L'ANALISI

Juventus, il sogno continua grazie agli anti-eroi

Gatti è l'uomo simbolo della squadra di Allegri, che ha in Cambiaso e McKennie altre due pedine fondamentali e inattese

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Ormai è il solito mantra: la Juventus è brutta, non piace, ma alla fine vince sempre (o quasi). Sta di fatto che il successo contro il Napoli, decimo risultato utile consecutivo, è arrivato al termine di una prestazione stilistica non oltre il discreto, in cui però alla fine il risultato non è cambiato: 1-0, altri tre punti in saccoccia e sogno scudetto sempre vivo in mente. Il bello, o brutto, dipende dai punti di vista, è che su questi risultati c'è soprattutto la firma di giocatori che nessuno si aspettava, potendo contare su presunti top player come Vlahovic e Chiesa. Prendiamo proprio la sfida con i campioni d'Italia uscenti.

Vedi anche Juve, Allegri: "Importante mettere il Napoli a -12, la squadra è un blocco granitico" juventus Juve, Allegri: "Importante mettere il Napoli a -12, la squadra è un blocco granitico" Partendo dal goleador di giornata, quel Federico Gatti che dopo aver deciso la sfida di Monza, si è ripetuto sette giorni dopo allo Stadium. Con tre reti, è il difensore che ha segnato di più in Serie A e nei cinque principali campionati europei solo Alex Grimaldo (sette), Jeremie Frimpong e Robin Gosens (quattro ciascuno) contano più reti del centrale bianconero. Prima di lui, l'ultimo difensore della Juventus che aveva segnato in due partite di fila era stato Alex Sandro nel gennaio 2016, mentre Giorgio Chiellini era stato l'ultimo italiano nel periodo tra marzo e aprile 2010 (il primo dei due proprio contro il Napoli). E proprio il paragona con Chiellini è quello che più esalta i tifosi della Signora, anche se la storia del 25enne di Rivoli ricorda più quella di Moreno Torricelli. Se i piedi non sono propriamente raffinati, cuore e soprattutto testa (intesa pure come gioco aereo) non gli mancano e il passo avanti fatto rispetto alla scorsa stagione è evidente. Tanto che adesso togliergli il posto da titolare è praticamente impossibile. E' lui l'uomo simbolo di questa Juve di Allegri: bruttina da vedere, ma dannatamente efficace.

E che dire di Andrea Cambiaso e Weston McKennie? Il genovese, pur essendo mancino, si è adattato alla grande anche alla fascia destra dove non sta facendo rimpiangere un certo Cuadrado, almeno quello degli ultimi tempi. A soli 23 anni è il difensore più giovane a vantare almeno due assist forniti in ciascuna delle ultime tre stagioni di Serie A, senza dimenticare che in questo campionato, dove ha collezionato 14 presenze, è stato autore di un gol e due assist. Numeri già importanti a cui si aggiungono un'intelligenza tattica notevole e una propensione offensiva unita all'attenzione difensiva, che ne fanno un giocatore completo.

Quanto a McKennie, è forse la sorpresa più grande. Perché non avrebbe dovuto restare a Torino dopo il prestito, finito con la retrocessione, al Leeds e la necessità di fare cassa della Juve. Invece, Allegri lo ha voluto di nuovo con sé, anche visti i problemi di Pogba, e l'americano non ha tradito le aspettative. Che giochi mediano o esterno poco cambia, "Wes" ha messo da parte le amnesie del passato e ha sposato la dedizione alla causa. Rincorre tutti, si propone in fase offensiva e lavora per i compagni. Non è considerato un acquisto, ma questo è un McKennie tutto nuovo e forse mai visto.

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