Stefano Folini e Anna Frigerio firmano la settima edizione di un evento dai molteplici aspetti
di Stefano Gatti© Roberto Ganassa
Forse non tutti sanno che il territorio comunale di Buglio in Monte (Media Valtellina) si estende dai 250 metri circa del fondovalle principale fino ai 3678 metri della vetta del Monte Disgrazia: per un dislivello da oltre 3400 metri, un record nella provincia di Sondrio. Come spesso accade però la virtù sta nel mezzo. Sarà forse per questo (e in ogni caso ci piace pensarla così) che i dieci chilometri abbondanti di sviluppo di La vita è bella Run si snodano su strada, sentiero e mulattiera nel fitto dei boschi di mezza montagna, tutto intorno al paese di Buglio in Monte appunto, comune con “ambizioni” come detto… d’alta quota ma placidamente e operosamente appollaiato a mezza costa sul versante retico della Valtellina, a metà strada tra Ardenno e Berbenno, ad una trentina di chilometri scarsi dal capoluogo Sondrio. La premessa geografica era funzionale ad introdurre un evento sportivo con solidissime basi virtuose, all’insegna della condivisione e della solidarietà (oltre che della convivialità) che purtroppo a volte scaturiscono da eventi luttuosi ma in grado di unire un’intera comunità: magari piccola (Buglio conta duemila abitanti, frazioni comprese) ma viva, solidale e unita. In questo caso intorno alla famiglia Bertolini, colpita - ormai nell’autunno di sette anni fa - fa da un gravissimo lutto: la perdita da parte di papà Gianpiero e di mamma Gianna del figlio Daniele, scomparso in un incidente stradale a Castione Andevenno, non molto lontano da casa. Un vuoto incolmabile che da allora - ogni anno in vista di Ferragosto - la comunità locale prova a riempire con un evento sportivo (giunto quest’anno alla sua settima edizione, si conta anche la cancellazione-covid del 2020) nelle premesse e nel suo sviluppo immediato, destinato però a generare nel medio termine iniziative benefiche a livello locale al cui successo - insieme ai locals - contribuiscono ogni anno i runners (quest’anno c’eravamo anche noi di Sportmediaset) che dal paese, dal suo circondario, da tutta la Valtellina e oltre aderiscono alla manifestazione per rafforzarne anno dopo anno senso e sostanza. Con la profondità l’incisività - per tornare alla premessa iniziale - idealmente simboleggiata da un territorio comunale che dal fondovalle principale si spinge con i contorni di un cuneo appuntito su per boschi, alpeggi, praterie d’alta quota e crinali fino all’ambiente più propriamente alpino e al castello di rocce del Disgrazia. Per colpire nel segno e lasciarvi traccia almeno fino all’anno dopo, alla prossima edizione di La vita è bella Run.
© Roberto Ganassa
A fronte di una starting list di 176 atleti, sono stati 153 (110 uomini e 43 donne) quelli capace di collegare il via dalla piazza principale di Buglio in Monte con la linea del traguardo disegnata nel… cerchio di centrocampo del sottostante centro sportivo, campo base dell’evento nonché sede di un “terzo” tempo ricco, gustoso e partecipatissimo. Prima di sedersi a tavola per pasta, birra, frutta, dolce e chi più ne ha più ne metta, il menu di giornata prevedeva una traccia gara da dieci chilometri e trecento metri, con un dislivello positivo/negativo da 630 metri (al nostro dispositivo GPS) lungo un doppio anello che si sviluppava dapprima a saliscendi verso est (fino ai confini del territorio comunale con Berbenno di Valtellina) e poi - dopo un nuovo passaggio nella parte alta del centro abitato - verso ovest, in direzione Ardenno, per un secondo e più impegnativo loop nel quale si concentrava buona parte del dislivello da coprire, prima della picchiata finale verso il traguardo, subito dopo essere ripassati… dal via!
© Roberto Ganassa
In campo maschile, il primo a completare la missione è stato Stefano Folini del GS Castionetto ASD che ha in buona sostanza confermato il pronostico della vigilia. Già vincitore a Buglio nel 2021, Folini ha chiuso il doppio anello nel tempo finale di 54 minuti e 32 secondi. Secondo gradino del podio per il runner indipendente Elia Codazzi che si è presentato al traguardo con un ritardo di soli venticinque secondi dal vincitore, mentre sul gradino finale del podio è salito Michael Aili del GS CSI Colorina, che ha bloccato la fotocellula del cronometraggio sul tempo di 55 minuti e 47 secondi, vale a dire un minuto e 15 secondi più di Folini.
© Davide Vaninetti
Missione “under one hour” portata a termine con successo anche dal resto della top five assoluta (quarto posto per Michele Cornali del GS Valgerola Ciapparelli e dal runner libero Matteo Schenatti) ma poi anche dalla ventisettenne brianzola Anna Frigerio, che si è aggiudicata la vittoria di gara donne (e il sesto posto della classifica assoluta) con il tempo di 59 minuti e 40 secondi.
© Roberto Ganassa
Al suo secondo successo da queste parti (si era imposta anche due tre anni fa ed è una assidua frequentatrice del podio di Buglio), Frigerio l’ha spuntata sulle beniamine local Lucia Moraschinelli (tre vittorie) e Cinzia Cucchi (un successo) che questa volta si sono dovute accontentare del secondo e del terzo gradino del podio.
© Davide Vaninetti
Secondo posto finale (e diciottesima casella della classifica assoluta) per Moraschinelli in casacca rossa GS CSI Morbegno con il tempo di un’ora, quattro minuti e 45 secondi (a cinque minuti e cinque secondi dalla vincitrice), terzo per Cucchi del GP Talamona (ventottesima M/F) in un’ora, otto minuti e 24 secondi, ad otto minuti e 44 secondi quindi da Frigerio. Top five femminile completata da Serena Carganico (GS Valgerola Ciapparelli) e da Elisa Mazzolini (Team Valtellina ASD).
© Stefano Gatti
Finalmente in grado di raccogliere un invito… a lunga gittata (ricevuto in corsa nei chilometri finali della marathon di Valtellina Wine Trail del 2023), abbiamo deciso di affrontare anche noi di Sportmediaset la sfida di La vita è bella Run, rimettendoci in gioco su una distanza e in una modalità nelle quali l’ultima esperienza risaliva grossomodo a sei anni fa ma sempre da queste parti (Berbenno di Valtellina).
© Roberto Ganassa
L’arco di partenza si trova nella piazza principale, a non molti metri di distanza dal monumento ai caduti. E visto che una gara non è mai solo una gara, vale la pena ricordare che Buglio in Monte nella primavera del 1944 è stato uno dei primi comuni ad essere liberato dai partigiani, subendo poi una pesante e sanguinosa rappresaglia nazifascista nel corso di una vera e propria battaglia.
© Roberto Ganassa
Partenza a tutta come inevitabilmente accade, in barba a qualsiasi strategia e con la complicità di un inizio gara tutto in discesa, prima di “incappare” in una serie di saliscendi se non altro suscettibili di stabilizzare il ritmo e i bollori agonistici dei più scatenati tra di noi. Perdo subito le tracce dell’amico Elio (è stato lui come detto sopra a portarmi qui) del GS Valgerola Ciapparelli (le loro divise gialloblu oggi punteggiano la montagna) e quelle dei miei compagni di squadra di ASD Sportiva Lanzada Paolo Lanza e Franco Nani, che finiranno (loro ed Elio) meritatamente ben dentro il primo terzo della classifica. Io mi dovrò più modestamente accontentare di un piazzamento a metà classifica… abbondante.
© Roberto Ganassa
Viaggio per un paio di chilometri nella scia di Gianpiero Bertolini (il papà di Daniele) che - lo scoprirò solo dopo l’arrivo - corre sempre con il pettorale numero ventuno, in ricordo del giorno del compleanno di suo figlio. Il rientro in paese alla fine del primo anello offre nel suo traverso una buona occasione di recuperare energie e riassegnare le priorità per il secondo: “Okay, vediamo di portarla a casa in condizioni dignitose”. All'uscita dal centro abitato una signora che sta innaffiando l'orto a bordo strada si offre di darmi una provvidenziale rinfrescata: "Doccetta? Molto volentieri!".Il caldo torrido (34 gradi e colonnina del mercurio in salita come e più della strada) fa il suo sporco lavoro ma i punti di ristoro son ben distribuiti e riforniti di tutto il necessario: bello per una volta viaggiare con spalle e schiena scariche dello zainetto da trail e sky!
Soffro il caldo ma per qualche motivo misterioso che non mi curo di approfondire è con le alte temperature che rendo meglio in gara, quindi via così. Le rampe del secondo loop sono - se non più lunghe, beh… anche - quantomeno più ripide rispetto a quelle del primo. Il fondo in alcuni tratti asfaltato non facilita le cose ma bisogna ammettere che - non superando mai la quota della vegetazione d’alto fusto - viaggiare lungamente nel fitto del bosco aiuta.
© Roberto Ganassa
Molto piacevole in particolare il tratto di gara all’altezza di un antico mulino: un angolino verdissimo, vagamente bucolico ma soprattutto freschissimo. Dura poco però, fino alla prossima rampa. Poi un lungo traverso per riportarsi sulla verticale di Buglio e - raggiunto il punto più alto dell’intero itinerario - tuffarsi in picchiata verso l’arrivo lungo un sentierino bello tecnico (simile ad uno già affrontato nel primo anello) che però affronto con il freno tirato: il pensiero va inevitabilmente ai prossimi impegni, ad iniziare dalla storica Skyrace Valmalenco-Valposchiavo, una delle gare che io chiamo "casa".
© Roberto Ganassa
È fatta: lascio letteralmente per strada tra le vie di Buglio un paio di posizioni o forse tre prima di raggiungere la linea del traguardo, sedermi… in panchina a ricompormi e mettere a fuoco - al di là del rettangolo di gioco - un ricco tavolo ristoro finale a base di uva, anguria, torte e quant’altro. Ne approfitto quanto basta, poi punto dritto al bar e mi concedo una birra freschissima che spilla gratis per tutti (atleti, familiari, amici e accompagnatori): la prima di due sole, per questa volta. Devo rimettermi in macchina tra un paio d’ore e con la vita (la propria e quella del prossimo) non si scherza. Perché – si sa – la vita è bella ed è una sola. Le corse invece sono tante e io ho già in mente la prossima.
© Roberto Ganassa
Prima però mi godo la cerimonia delle premiazioni, un emozionante momenti di ricordo di Daniele da parte dei suoi amici, il pranzo, la conversazione con amici vecchi e nuovi (l’infaticabile Guendalina e il collega runner Elio che come detto sopra si è spesso altrettanto instancabilmente per portarmi qui) e soprattutto la stretta di mano forte e l’arrivederci (farò il possibile!) all’anno prossimo con Gianna e Gianpiero, i genitori di Daniele.
© Roberto Ganassa
Costituita nel mese di settembre del 2021, “La voce di Daniele” è un’associazione no profit che gestisce in completa autonomia l’evento La vita è bella Run. La missione della famiglia Bertolini e dei membri dell’associazione si spiega in due parole: ricordo e solidarietà. L’evento sportivo (a carattere non competitivo) è nato nel 2019 ed è stato fortemente voluto, patrocinato e sponsorizzato dalla Fondazione Pro-Valtellina che - in accordo e con la partecipazione della Prefettura di Sondrio - ha costituito il fondo di beneficenza “La voce di Daniele”, del quale la gara di trailrunning rappresenta la principale voce di finanziamento. Nel corso degli anni, i progetti finanziati da Pro-Valtellina grazie alle somme raccolte da La Vita è bella Run (confluite nel fondo “La voce di Daniele”) hanno riguardato l’acquisto di un pulmino adibito al trasporto di persone fragili (con disabilità e anziane), quello di apparecchiature ad alta tecnologia per lavori di gruppo a livello scolastico, il finanziamento di vacanze-studio all’estero per i giovani del posto, il sostegno a campagne solidali sempre in ambito scolastico. Insieme al generoso contributo di Fondazione Pro-Valtellina, il ricavato dell’edizione 2025 di La vita è bella Run sarà utilizzato per la riqualificazione del campetto di calcio adiacente alla scuola primaria di Villapinta, località del comune di Buglio in Monte che offrirà agli alunni la possibilità di tornare a giocare in sicurezza nelle ore di lezione dedicate all’attività fisica, rappresentando al tempo stesso per i ragazzi più gradi un nuovo punto di incontro in orario extrascolastico.
© Davide Vaninetti