Il tracollo in Carabao Cup contro una squadra di quarta serie, il Grimsby Town, segna la quasi certa fine del rapporto con il portoghese
Le risate dallo studio della televisione inglese mentre sullo schermo scorrono le immagini di Ruben Amorim che muove come un ossesso le calamite della lavagna magnetica, sono uno dei punti più bassi raggiunti dal Manchester United negli ultimi anni. Non è tanto il contrasto ironico tra il generale che immagina di schierare le truppe sul terreno di battaglia mentre il nemico, inferiore per truppe e mezzi, ti sta massacrando. E forse nemmeno il fatto che una delle squadre più ricche del mondo debba uscire da una competizione nazionale per opera di una piccola realtà di quarta serie come il Grimsby Town.
E' proprio che è difficile immaginare un club, che ha vissuto l'epopea di Matt Busby e Alex Ferguson, al centro del sarcasmo, fuori e dentro i confini del Regno, dovuto al contrasto tra l'attivismo delle mani frenetiche che spostano pedine e la Waterloo che si consuma a pochi metri di distanza. Amorim è stato duro e chiaro nel post partita: "Ho sentito che oggi i miei giocatori hanno espresso a gran voce ciò che vogliono. Penso che sia facile capirlo. Concentriamoci sulla prossima partita e poi ci fermeremo per le Nazionali, penseremo bene a quanto è accaduto. Dovrebbe essere mio compito capire cosa è successo, è un problema più grande del risultato. E a volte è troppo".
Con lo spogliatoio contro e i risultati avversi è facile capire che siamo al game over. In Inghilterra già si avanzano ipotesi sul successore. Si parla di Zinedine Zidane, il re dei gestori. Quando si spende tanto e non si fanno risultati, alla fine si va su profili di quel tipo. E visto che Ancelotti è già impegnato, Zizou sembra proprio l'uomo giusto. Perlomeno non usa i magneti...