Il Milan e Paolo Maldini, un amore infinito che l'ex capitano ha ripercorso nel Magazine Champions League su Italia1: "E' un colore che ho nel sangue, qualcosa che va al di là dello sport". Maldini è recordman per presenze in Champions, 139 , e ricorda molte più gioie che dolori: "La prima finale del 1989 contro lo Steaua sembrava un'occasione irripetibile. Nel 2007 ero così imbottito di antidolorifici che ricordo a fatica la partita... mentre il ko di Istanbul fu incredibile ma così va lo sport".
Maldini ripercorre la carriera partendo da quando era bambino: "Mi è sempre piaciuto il calcio, la palla mi faceva divertire: deve essere qualcosa di genetico". L'esordio nel Milan fu a soli 10 anni: "Dopo l'oratorio e i giardinetti, feci questo provino e da lì iniziò tutto". Dai trionfi nazionali alla prima Champions League, che nel 1989 era ancora la Coppa dei Campioni: "Oggi sarebbe irripetibile, con lo stadio diviso a metà: al Camp Nou ci saranno stati 2 pullman dei tifosi dello Steaua contro 90.000 tifosi del Milan. Ci sembrava un'occasione irripetibile ma è con quello spirito che poi abbiamo giocato altre 7 finali".
Istanbul 2005 e Atene 2007 sono altri due ricordi europei, anche se con sfumature decisamente diverse: "In Turchia fu incredibile: dominammo 110 dei 120 minuti, creammo occasioni anche dopo il 3-3 ma così va il calcio, anzi lo sport. Della finale greca ricordo poco, ero talmente imbottito di antidolorifici che ricordo solo i gol di Inzaghi e il momento di quando alzo la coppa... due giorni dopo mi operai al ginocchio e al risveglio per qualche attimo non mi resi conto se avevo vinto o perso".
Infine, una dichiarazione d'amore alla sua unica squadra: "Il Mila fa parte della mia vita: iniziò mio padre, poi e ora i miei figli giocano nelle giovanili, sono rossonero nel sangue al di là dell'aspetto sportivo".
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