L'INTERVISTA

Conte: "Sogno di vincere la Champions, gli altri aspettano di celebrare il mio fallimento"

Il tecnico azzurro intervistato dal Telegraph: "La migliore opzione possibile è divertire e vincere. E per essere celebrato, devo vincere"

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Conte: "Sogno di vincere la Champions, gli altri aspettano di celebrare il mio fallimento" - foto 1
© Getty Images

Antonio Conte torna a parlare. L'ex tecnico di Juve, Inter e Tottenham, attualmente senza panchina e oggetto dei desideri di molteplici club (dal Milan al Napoli, ad esempio, per arrivare poi alla Roma o alla stessa Juve) è stato intervistato dal 'Telegraph', parlando di sè, dei suoi propositi e degli obblighi che sente di avere per quanto fatto sin qui in carriera: "Io devo vincere" ha dichiarato. "Diversamente, gli altri stanno aspettando di celebrare il mio fallimento. E' questa la verità", si legge nel titolo proposto dal tabloid inglese che a breve proporrà l'intervista integrale.

"Non basta solo divertire: le mie squadre devono vincere - ha aggiunto Conte -. In ogni club in cui ho allenato portavo il Subbuteo, anche qualche volta per spiegare alcune situazioni tattiche ai miei giocatori. Ne ho sempre avuto uno a casa mia. In futuro potrei giocare con una linea difensiva alta a quattro, ma bisogna pressare molto, altrimenti il rischio è grosso".

L'ossessione per la vittoria di Conte si evince anche da queste parole: "I miei trofei a casa mi ricordano perché devi vincere. Quei trofei sono una grande, grande responsabilità perché restano lì a ricordarti che ‘guarda, devi vincere. Hai fatto questo e devi continuare a fare questo’. Se l’obiettivo finale è vincere il campionato e sollevare trofei, è importante offrire intrattenimento al pubblico. Ma essere solo una squadra divertente non basta se vuoi vincere. Lo so perché ho allenato le migliori squadre e loro chiedevano sempre di vincere. Per me adesso è impossibile lavorare per una squadra che diverta solo, perché l’aspettativa è sempre quella di dover vincere. Amo il mio passato, ma allo stesso tempo l’aspettativa che porti è sempre molto alta e se non vinci hai fallito. La migliore opzione possibile è divertire e vincere. E per essere celebrato, devo vincere. Altrimenti gli altri aspettano di festeggiare il mio fallimento. Questa è la verità".

Parole di grande stima per Guardiola. "Guardiola è il miglior allenatore del mondo. E poi quando puoi abbinare il miglior allenatore del mondo con un club che può sostenerti e può investire per portare giocatori importanti per migliorare la squadra ogni stagione perché vogliono rimanere in cima al mondo, allora è molto, molto difficile competere allo stesso livello. La mia storia dice che nei miei club sono sempre arrivato in una situazione difficile e con problemi. Costruisco sempre. Dopo la mia prima stagione al Chelsea, quando vincemmo il titolo, avremmo potuto dominare in Inghilterra. Abbiamo parlato con (Romelu) Lukaku e (Virgil) van Dijk e con quei due giocatori importanti avremmo potuto cambiare la situazione".

Conte, da anni fedele alla difesa a 3, non esclude di giocare anche a quattro dietro. "La gente pensa che il 3-5-2 sia un sistema difensivo, ma non è vero. Basta vedere quanti gol segnano le mie squadre in ogni stagione. Non dipende dal fatto che siano tre o quattro in difesa, dipende da come costruisci la squadra e costruisci l’attacco. Allo stesso tempo, non va bene essere troppo offensivi. E nemmeno troppo difensivi. Bisogna rispettare le caratteristiche dei giocatori e adattarsi a loro. La mia esperienza mi dice che se vuoi vincere il campionato o alzare un trofeo, devi avere una squadra equilibrata. La scorsa stagione il Manchester City è stato il miglior esempio di squadra dotata di grande equilibrio, difensivamente e offensivamente".

Il grande sogno si chiama Champions League. "Ho preso questo tempo per me, per la mia famiglia e per andare a trovare i miei genitori. Mio padre mi ha spinto a rientrare in fretta, ma è importante ricaricarsi, fisicamente e mentalmente. Adesso il mio unico problema è che ho troppa energia e sto dando fastidio a mia moglie. Onestamente, un giorno mi piacerebbe sollevare la Champions League da allenatore. Ma so che è molto difficile. La gente pensa che sia semplice, ma devi restare nel club giusto, un club che corrisponda alle tue ambizioni, un club pronto a fare l'ultimo passo per vincere la Champions League. Guarda il Manchester City. Sette anni, no? Vorrei regalare questa gioia a mio padre. Mi ha detto ‘voglio vederti sollevare la Champions League’. Non è semplice, ma tutti possono avere un sogno".

Nel corso della lunga intervista concessa al quotidiano inglese, viene fuori anche il lato più umano di Conte. "Io sono onesto, odio le bugie. Questo a volte può aiutarmi o a volte può ferirmi. Ma preferisco restare in silenzio piuttosto che dire una bella bugia, anche nel rapporto con i miei giocatori. Durante la stagione può succedere che tu abbia bisogno di un dialogo onesto che può essere positivo o negativo. Lo so benissimo, anch'io sono stato giocatore e alcuni allenatori mi hanno detto belle bugie per tenermi calmo. Non voglio questo tipo di situazione. So molto bene che quando hai queste conversazioni oneste con i giocatori, nel primo momento possono essere un po' arrabbiati. Poi, per mia esperienza, il tempo aiuta il giocatore ad apprezzarti. Erano arrabbiati, ma poi apprezzano l’onestà”.

La scomparsa negli ultimi mesi di Ventrone, Vialli e Mihajlovic hanno profondamente segnato Conte. "Perdere Ventrone, Mihajlovic e Vialli in pochi mesi sicuramente è stato uno dei momenti più duri della mia vita. Con Gianluca Vialli ho avuto un rapporto importante. L'ho incontrato tre settimane prima che morisse per cenare con mia moglie e conservo quel momento nel mio cuore. E Gian Piero (Ventrone, ndr). È stato davvero difficile affrontare questa situazione, anche la morte di Sinisa (Mihajlovic, ndr). Quando accade questo tipo di situazione, puoi avere pensieri orribili. Pensi a cosa può succedere a un'altra persona molto vicina a te, o se può succedere a te. È stato un momento davvero difficile, anche per i giocatori del Tottenham, quando è morto Gian Piero. Abbiamo provato a superarlo, ma ho sentito che anche i giocatori sentivano questa situazione orribile".

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