Verso la sfida col Sassuolo: "Joao Mario non mi ha detto di voler andar via. Io voglio giocatori che mi chiedono di vincere di più, non di giocare di più"
Ripartire subito. E' la promessa, anzi di più: la necessità. La trasferta col Sassuolo impone all'Inter certi obblighi e pure i rischi connessi. Vincere significherebbe il ritorno alla normalità (ci si era abituati bene, fin troppo). Non farlo si correrebbe il rischio di una "striscia" che dallo 0-0 con la Juve (un pieno di coraggio) è passato alle incertezze di Coppa Italia e al ko con l'Udinese: una striscia a quel punto negativa. E allora? Le domande a Luciano Spalletti. Le sue risposte.
Quanto è importante reagire subito?
"E' fondamentale. Noi si reagisce continuando a fare quello che si sempre fatto. E' da luglio che noi cerchiamo di reagire a quello che ci è successo prima. Siamo sulla rotta giusta e ci stiamo camminando. Non c'è nessun piano B da studiare, è tutto sotto controllo. E' chiaro: non vorremmo perdere mai. Però anche quella dell'Udinese è stata una gara che ha preso una certa piega, ma la squadra ha mostrato la sua identità, il suo modo di stare in campo".
I calciatori che hanno giocato poco, quale incidenza possono avere?
"E' chiaro che chi ha giocato poco... Ma in quel giardino fiorito che è il campo di calcio, di allenamento, io ho visto in tutti la voglia di lavorare e di migliorarsi. E' difficile dire oggi che un giocatore non è al livello degli altri, non esiste una cosa così. Anche loro, i giocatori, hanno fiducia nel lavoro che fanno, tutti assieme".
Si è partiti da meno 30 rispetto alla zona-scudetto. Ora cosa serve?
"Ditemi che cosa dovrei dire. Se dicessi che i giocatori che ho a disposizione non mi garantiscono certe cose, come potrei entrare negli spogliatoi? Io ho fiducia in questi calciatori, possono completare le mie esigenze. Poi se si viole entrare nel discorso mercato, Sabatini e Ausilio sanno cosa si può e cosa non si può fare, se capiterà loro la palla al balzo, la metteranno dentro come Icardi e Perisic. Ma facciamo parlare la proprietà, poi si saprà come procedere. ma io sono a posto così, e lo sono veramente. Si va diritti, con coerenza con quelli che sono i dialoghi interni".
Chi dice gioco poco, voglio giocare di più, voglio andare via...
"Io voglio avere a che fare con giocatori che dicono voglio vincere, voglio vincere di più. Poi se qualcuno viene a dire: voglio andare via. Allora è un dialogo parziale, perché poi... Perché vuoi andare via. Perisic quando all'inzio c'era qualcosa per poter andare via, se ne è parlato, era corretto parlarne. Se uno vuol giocare di più, bah. A me interessa la classifica, non mi interessano altre cose. Poi sento dire Skriniar che lo vogliono questi e quelli, e poi vogliamo parlare di scudetto. Alla Juve, intorno alla Juve non si fanno questi discorsi. Poi è chiaro che Skriniar lo vogliono tutti, è forte. Skriniar è uno che gioca così, ogni contrasto è come se dipendesse la sua vita. Lo sanno vedere tutti. Quando decide di fare qualcosa, la fa, se è una palla dubbiosa, sua o dell'avversario, ci va con tutta la forza. Noi siamo l'Inter, dobbiamo avere ambizioni, grandi ambizioni".
Il derby dopo Natale, la Lazio prima di Capodanno.
"Il problema è un altro, non è quello di giocare durante le feste. Io credo che il problema sia far vivere gli stadi, le famiglie negli stadi. Giocano da tutte le parti. Penso all'affluenza negli stadi, giocare con il ghiaccio e con il freddo, penso al meteo, alla neve, ma se ci sono gli stadi riscaldati, la gente sta comoda, ha voglia di vedere uno spettacolo, si può anche giocare a mezzogiorno e mezzo dei 25. Per giocare ci vuole un pallone e qualche maglia, come si faceva quando si andava a scuola".
Joao Mario: è un problema di gestione?
"A me Joao Mario non ha mai detto niente. E nemmeno Sabatini mi ha detto qualcosa a proposito di Joao Mario. Lui è un calciatore forte dell'Inter e se mi farà vedere quello che mi ha fato intravvedere, io lo potrò schierare, lui ora sta bene e può farci vincere le partite".
Si aspetta chiarezza dalla proprietà. Ma è arrivata?
"La proprietà ha i suoi programmi, ora si farà tutto e si metterà in mostra, come una locandina. L'affetto, il movimento, questi colori nerazzurri così forti, non bisogna gestirci, bisogna coinvolgere tutti, i nostri tifosi soprattutto".
Il governo cinese ha posto un freno ai progetti di investimento all'estero.
"Qualcosa era già cambiato la scorsa estate rispetto ai progetti iniziali. Noi dobbiamo essere parte della soluzione, non del problema. Siamo dentro e ci prendiamo in carico i problemi di percorso che si sono concretizzati. Tutto quello che troveremo davanti lo andremo ad affrontare, poi da ultimo faremo le dovute considerazioni su tutto. Ma è giusto che prima di esprima la società, non ci saranno budget importanti da gestire, ci facciamo carico delle nostre competenze, di dare tutti il massimo. Noi possiamo arrivare dove vogliamo, poi se ci sarà la palla al balzo, la palla la faranno entrare".
Inter-Udinese è stato un episodio, o nei processi di crescita ci stanno anche partite così?
"Succede a tutti. La Juventus ne ha perse un paio, se no sbaglio. Ma io vedo le qualità corrette. Nel primo tempo contro l'Udinese niente mi lasciava pensare che avremmo potuto perdere. Poi si sono smarrite certe cose, sulla linea difensiva... Abbiamo lavorato, ci siamo aggiustati, ora sono tranquillissimo. Ogni gara va portata avanti duramente, con sofferenza. Ma credetemi: da allenatore dico che questa squadra, la mia, è intrigante, divertente, giocatori che questa settimana hanno fatto allenamenti belli, davvero pieni. Non accampo discorsi che poi non vanno da nessuna parte. Faremo una bella partita".