Supercoppa Italiana, la premiazione dell'Inter
La vittoria della forza e della volontà non deve far dimenticare come è stata costruita, cosa c'è dietro al guizzo di Sanchez che ha cancellato la lotteria dei rigori a cui tutti, tranne Darmian, credevano di essere destinati: la Supercoppa italiana conquistata dall'Inter è arrivata - paradossalmente - di corto muso ma oltre al risultato c'è di più, a partire da una superiorità mostrata nei 120 minuti e che certifica come il lavoro di Simone Inzaghi possa realmente aprire un ciclo nerazzurro. Bello essere in testa al campionato, le otto vittorie di fila, i tanti gol fatti e i pochi gol subiti: ma poi alzare i trofei è il vero fine di tutto e quello di ieri a San Siro regala ulteriori certezze al gruppo.
Non è stata la versione più bella dell'Inter di quest'anno, anche per merito di una Juve attenta, coperta e gagliarda, ma se la coppa ha preso la strada nerazzurra è perché sin dal primo minuto la squadra ha messo in campo le armi con cui ha costruito la prima parte di stagione da capolista in campionato e qualificata agli ottavi di Champions League: fraseggio a centrocampo con i palloni che passano dal duo Brozovic-Calhanoglu, palleggio insistente ma non insistito, gli strappi di Perisic e Barella oltre alla presenza fisica di Lautaro e Dzeko.
I giri non erano quelli di un motore di Formula 1, la precisione non è stata quella di uno chef stellato eppure la manovra è stata continua, incessante per volontà e voglia. Quella stessa voglia che ha portato Darmian a credere nel possibile errore di Alex Sandro e a trasformare Sanchez nell'eroe di serata: due dei cambi effettuati da Inzaghi con il procedere del match. A proposito, in questi mesi si è sottolineato tante volte come alcune sostituzioni del tecnico interista non avessero convinto fino in fondo ma ieri gli ultimi quattro tocchi che hanno portato al 2-1 sono stati effettuati tutti da giocatori subentrati in corso.
Alla fine lo step mentale portato dal lavoro di Conte e dalla vittoria dello scudetto trova ulteriori conferme: da un lato la conferma ad altissimi livelli in Serie A, dall'altro lo scoglio dei gironi di Champions conquistati, ora un nuovo trofeo. In mezzo a cessioni sanguinose, addii traumatici e problemi economici questa Inter dimostra di avere un solido presente e un promettente futuro, di porre ogni giorno di più le basi per un ciclo. C'è anche questo dietro ad una Supercoppa vinta all'ultimo secondo.
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