Quarta vittoria di fila, la ThuLa dà spettacolo e anche le riserve sono una garanzia
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Vittoria doveva essere e vittoria è stata. C'è, però, modo e modo di vincere e l'Inter contro lo Slavia Praga lo ha fatto nel migliore dei modi, con una prova di grande spessore, senza mai soffrire e mantenendo ancora una volta la porta inviolata. Dopo le sei reti incassate contro Udinese e Juventus che avevano fatto scattare un campanello d'allarme, contro Ajax, Sassuolo, Cagliari e Slavia Praga la porta è stata bucata una sola volta (da Cheddira) e le sofferenze si sono ridotte al lumicino. C'è da rimanere con i piedi bel saldi a terra perché il poker di vittorie è arrivato con squadre di caratura inferiore, ma un cambio di marcia rispetto a qualche settimana fa è sotto gli occhi di tutti.
La ThuLa è tornata a incantare San Siro, con il francese in versione assistman e il Toro implacabile sotto porta (sono 157 i gol con la maglia nerazzurra, primo giocatore della storia dell'Inter ad andare a segno in 7 edizioni di Champions), ma è il turnover in generale ad aver funzionato e potrebbe essere un'arma in più rispetto alla scorsa stagione. L'impatto di Pio Esposito e Bonny ha un peso completamente diverso rispetto ai vari Taremi, Arnautovic e Correa, ma anche a centrocampo le alternative sono di primissimo livello, a partire da Sucic. In questo modo si riesce a evitare di sovraccaricare i titolarissimi e si permette anche a chi parte dietro nelle gerarchie di trovare un po' di ritmo partita. Chivu è stato bravo a non rivoluzionare il modo di giocare della squadra, a fare solo piccoli accorgimenti e un po' alla volta sta coinvolgendo tutta la rosa. Con così tante partite, è fondamentale l'apporto di tutti e mai come quest'anno le riserve non fanno rimpiangere i titolari.