presidente tira una stoccata a Inzaghi: "Quando uno pensa di essere diventato un fenomeno..."

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In una lunga intervista al 'Corriere dello Sport', Claudio Lotito torna a parlare di quel Lazio-Inter del maggio 2018 che è costata la Champions League. "Uno dei motivi è stato De Vrij, abbiamo perso quella partita per lui - ha attaccato il patron biancoceleste - Sarei dovuto intervenire. Io non l'avrei fatto giocare, abbiamo perso la partita per un suo errore". Poi la stilettata a Inzaghi: "Il problema è quando uno pensa di essere diventato un fenomeno e rischia di commettere degli errori".

Getty Images

Brucia ancora quella sconfitta, con due risultati su tre a disposizione, arrivata nel finale per un gol di Vecino e continua a far discutere l'impiego del centrale olandese, già in parola con i nerazzurri per la stagione seguente. ""Nella vita una persona si prende dei rischi se competono solo alla sua persona e non se rischiano di coinvolgere tutto il collettivo. Io ho visto spesso quella partita, se tu noti già nel primo tempo c’era stato un errore del ragazzo che per fortuna l’Inter non riuscì a sfruttare - ha aggiunto il numero 1 della Lazio -. Quello era un campanello d’allarme. Lì il buonsenso avrebbe dovuto consigliare altro. E’ mancata umiltà in quella circostanza. Il danno l’ho pagato io in prima persona davanti alla gente. Io ho consentito questo, ho consentito di fare questi errori, ho avallato una scelta sbagliata non intervenendo".

Quest'anno Lotito pensa di aver allestito una squadra che può centrare il quarto posto e lancia un avvertimento alla squadra: "Nella vita ci sono dei diritti e dei doveri. Questa la stagione dei doveri, i diritti sono finiti. E i doveri si acquisiscono coi risultati, io ora voglio quelli. Chiaramente in funzione di quello che si ha. Non chiedo il doppio salto mortale, io dico “ti ho dato una Ferrari e ora voglio i risultati”. Tu, calciatore, devi valere lo stipendio che prendi. Un giocatore mi disse “presidente lei ci paga per giocare”. Io dissi: “No, ti pago per vincere, altrimenti metto la Primavera che mi costa un miliardesimo di meno”.  

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