L'allenatore bianconero è abituato a fare scelte importanti per dare un'impronta chiara alle proprie squadre
di Martino CozziLuciano Spalletti riparte dalle...riserve. Dopo le prime uscite con la Juventus, nelle quali ha voluto proseguire sulla falsariga delle scelte di Igor Tudor, nella trasferta di Bodo l'allenatore bianconero, un po' per necessità e un po' per scelta, per la prima volta ha messo concretamente la sua mano sulla formazione titolare. Le scelte fatte da Spalletti, infatti, hanno sorpreso e non poco, ma alla fine la maggior parte si sono rivelate vincenti. Un modo, forse, per tenere tutti quanti sull'attenti, sottolineando come la lunghezza della rosa bianconera permetta all'allenatore di fare delle scelte importanti gara per gara.
Rispetto all'ultima gara di campionato con la Fiorentina, Spalletti ha cambiato 5 giocatori, tenendo a riposo, almeno per il primo tempo, Kenan Yildiz e Dusan Vlahovic (rimasto in panchina 90 minuti). A guidare l'attacco l'attacco bianconero, infatti, è stato Lois Openda, che è sembrato molto nel vivo del gioco e si è tolto la soddisfazione di segnare il primo gol con la maglia bianconera. Tra l'altro, nelle cinque partite giocate da titolare dal belga la Juventus non ha mai perso (Dortmund e Bodo in Champions, Atalanta, Udinese e Cremonese in campionato). Non che ora debba essere considerato un talismano, ma l'ex Lipsia negli ultimi anni ha dimostrato di essere un giocatore decisivo e Spalletti spera di ritrovarlo quanto prima. Così come Jonathan David, tornato a segnare dopo 16 partite a digiuno: l'unica rete l'aveva trovata all'esordio in campionato contro il Parma, ad agosto. Per centrare la risalita in campionato e la qualificazione ai play-off di Champions, la Juventus avrà bisogno anche di loro due.
Nella trasferta di Bodo, Spalletti ha confermato tutto il pacchetto difensivo visto a Firenze, eccezion fatta per il cambio tra i pali con Perin al posto di Di Gregorio (semplice turnover, ovviamente). Dal suo arrivo, l'ex Ct azzurro non ha mai fatto a meno di Teun Koopmeiners, schierato, anche un po' per necessità, terzo difensore a sinistra e autore di una serie di prestazioni in crescendo. Che sia la svolta definitiva? Giocando in quel ruolo, chiaramente non gli si può chiedere la produzione offensiva che aveva all'Atalanta con Gasperini, ma le sue abilità tecniche non vengono messe in dubbio: in fase di possesso, avendo anche un incursore come Thuram, Koop può sicuramente dare una mano nella costruzione, ma è anche abile nell'andare a riconquistare il pallone in fase difensiva, proprio come piace al suo allenatore. Con il rientro di Bremer capiremo se Spalletti punterà ancora su di lui in difesa, ma le premesse sono incoraggianti.
Le due grandi novità sono state, però, Fabio Miretti e Vasilije Adzic in campo dal primo minuto. Rientrato in estate dal prestito al Genoa, Miretti ha avuto un inizio di stagione difficoltoso a causa di un infortunio alla coscia che l'ha tenuto fuori fino agli inizi di ottobre. Nei 99 minuti giocati fin qui, il centrocampista bianconero ha dimostrato subito grandi geometrie (non è una novità) e ha servito a McKennie la palla del sorpasso con un cross morbido da sinistra. Le premesse per vederlo ancora in campo sembrano esserci, ora l'obiettivo sarà dargli continuità anche dal punto di vista fisico. Discorso simile vale per Adzic, finito un po' nel dimenticatoio con Tudor dopo la rete contro l'Inter, ma rispolverato da Spalletti nelle ultime gare (solo con la Fiorentina non è sceso in campo). La sua prova a Bodo, però, non è stata convincente al 100%, tant'è che l'allenatore bianconero l'ha sostituito dopo soli 45 minuti. Il tempo è tutto dalla sua parte e Spalletti gli concederà nuove chance: ora starà a lui farsi trovare pronto. Menzione d'onore anche per Filip Kostic, autore di 2 gol sotto la gestione Spalletti: anche lui sta trovando molto più spazio confezionando prestazioni positive. Una certezza per il presente bianconero.
SPALLETTI-TUDOR: IL CONFRONTO
Interessanti anche i primi numeri che mettono a confronto l'operato di Igor Tudor e Luciano Spalletti. Nonostante la stagione non sia neanche a metà e il campione di partite analizzato sia veramente minimo (le 11 di Tudor contro le 5 di Spalletti), dai numeri emerge che l'ex Ct azzurro al momento sta facendo meglio de suo predecessore. Infatti, fin qui Spalletti ha raccolto 9 punti in totale tra campionato e Champions League per una media di 1,80 punti a partita. Nelle gare con Tudor in panchina, invece, i bianconeri hanno totalizzato 14 punti (in 11 partite appunto), il che vale una media di 1,27 punti a partita. Interessante sarà il confronto tra 6 partite, quando i due allenatori avranno pareggiato il numero di incontri disputati con Spalletti che avrà incrociato sul proprio cammino sia la Roma che il Napoli. Ma, con una media punti così, i bianconeri possono sicuramente sperare di restare in alto in classifica e lottare per le prime posizioni.