VERSO LA RIFORMA

Juventus, Agnelli: "Cambiare per non implodere, pensiamo ai tifosi moderni"

Il presidente bianconero all'assemblea dell'Eca: "Lavoriamo al sistema svizzero dal 2024, pensiamo a interessi collettivi"

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Andrea Agnelli torna a parlare della crisi del calcio e della riforma delle competizioni europee lanciando un monito molto chiaro: "C'è del potenziale per un futuro luminoso - ha detto il presidente della Juve all'assemblea generale dell'Eca -. È nostro dovere intercettare un cambiamento, altrimenti il rischio è quello di implodere. Il sistema attuale non è fatto per i tifosi moderni. Ci sono molte partite non competitive e questo non cattura l'interesse dei tifosi. Non possono essere dati per scontati, noi dobbiamo offrire loro la miglior competizione possibile, altrimenti rischiamo di perderli".

Getty Images

Per quanto riguarda la fase attuale che sta attraversando il calcio a livello globale, Agnelli ha descritto un panorama a tinte fosche: "Non abbiamo ancora i tifosi negli stadi e i giocatori sono spinti oltre i loro limiti fisici, visto che sono costretti a giocare in un calendario molto congestionato - ha spiegato -. Le perdite sono state attorno ai 6,5 miliardi, 8,5 miliardi nelle due stagioni. Circa 360 club di prima divisione hanno bisogno di soldi per una somma attorno ai 6 miliardi. I top 20 club, per quanto riguarda il reddito, hanno fronteggiato una perdita di 1.1 miliardi nella stagione 2019/20. Questa crisi grava sulle spalle di tutti. Negli ultimi mesi si è palesato un interesse da alcuni grandi soggetti a livello finanziario sul calcio, basti pensare a cosa sta tuttora succedendo in Italia con la trattativa con i fondi. Ma penso anche a tante altre situazioni, a partire dalle fughe di notizie sull’interesse di JP Morgan nella Superlega. Questi soggetti non sono interessati alla solidarietà, ma ai ritorni dagli investimenti. Se cambiamo, possiamo guardare a questi investimenti. Calcio, economia e politica sono al bivio. Dobbiamo intercettare queste possibilità e agire, altrimenti rischiamo di implodere".

Al fianco delle questioni puramente economiche, ci sono quelle di carattere sportivo: "Dobbiamo mettere i tifosi al centro, perché il sistema attuale non è fatto per i tifosi moderni. Le ricerche dicono che almeno un terzo di loro seguono almeno due squadre; il 10% segue i giocatori, non i club, e questo è molto diverso rispetto a qualche anno fa. Due terzi di loro seguono le gare perché attratti dai grandi eventi. Ci sono molte partite che sono non competitive nei campionati e questo non cattura l'interesse dei tifosi. I tifosi non possono essere dati per scontati e noi dobbiamo offrire loro la miglior competizione possibile, altrimenti rischiamo di perderli. Voglio ringraziare il presidente Uefa, Ceferin, per le nostre discussioni e i quasi litigi che abbiamo avuto, ma che sono stati produttivi. Oggi avremo una presentazione sui format per le competizioni internazionali dal 2024 in poi: il famoso sistema svizzero (con un unico raggruppamento da 36 squadre, ndr). Dobbiamo pensare non a interessi particolari, ma collettivi. Voglio citare Mario Draghi: 'Se non ci muoviamo, rimarremo soli nella illusione di quello che siamo, nell'oblio di quel che siamo stati e nella negazione di quel che potremmo essere'.

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