Premier League: il Liverpool risponde al City, Arsenal quarto, Hazard salva il Chelsea

I Reds rimontano il Burnley e vincono 4-2, Emery batte lo United e lo scavalca, il belga riacciuffa i Wolves

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In Premier League il Liverpool batte in rimonta il Burnley 4-2 e resta a un solo punto dal Manchester City capolista. Westwood segna direttamente da calcio d'angolo, le doppiette di Firmino e Manè sistemano le cose. L'Arsenal batte 2-0 lo United con Xhaka e il rigore di Aubameyang e ora è quarto a un solo punto dal Tottenham. Il Chelsea con il Wolverhampton non va oltre l'1-1 e ringrazia Hazard che pareggia nel recupero.

LIVERPOOL-BURNLEY 4-2
Ad Anfield il clima non è quello dei migliori per il Liverpool. Non a causa della tifoseria, che come al solito sostiene i Reds in un caldo abbraccio lungo oltre 90 minuti, ma proprio a livello meteorologico: il cielo del Merseyside è infatti completamente pazzo e rende il compito dei ragazzi di Klopp ancora più difficile, al cospetto di un Burnley che peraltro vende la pelle molto cara. Il vento è fortissimo sopra lo stadio e fa cambiare faccia e colori alla partita una mezza dozzina di volte: nel corso dei 90 minuti si vedono cielo plumbeo, sole accecante, pioggia e addirittura grandine. Addirittura una folata diventa a un certo punto il miglior difensore del Burnley, fermando un contropiede di Salah. Ma il Liverpool sa di dover vincere, per rispondere al 3-1 del Manchester City sul Watford e tenersi aggrappato al campionato. E alla fine ci riescono, faticando molto più di quanto il 4-2 faccia immaginare.

Dall'altra parte ci sono infatti i Clarets, improvvisamente a +2 dalla zona retrocessione dopo la vittoria del Cardiff sul West Ham, e che come detto a fare gli sparring partner proprio non ci stanno. E lo dimostrano al 6' minuto, portandosi in vantaggio con Westwood che va a segno direttamente da calcio d'angolo. Anfield però si infuria, e lo stesso fa Alisson: il portiere brasiliano ha infatti subito un'evidente carica da Tarkowski, ma l'arbitro convalida. I Reds si gettano quindi rabbiosamente in avanti, lottando con la chiusissima difesa avversaria e con il meteo: al 14' si rende pericoloso Firmino, ma è proprio Tarkowski a chiuderlo. Poi, improvvisamente, al 19' arriva il pari: Wijnaldum premia l'ingresso in area di Salah e gli serve il pallone, l'egiziano va al cross e il portiere Heaton pasticcia con il solito Tarkowski, la palla sguscia via e Firmino non ha problemi a insaccarla. A questo punto crolla il piano del Burnley, che al 29' si ritrova sotto dopo un suicidio in disimpegno: Hendrick e Bardsley non si intendono su chi debba rinviare, dopo un rimbalzo beffardo la palla torna in area, Taylor ci arriva prima di Salah ma di fatto serve Mané. Un invito a nozze per il senegalese, che porta facilmente avanti i suoi.

Il secondo tempo sembra poco più che una passerella per il Liverpool, con gli avversari che per oltre mezz'ora non riescono proprio più a impensierire Alisson. Così è lo stesso portiere brasiliano a far correre un brivido ai suoi tifosi (e a far infuriare Van Dijk) azzardando un dribbling nella sua area: idea pericolosa su un campo in cui il vento cambia le traiettorie ai palloni. Il 3-1 dei Reds sembra quindi chiudere ogni discorso, visto che di fatto Heaton consegna il pallone a Salah che punta la porta, Taylor lo chiude in scivolata, ma Firmino piomba sul pallone vagante e segna al 67'. Dopo mezz'ora di nulla (a parte l'incredibile traversa centrata da mezzo metro da Mané), il Burnley si risveglia al 91', quando sugli sviluppi di un corner Alisson esce male su Vydra, la difesa di casa non riesce a liberarsi del pallone e Gudmundsson fa 3-2. Lo stadio trema, Klopp è livido, ma dura solo un paio di minuti: non perché la partita termini, ma perché Mané riesce a calare il poker in contropiede. E solo a questo punto la Kop riesce finalmente a festeggiare sotto il cielo pazzo di marzo.

CHELSEA-WOLVERHAMPTON 1-1

I Blues non vanno oltre l'1-1 casalingo contro il Wolverhampton e perdono un'ottima occasione per insidiare seriamente la zona Champions. È un Chelsea molto volitivo quello che gioca contro un avversario parecchio chiuso dietro. Higuain è quello più attivo di tutti e va al tiro verso lo specchio della porta in tre circostanze; le sue conclusioni, però, non mettono grande paura a Rui Patricio. Gli ospiti difendono con ordine, ma sanno anche proporsi in fase di palleggio anche grazie ai suoi molteplici elementi di qualità. Per quanto i Blues dominino il match, le occasioni da gol pericolose latitano e solo nel finale Jota fa tremare Maurizio Sarri, sprecando un contropiede molto ghiotto con un controllo di mano in campo aperto che rende vana la bella uscita dei Wolves. A inizio ripresa Hazard reclama un calcio di rigore per un'evidente spinta commessa da Doherty, ma l'arbitro concede solo una punizione dal limite perché l'infrazione era stata commessa poco fuori l'area. David Luiz ci prova su palla ferma, ma ottiene soltanto un calcio d'angolo che non porta poi ad alcun sviluppo positivo. Dopo 56 minuti di dominio assoluto, il Chelsea va sorprendentemente sotto: contropiede micidiale del Wolverhampton, con Neves che controlla e avanza per poi servire Jota, scambio di quest'ultimo con Raul Gimenez che batte Kepa anche grazie alla decisiva deviazione da parte di Azpilicueta, che aveva provato a chiudere all'ultimo ma è stato sfortunato nel tackle disperato. Ospiti in vantaggio alla prima vera opportunità offensiva. I padroni di casa, in pieno controllo del gioco fino alla rete subita, fanno molta più fatica a rendersi pericolosi. Ci prova Pedro ma la sua conclusione viene deviata in corner. Solo all'87' i guanti di Rui Patricio vengono messi alla prova dopo un gran tiro da fuori area da parte di Willian che viene deviato in calcio d'angolo dal portiere portoghese. Quando ormai la gara sembrava totalmente compromessa per gli uomini di Sarri, Hazard lascia partire dal limite una bordata che si insacca nell'angolino basso e salva i Blues dal ko. Un pareggio che comunque non può essere considerato soddisfacente in chiave qualificazione alla prossima Champions League.


ARSENAL-MANCHESTER UNITED 2-0
Il Manchester United si è esaltato in Champions League con il Psg, l'Arsenal invece si è complicato e non poco la vita nella settimana europea di Europa League contro il Rennes. In campionato, però, con il Tottenham che si è piantato al terzo posto le piazze buone per la prossima Champions League tornate a essere appetibili sono due e non solo una. Arsenal che inizia subito con la volontà di controllare la gara, ma al 9' è la traversa a salvare la squadra di Emery sul tocco in area di Lukaku su un grande pallone messo in mezzo di prima da Shaw. L'Arsenal non si scompone e riparte come se nulla fosse, trovando il vantaggio al 12' con Xhaka che calcia con il mancino e riesce a far muovere il pallone in volo, mandando De Gea dalla parte opposta rispetto alla traiettoria della sua conclusione. Gunners che insistono e Lacazette deve essere chiuso con affanno dalla difesa dello United su un'altra incursione centrale. Dall'altra parte Solskjaer deve aggiornare il conto dei legni del primo tempo perché al 19' Fred riesce a dare potenza e precisione con il piattone sinistro da fuori, ma trova solo il palo esterno e Leno si salva ancora. Dopo 20 minuti frenetici scendono i ritmi e aumenta l'equilibrio, poi al 36' i Red Devils vanno ancora vicini al pareggio, di nuovo con Lukaku. Il belga si allarga per provare a saltare Leno che però da terra è bravo e reattivo a soffocare sul nascere il tentativo di conclusione del belga. United che prova soprattutto con le accelerazioni di Rashford a mandare in crisi il tris di centrali dell'Arsenal, Emery risponde con la solita formula, ovvero palla a Ozil che deve vedere e provvedere per la coppia Lacazette-Aubameyang. Rashford protagonista anche in apertura di ripresa, quando con una grande intuizione mette Lukaku davanti a Leno, ma il portiere tedesco si salva con un intervento da portiere di hockey. Gara che si spezzetta e che all'improvviso si rianima al 68' quando Lacazette entra in area e finisce giù sul contrasto, che sembra lieve, di Fred: si va dal dischetto e Aubameyang appoggia con freddezza al centro della porta di De Gea. A spegnere idealmente ogni ardore di rimonta del Manchester United arriva anche un'intensa pioggia sull'Emirates, con i Red Devils che accusano il doppio svantaggio e all'improvviso sembrano risentire, nella testa e nelle gambe, delle gioiose fatiche parigine di Champions League. L'Arsenal si mantiene ordinato e non rischia nulla, portando così a termine l'operazione sorpasso al quarto posto proprio sulla squadra di Solskjaer, lasciata ora due punti indietro. Il Tottenham terzo, invece, è ora distante un solo punticino per i Gunners.

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