L'ANALISI

Juve, Rabiot e Zakaria padroni del centrocampo in attesa di un vero regista

Il francese e lo svizzero stanno dimostrando di potersi meritare un posto da titolari: sul mercato i bianconeri dovranno andare a caccia di un "cervello"

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Mettiamolo subito in chioaro: il centrocampo della Juve è, senza se e senza ma, l'anello debole della catena di Allegri, ma forse non è tutto da buttare. Qualche segnale incoraggiante per il futuro è arrivato anche dalla partita di Coppa Italia contro la Fiorentina. Nonostante le tante assenze proprio in quel reparto. Non è un caso che i migliori della serata siano stati Adrien Rabiot e Denis Zakaria, autori di una prestazione solida in fase di copertura e propositivi quando si è trattato di ripartire. Certo, non tocca a loro fare gioco, ma per quello bisognerà aspettare il mercato estivo o perlomeno il rientro di Arthur, anche se il brasiliano ha mostrato i suoi limiti per un ruolo messogli addosso da Allegri, ma non troppo nelle sue corde.

Vedi anche Allegri: "Vinto da squadra. Guiderei la Juve per i prossimi tre anni" Coppa Italia Allegri: "Vinto da squadra. Guiderei la Juve per i prossimi tre anni" Sta di fatto che il francese e lo svizzero hanno raccolto applausi anche da chi era allo Stadium. Rabiot ha confermato la crescita in una stagione ancora ricca di alti e bassi, ma riuscendo a trovare una dimensione più consona alle sue reali qualità. L'ex Psg ha fisico, fiato e capacità di strappare. Trovasse anche l'attenzione per tutti i 90' e una maggiore propensione al gol (peccato per il fuorigioco millimetrico contro la Viola), sarebbe un titolare inamovibile per merito e non solo per necessità. Qualità simili sta mostrando anche Zakaria, nonostante sia l'ultimo arrivato e abbia giocato meno causa infortuni. Lui, al contrario di Rabiot, sa come andare in rete con discreta regolarità nonostante i piedi non siano di primissima qualità.

Ecco, se è vero che Milinkovic-Savic e Pogba rappresenterebbero un upgrade nel ruolo, lo è altrettanto che la Juve del futuro può ripartire anche da Rabiot e Zakaria (oltre a Locatelli) senza per forza dover trovare delle alternative migliori. Piuttosto, a Torino dovranno consegnare le chiavi della squadra a qualcuno che possa muoversi nel loro mezzo e sia in grado di fare gioco. Il nome di Jorginho è quello maggiormente in voga in questo momento, ma potrebbe non bastare. Servirebbe uno sforzo in più anche per valorizzare quello che si ha già in casa. Insomma, non è tutto da buttare.

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