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Inter, i dati di fatto di Inzaghi: i quarti e un moto d'orgoglio più forte dei preconcetti

Il tecnico ha riportato i nerazzurri nel G8 europeo, andando ben oltre gli obiettivi richiesti a inizio stagione

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Inter, i dati di fatto di Inzaghi: i quarti e un moto d'orgoglio più forte dei preconcetti - foto 1
© Getty Images

In fondo alla partita più mouriniana dall'addio dello Special One l'Inter ha ritrovato i quarti di finale di Champions che non vedeva proprio dall'anno post Triplete. Con buona pace di Conceicao, iscrittosi a pieno titolo al partito dei rosicatori al cui vertice figura ormai da mesi Xavi e che vanta nelle sue fila anche più o meno illustri esponenti nostrani, Simone Inzaghi ha centrato meritatamente un obiettivo che nessuno gli aveva in realtà chiesto e che suoi ben più quotati e pagati predecessori non avevano nemmeno intravisto in lontananza. Sotto il fuoco di critiche feroci e smodate, il tecnico nerazzurro ha saputo tenere dritta la barra di navigazione, dimostrando che quando si trova spalle al muro sa sempre come venirne fuori da vincente. Dopo lo 0-0 del Do Dragao, al termine di una doppia sfida che su quasi 200 minuti di gioco (recuperi tra andata e ritorno compresi) ha visto l'Inter soffrire solo negli ultimi 300 secondi (salvata da Onana, che di mestiere fa il portiere e questo deve fare con buona pace di chi pare oggi essersi dimenticato di questo), Inzaghi ha avuto un giusto sussulto, un moto d'orgoglio motivato e giustificato. Ha disegnato la partita che andava fatta, ha centrato la qualificazione e poi ha elencato solo un dato di fatto: ha riportato il club nel G8 d'Europa (dopo che l'anno passato aveva centrato la qualificazione agli ottavi che mancava da 10 anni) dopo aver vinto 3 trofei negli ultimi 15 mesi (ha detto 18, ma sono in realtà meno). Cosa che nessuno in Italia ha nel frattempo fatto, né Pioli, né Spalletti o Allegri, Sarri e Mourinho.

A questi dati di fatto ne vanno aggiunti però altri che l'allenatore interista non ha avuto il tempo di rivendicare. Ad oggi, 15 marzo, con una rosa non certo rinforzata e che troppo spesso malignamente viene descritta più completa di quanto non sia, nonostante le otto sconfitte in campionato e i tanti, troppi gol incassati fuori casa, Simone Inzaghi resta secondo in classifica, davanti a Sarri, Mourinho e Pioli, ha già collezionato un titolo in stagione (la Supercoppa vinta contro il Milan), e può ancora rivincere la Coppa Italia (a differenza dei colleghi sopracitati). Certo, l'obiettivo primario e vitale resta la qualificazione alla prossima Champions, su questo non ci sono dubbi e su questo verrà inevitabilmente giudicata la sua stagione. Ma, ora come ora, può comunque attendere con soddisfazione - magari non con serenità visto il calibro delle avversarie - il sorteggio di venerdì: questi quarti di finale di Champions sono certamente suoi.

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