CORSA IN MONTAGNA E TRAILRUNNING

Riflessi iridati su sfondo azzurro: bilancio top per l'Italia nei Mondiali di Chiang Mai

Campioni affermati e giovani promesse contribuiscono in egual misura al ricco bottino della nostra Nazionale nella rassegna iridata 

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© Marco Gulberti per FIDAL

Colpo grosso in Thailandia! È un bottino di livello assoluto quello che la Nazionale italiana ha messo insieme nella prima edizione (unificata) dei Mondiali di corsa in montagna e trailrunning di Chiang Mai 2021, rinviati di dodici mesi a causa delle restrizioni legate all'emergenza sanitaria. Otto le medaglie: due d’oro, altrettante d’argento e ben quattro di bronzo ma soprattutto un bagaglio d’esperienza e di esperienze non solo sportive che le punte di diamante del nostro Dream Team, i veterani e le giovani speranze del movimento metteranno sicuramente a frutto anche in avvenire.

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UN ANNO A TINTE IRIDATE

Sono state settimane ad altissime intensità, quelle che la corsa sui sentieri ha vissuto tra lo scorcio finale dell’estate e la prima metà dell’autunno. Prima con i Mondiali di Skyrunning ospitati il secondo fine settimana di settembre dalla triade Rampigada-Bettelmatt-LaVeia nelle valli dell’Ossola piemontese, poi appunto con la recente edizione di WMTRC (World Mountain&Trail Running Championships) sulle “inedite” montagne di Chiang Mai.

In mezzo la finalissima di WMRA Valsir Mountain Running World Cup nel classico appuntamento di Chiavenna-Lagùnc (secondo weekend di ottobre) e l'altrettanto atteso epilogo "a tappe" di Golden Trail World Series by Salomon di Madeira, l'ultimo fine settimana di ottobre. Nel Tour de France” del trail dell’arcipelago portoghese in mezzo all’Atlantico i nostri erano presenti (molto buone le performances della giovane Martina Cumerlato, lei stessa azzurra "sky") ma non come title contenders di un ranking finale che ha premiato - dall’alto di una forma per entrambi straordinaria - l’elvetico Rémi Bonnet e l’olandese Nienke Brinkman.  A Chiavenna invece si era abbattuta l'onda africana: il keniano Patrick Kipngeno e la sua connazionale Joyce Muthoni Njeru si erano aggiudicati la coppa generale. Alla quale lui aveva aggiunto le coppe di specialità di Short Uphill e Classic, lei invece quella della Classic. A vincere le altre "coppette" Petro Mamu (Long Distance maschile), Andrea Mayr (Short Uphill femminile) e Lucy Wambui Murigi (Long Distance femminile)

Tutta un’altra storia nelle due rassegne iridate ufficiali. In quella a fil di cielo di fine estate i nostri atleti hanno portato l’Italia al primo posto del medagliere (davanti a Svizzera, Repubblica Ceca e Romania) ed a quello della classifica per nazioni davanti a Spagna e Giappone. Senza dimenticare che, scendendo di un solo gradino rispetto al contesto iridato, la Nostra Nazionale aveva portato l’Italia in vetta al medagliere dei Campionati Europei del mese di luglio a El Paso, nelle Isole Canarie.

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CORSA IN MONTAGNA E "THAI" RUNNING!

Venendo ai Mondiali thailandesi, come per quelli ossolani la suddivisione del bilancio finale suggerisce (anzi, certifica) il carattere di grande risultato di squadra, specchio di un movimento nazionale che poggia su basi solide ed è lanciato nel futuro. Il metallo più prezioso è arrivato infatti nelle classifiche a squadre e sono in totale quattro su otto le nostre medaglie “di gruppo”. Considerazione o per meglio dire constatazione che non toglie affatto valore agli exploits dei singoli ed al contrario completa le performances di chi – mettendosi al collo una medaglia individuale, ha di fatto posto le basi per il risultato d’assieme. Da qualsiasi prospettiva lo si osservi, un bilancio comunque ricco ed una… bilancia in equilibrio quasi perfetto: su un piatto il metallo pesante delle nostre medaglie, sull’altro talento, ambizione ed esperienze non solo agonistiche fuori dal comune.

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IL MEDAGLIERE TRICOLORE

Medaglie d’oro:

Cesare Maestri, Xavier Chevrier, Andrea Rostan, Henri Aymonod (Uphill Mountain a squadre)

Francesco Puppi, Andrea Rota, Cristian Minoggio, Mattia Gianola, Martin Dematteis, Luca Cagnati (Short Trail a squadre)

Medaglie d’argento:

Francesco Puppi (Short Trail)

Axelle Vicari, Anna Hofer, Emily Vucemillo, Matilde Bonino (Junior Up&Downhill Mountain a squadre)

Medaglie di bronzo:

Andreas Reiterer (Long Trail)

Axelle Vicari (Junior Up&Downhill Mountain)

Alberto Vender, Cesare Maestri, Xavier Chevrier, Daniel Pattis (Up&Downhill Mountain a squadre)

Giuditta Turini, Camilla Spagnol, Alessandra Boifava (Long Trail)

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Quattro medaglie individuali ed altrettante a squadre per la compagine azzurra, composta da una quarantina di atleti, una buona metà dei quali rientrati in Italia con una medaglia in valigia. Anzi, orgogliosamente esibita al collo all'apertura delle porte scorrevoli della sala degli arrivi internazionali e poi oltre ancora! Soddisfazione doppia oltretutto per i “mostri sacri” Maestri e Chevrier, per il fortissimo Puppi e per la giovanissima e promettente valdostana Vicari, medagliati a livello individuale e di squadra.

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Prima di passare al racconto (in chiave azrra ma non solo) dei tre giorni di gara della rassegna iridata, ecco un primo bilancio da parte di Mauro Germanetto, selezionatore dei nostri e cooordinatore tecnico:

“Con otto medaglie il bilancio è sicuramente positivo. Brillano due perle: gli ori di due squadre che non partivano da favorite, mentre i principali candidati al podio individuale hanno tutti centrato l’obiettivo. Si poteva forse raccogliere qualcosa in più, come nel trail corto femminile di sabato, oppure nelle gare senior donne e under 20 maschile dell’ultima giornata. Al netto di alcune fisiologiche controprestazioni, c’è stato però grande spirito di squadra e voglia di far fatica da parte di tutto il team. Rispetto al passato il numero di nazioni competitive è aumentato ed è un segno positivo che indica la crescita globale, ma anche più scelte strategiche da fare, in funzione delle diverse specialità, e da parte nostra siamo riusciti a colmare un gap storico nel trail. Abbiamo dovuto attendere tre anni per questo Mondiale, ci sarà da aspettare molto meno per il prossimo che si svolgerà a Innsbruck-Stubai, in Austria, dal 7 al 10 giugno del 2023. Gli Europei seguiranno poi nel 2024”.

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Andiamo quindi come anticipato a rivivere - giorno per giorno - il cammino dei nostri nella rassegna iridata (strada facendo dando conto di tutti i vincitori delle gare) con la collaborazione di FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggea) e quella di Marco Gulberti, le cui immagini illustrano in modo ricco ed esauriente il nostro servizio. 

IL MONDIALE DAY-BY-DAY

Venerdì 4 novembre

È subito medaglia d’oro per l’Italia nella prima giornata dei Mondiali thailandesi di corsa in montagna e trail. Gli azzurri conquistano la vittoria a squadre nella gara in salita a Chiang Mai, con una prova di carattere per riprendersi il trono iridato al maschile dopo sette anni. Un trionfo che matura grazie al settimo posto individuale del trentino Cesare Maestri (campione europeo in carica) ed all’ottavo del valdostano Xavier Chevrier, autore di una rimonta decisiva per il successo.

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Fondamentale anche il risultato di Andrea Rostan, il non ancora 24enne piemontese che arriva 17esimo, poi chiude 28esimo l’altro valdostano Henri Aymonod. In classifica l’Italia chiude a quota 32 punti con due lunghezze di vantaggio sulla Spagna (34) mentre la Svizzera (37) è terza. A livello individuale domina il keniano Patrick Kipngeno, vincitore della Coppa del Mondo in questa stagione, staccando di oltre un minuto e mezzo il connazionale Philemon Kiriago, con il bronzo al collo del sorprendente spagnolo Alejandro Garcia.

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A Team Kenya manca però il terzo atleta, necessario per completare la squadra mentre l’Uganda non si presenta neppure al via per un clamoroso errore dei dirigenti della squadra africana che portano i loro atleti all’arrivo invece che alla partenza della prova iridata…! Era dal 2015 che l’Italia non festeggiava il titolo maschile (nel format classico) a Betws-y-Coed in Galles, mentre nel 2017 c’era stato l’oro sulle lunghe distanze nell’edizione casalinga di Premana, in Valsassina.

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Tra le donne le azzurre si piazzano quinte ed anche nella gara femminile è settima la migliore al traguardo - la valtellinese Elisa Sortini - protagonista di una brillante prestazione. Alle sue spalle 21esima Gloria Giudici e 23esima la capitana Valentina Belotti. Ritirata invece Alessia Scaini al quarto chilometro sul percorso di 8,5 km per 1065 metri di dislivello, con il caldo umido a farsi sentire soprattutto nella prima parte. Si impone la statunitense Allie McLaughlin, in testa dall’inizio alla fine davanti all’austriaca Andrea Mayr ed alla svizzera Maude Mathys. McLaughlin trascina il team USA al primo posto con 39 punti in una classifica molto corta che vede sugli altri gradini del podio Gran Bretagna argento e Svizzera bronzo, entrambe con 41, a precedere Francia (45), Italia (51) e Repubblica Ceca (51). 

Sabato 5 novembre

Ancora a segno gli azzurri che salgono addirittura quattro volte sul podio nella seconda giornata. L’Italia vince l’oro nel trail corto di 38 chilometri con la squadra maschile trascinata da Francesco Puppi, splendido argento a livello individuale. Il trentenne comasco è autore di un’eccellente prova: è la sua quarta medaglia mondiale in carriera che si aggiunge alle tre (argento nel 2019 dopo l’oro del 2017 e il bronzo del 2015) ottenute nelle lunghe distanze di corsa in montagna.

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Tre azzurri chiudono nella top ten, per una magnifica prestazione collettiva che - dopo Puppi - incolonna il settimo posto del 22enne lombardo Andrea Rota (già sesto in questa stagione agli Europe) e il decimo del piemontese Cristian Minoggio. A seguire 18simo Mattia Gianola, 21esimo il capitano Martin Dematteis e 50esimo Luca Cagnati. Mai prima d’ora la squadra italiana aveva conquistato il successo a livello globale nel trail, ormai codificato in campo internazionale come la corsa in ambiente naturale su distanze più lunghe e inserito in questa prima edizione dell’evento riconosciuto da World Athletics che unifica le specialità.

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Costretto a rinunciare alla rassegna continentale di inizio luglio per essersi di nuovo infortunato al gomito, Puppi viaggia nel gruppo di testa composto da quattro atleti in fondo alla prima discesa. Poi resta saldamente in seconda posizione quando attacca il norvegese Stian Hovind Angermund che prevale con oltre tre minuti di vantaggio, mentre il britannico Jonathan Albon supera lo statunitense Max King per il bronzo. Nella classifica a squadre gli azzurri staccano di dodici minuti la Francia, terza la Gran Bretagna.

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Due medaglie per l’Italia anche nella distanza più lunga, il trail da 78 chilometri, con Andreas Reiterer a esultare per il bronzo. Corre da protagonista l’altoatesino, sempre in lotta per il podio, rispettando in pieno le attese della vigilia. Dopo oltre sette ore di gara, con la vittoria allo statunitense Adam Peterman e l’argento al francese Nicolas Martin, il pluricampione tricolore difende la terza piazza aumentando nel finale il margine sullo spagnolo José Angel Fernandez. Quarta la formazione italiana che può contare anche sul 17esimo posto di Davide Cheraz e il 20esimo di Riccardo Montani, quindi 25esimo Francesco Cucco, 37esimo Matteo Anselmi e 79simo Riccardo Borgialli. Nelle prime due posizioni USA e Francia e podio completato dalla Spagna.

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Festeggia il bronzo nel Long Trail(dislivello 4807 metri D+) anche la squadra azzurra femminile, al via con sole tre atlete ma tutte in grado di esprimersi al meglio. Nona la valdostana Giuditta Turini che precede due venete, Camilla Spagnol 23esima e Alessandra Boifava 25esima, per finire con quasi tre minuti sulla Norvegia rimasta fuori da un podio che vede Francia e Spagna sui gradini più alti. 

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Vince ancora la fortissima e carismatica Blandine L'Hirondel, già oro mondiale sui 44 chilometri nell’edizione 2019, campionessa europea in carica e vincitrice della CCC, la 100K dell'evento UTMB, che la spunta al termine del duello con la svedese Ida Nilsson mentre terza chiude la spagnola Gemma Arenas.

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Tra le donne nel trail corto la prima delle italiane è Fabiola Conti. Al debutto in Nazionale, la milanese coglie un brillante risultato: sesta dopo 38 chilometri (e 2425 metri di dislivello) a poco più di due minuti dalla zona podio. Il team delle azzurre si piazza quarto con il 16esimo posto di Chiara Giovando, il 20esimo di Camilla Magliano ed il 33esimo di Ivana Iozzia (che paga un avvio troppo rapido) dietro a Spagna, Stati Uniti e Gran Bretagna. Titolo mondiale per la romena Denisa Dragomir che si lascia alle spalle la ceca Barbora Macurova e la svedese Emilia Brangefalt.

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Domenica 6 novembre

Le ultime tre medaglie azzurre dei Mondiali thailandesi sono arrivate nella terza ed ultima giornata di gare. Dopo l’oro vinto nella gara “only up” di quarantott’ore prima, la squadra maschile assoluta si conferma sul podio, cogliendo questa volta la terza posizione nella gara Up&Downhill, dopo aver lottato per la seconda posizione che sfugge di un solo punto.

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Chiudono nella top ten i trentini Alberto Vender (capace di un settimo posto che lo proietta nell’élite internazionale) e Cesare Maestri, nono in recupero nel finale nonostante una distorsione, mentre il valdostano Xavier Chevrier è 14esimo, a completare il risultato da podio di Team Italia ed il promettente altoatesino Daniel Pattis è 29esimo sulla distanza di 10,7 chilometri per 443 metri di dislivello. Nella classifica dominata dall’Uganda (8 punti), argento alla Spagna (29) e terza di misura appunto l’Italia (30). Doppio metallo invece dalla prova Under 20 femminile di 6 chilometri con il bronzo individuale di Axelle Vicari.

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La valdostana già due volte medagliata agli Europei (argento in salita e bronzo “up and down”) è leader di una formazione che conquista l’argento con 19 punti grazie anche alla 17enne Anna Hofer - quinta al traguardo dopo una corsa a lungo condotta in zona podio - ed all’altra altoatesina Emily Vucemillo che chiude decima la sua prova tutta in rimonta, mentre la piemontese Matilde Bonino taglia il traguardo in 21esima posizione. Oro alla Gran Bretagna (7 punti), bronzo per la Francia (29).

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Nella giornata conclusiva della rassegna iridata, strapotere dell’Uganda: campioni del mondo Samuel Kibet e Rebecca Cheptegei tra i senior, oltre alle squadre maschili ed a Leonard Chemutai nella gara junior che al femminile va invece - unico successo sfuggito agli ugandesi - alla britannica Jessica Bailey.

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Le azzurre sono quinte con la squadra assoluta senior (successo per la Svizzera): 14esimo posto di Sara Bottarelli, 18esimo per Alice Gaggi, mentre Valeria Roffino e Vivien Bonzi chiudono la loro prova rispettivamente in 27esima e 32esima posizione.

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Guidata dal campione europeo Elia Mattio (nono al traguardo), la nostra formazione maschile Under 20 chiude sesta, con il contributo decisivo di Simone Giolitti (17esimo), Matteo Bardea (22esimo)e Nicolò Lora Moretto (24esimo), per un risultato d’assieme di rilievo e che soprattutto si affaccia su prospettive molto interessanti: dalle tinte tricolori, anzi azzurre, possibilmente tendenti alle tinte iridate!

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