L'indagine della Procura milanese rischia di rallentare il progetto di Inter e Milan per il nuovo stadio
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L'inchiesta sull'urbanistica della Procura di Milano, che contesta un sistema di corruzione dietro gli appalti e che vede 74 indagati, tra cui il sindaco Beppe Sala, sembra coinvolgere anche i progetti per il nuovo stadio di Milan e Inter, quello che dovrebbe sorgere accanto al vecchio San Siro. Gli inquirenti, infatti, hanno sottolineato l’esistenza di un presunto "accordo corruttivo" volto a ottenere il controllo sul destino dello stadio Meazza e del quartiere San Siro, bloccato dall’indagine sull’urbanistica portata avanti dalla Procura stessa.
Secondo i pm, a stipularlo sarebbero stati Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione Paesaggio, e l’architetto Federico Pella, dirigente e socio della società di progettazione integrata J+S, che si muovevano da tempo nell'ombra per entrare in affari. Per gli investigatori, Marinoni è un "faccendiere privo di scrupoli, con inclinazioni corruttive", scelto dall'assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi e dal sindaco Sala per ricoprire il ruolo di guida della Commissione (lasciato in seguito), diventata "il cuore delle distorsioni nella gestione urbanistica del Comune di Milano, segnata da una corruzione strutturale e ambientale" che "ha eliminato ogni forma di controllo pubblico sull’impiego del suolo, trasformato in un bene da depredare".
L’opportunità di inserirsi nel progetto di San Siro si è presentata quando Massimo Caputi, noto imprenditore immobiliare e fondatore di Feidos Spa (non coinvolto nell’inchiesta), ha affidato alla J+S il piano di trasformazione delle ex scuderie De Montel in un complesso termale. Le conversazioni acquisite dagli inquirenti rivelano che "Marinoni e Pella, con la collaborazione di Tancredi", cercavano "l’appoggio di Caputi per ottenere un incarico relativo ai lavori dello stadio Meazza, sui quali il sindaco Sala deve prendere una decisione".
Secondo i magistrati, Marinoni e Pella stavano portando avanti "un piano criminale" legato ai potenziali affari sull’area di San Siro, "la cui evoluzione, ancora incerta, dipende dalle decisioni del sindaco Sala, che i due attendono con grande trepidazione". L’obiettivo sarebbe stato quello di inserirsi in operazioni redditizie legate all’abbattimento o al rinnovamento del Meazza e degli spazi limitrofi, oppure nella costruzione di nuovi impianti a Rozzano e San Donato.
Lunedì è in programma un Consiglio Comunale che si preannuncia infuocato, con il sindaco di Milano Sala che riferirà in aula sull’inchiesta.