La Juve trenta anni fa sul tetto del mondo

Premium Sport celebra il trionfo dei bianconeri: ecco come

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Le trombette di Tokyo, la sobria telecronaca di Giuseppe Albertini, il miglior Platini di sempre. 8 dicembre 1985, Juventus per la prima volta sul tetto del mondo. Diretta tv di Canale 5 all'alba. Una partita pazzesca, una delle più belle nella storia del calcio. Le magie di Roi Michel - quello vero in scarpette e calzoncini e non la discussa versione in giacca e cravatta - i numeri di quel Claudio Borghi che fece litigare Berlusconi e l'avvocato Agnelli, una panchina che più improvvisata non si può. La magia del calcio d'antan, un gol straordinario - triangolo magico Laudrup-Platini-Laudrup che consente alla Juve di andare ai supplementari - e forse il più bel gol annullato della storia: con Platini che protesta a modo suo, sdraiandosi sull'erba spelacchiata dello stadio. 120' minuti di calcio spettacolo con l'appendice dell'emozione che riservano i calci di rigore. Tacconi para, Platini segna. Sipario. Juve campione del mondo.

Domani, martedì 8 dicembre 2015, in occasione del suo esatto trentennale, tutti gli appassionati di calcio potranno rivivere le emozioni di una partita entrata a far parte della storia del calcio internazionale: la finale della Coppa Intercontinentale 1985, che ha visto scendere campo la Juventus di Giovanni Trapattoni contro l'Argentinos Juniors. Il fischio d'inizio è previsto alle ore 10.50 su Premium Sport e alle ore 18.15 su Premium Calcio.

L'edizione del 1985 viene ritenuta la migliore nella storia del torneo per livello tecnico e agonistico. Dopo sette anni di dominio dei campioni della Coppa Libertadores, alla vittoria del più prestigioso trofeo internazionale torna la squadra vincitrice della Champions League: i bianconeri riescono, infatti, ad imporsi contro gli argentini al termine di un incontro deciso dai calci di rigori.

Premium riproporrà il match esattamente come è stato trasmesso l'8 dicembre 1985 dallo stadio Olimpico di Tokyo, con la telecronaca di Giuseppe Albertini e il commento tecnico di Roberto Bettega.

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