Inter, Nainggolan: "Spalletti ha gestito bene il caso Icardi. Zaniolo? Vediamo tra 10 anni"

Il NInja al Corriere dello Sport: "Sono anti-juventino, senza Monchi sarei potuto rimanere a Roma"

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Inter, Nainggolan:

Arrivato in estate per riportare l'Inter in alto, quest'anno Radja Nainggolan ha vissuto una stagione difficile, costellata da molti infortuni che ne hanno condizionato il rendimento, ma ora il centrocampista belga è tornato pienamente e disposizione e sarà fondamentale per la squadra di Spalletti per centrare la qualificazione alla prossima Champions League. "Dobbiamo vincerle tutte" ha dichiarato in una lunga intervista al Corriere dello Sport il Ninja, che ha spiegato: "Ho 30 anni e sto diventando... grande. Ero abituato a giocare 40-50 partite a stagione, invece qui ho fatto 8-9 gare e poi mi sono dovuto fermare. Così è tosta, perché ricadi continuamente nel buco da cui eri appena uscito". "Adesso arrivano le sfide importanti - ha aggiunto - Nell'ultimo mese abbiamo sbagliato contro la Lazio, un match che se vinto ci avrebbe portati a +8 sulle altre. Ora siamo a +5 e, se sbagliamo un'altra volta, rischiamo di essere di nuovo a stretto contatto con chi ci insegue".

Dopo la trasferta a Frosinone ci sarà la sfida con la Roma ("Non ci penso, sono sereno. All'andata ho lasciato perdere e non ho voluto giocare..." ha scherzato) e a proposito di giallorossi Nainggolan ha qualche sassolino nella scarpa da togliere: "Con Monchi avevo un rapporto aperto: riuniva spesso i 6-7 giocatori più rappresentativi e tutti insieme parlavamo di come fare il meglio per la società e la squadra. Mi sentivo un calciatore importante. Poi, però, ho saputo le cose che diceva di me e quelle mi sono piaciute meno... Tre giorni dopo il suo addio alla Roma, la squadra di cui diceva di essere innamorato, era già d'accordo per tornare a Siviglia. Per me questo dimostra molte cose... Senza di lui ipoteticamente avrei potuto essere ancora là o anche in un'altra squadra perché magari la Roma mi voleva mandare altrove. La mia destinazione (l'Inter, ndr) però l'ho scelta io perché Spalletti ha spinto per avermi ed è stata la decisione giusta".

Con il tecnico toscano il centrocampista ha un rapporto molto forte ("Mi sento in debito con lui perché ha spinto per prendermi e mi spiace non aver potuto dare il massimo per aiutare la squadra") e prende le sue parti anche quando commenta il 'caso Icardi': "In una squadra tutti sono importanti, ma nessuno è indispensabile. Mauro è forte, noi però abbiamo anche un altro grande attaccante (Lautaro, ndr) che ha fatto benissimo quando ha giocato ed è destinato a un futuro da top. Io dico che se Icardi ha avuto problemi con qualcuno, toccava a lui risolverli e non farli ricadere sulla squadra. Spalletti ha gestito la situazione nel modo migliore. Anche se mi ha voluto lui, io ho pagato quando ho sbagliato. È così che deve funzionare, per tutti. Se n'è parlato troppo, però. Ora basta".

Tornando alla Roma, nell'operazione che in estate ha portato Nainggolan in nerazzurro è entrato anche Zaniolo, che nella Capitale è letteralmente esploso: "Per me non è un problema perché ognuno ha la sua carriera. Io ho giocato 10 anni ad alto livello, 9 bene e questo così così. Lui ha fatto 20 partite in A, 18 buone… È normale che si parli bene dei giovani ai quali adesso tutto viene servito su un piatto d'argento, mentre prima un ragazzo doveva dimostrare molto di più, anche solo per arrivare in Serie B. Sono contento per lui e gli auguro il meglio perché non sono invidioso di nessuno. Io penso alla mia carriera e stop. È facile fare una stagione buona, ma vediamo tra 10 anni...".

Chi sicuramente "avrà una carriera importante" è Nicolò Barella, che Nainggolan indica come suo erede ("È forte e mi assomiglia pure"), ma sicuramnte non gli consiglierebbe di andare a giocare nella Juventus: "Perché io sono anti-juventino. È una cosa nota... (risata, ndr). Essere oggetto di cori negativi (si riferisce a quelli dei tifosi bianconeri, ndr) mi dà un senso di orgoglio. Ci sono tanti giocatori che quando sentono che la Juve li vuole, dicono subito di sì perché sanno che lì si vince. Io però non ho mai avuto la smania di andarci: preferisco conquistare un trofeo da protagonista piuttosto che alcuni scudetti giocando solo 10 partite. Ero così anche da ragazzo".

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