TRAILRUNNING

La magia dei colori autunnali infiamma le sfide di un itinerario senza respiro: è il Trail del Monte Casto!

L'impegnativa prova piemontese riprende il filo di un discorso iniziato nel 2006 ed interrotto l'anno scorso dall'emergenza sanitaria.

di
  • A
  • A
  • A

Classico appuntamento di un fine stagione che… non esiste più, il Trail del Monte Casto torna domenica 31 ottobre con la sua doppia proposta sui sentieri del Biellese colorati in questo periodo dalle tonalità accese (per non dire fiammeggianti) del “foliage” autunnale, in contrasto con il verde delle pinete. Suggestioni destinate - appunto - ad accendere lo spirito competitivo dei top runners e la strabordante passione degli amatori. Maurizio “Mau” Scilla, trailrunner di lungo corso ed anima della prova ci spiega dove, come, quando e soprattutto... perché!

Due i percorsi competitivi a disposizione dei trailrunners: il classico itinerario da 20 chilometri ed 850 metri di dislivello positivo ed il doppio anello da 44 chilometri di sviluppo con 2050 metri di dislivello positivo, la prova lunga che (con distanze comprese tra i 42 ed i 46 chilometri) ha fin dal secondo anno completato… al rialzo l’offerta di TMC. Entrambe le gare sono state approvate a livello regionale da FIDAL e la “lunga” assegnerà il titolo di Campione Italiano CSEN Ultratrail. Per iscriversi c’è tempo fino a martedì 26 ottobre ed il Green Pass è requisito obbligatorio per potersi schierare al via. Diamo subito la parola a Mau Scilla, vero e proprio "deus ex machina" del Trail del Monte Casto.

MS: In pratica il Trail del Monte Casto sono io…! Ho creato una ASD apposta. L’idea è nata una quindicina di anni fa. Vivo ad Andorno, in pratica sul percorso. Volevo far conoscere al maggior numero di persone possibile i “miei” sentieri. Abbiamo iniziato nel 2006 con la 21 chilometri (che oggi sono venti) e la prima edizione fece circa duecento iscritti, quindi andò bene perché non dimentichiamo che stiamo parlando di sedici anni fa. Da lì in avanti siamo cresciuti anno dopo anno fino a diventare una classica di fine stagione. O meglio, siamo nati come appuntamento fisso di fine stagione nel senso che dopo… non ce ne erano altri, all’epoca. Oggi non è più così, la stagione del trailrunning non finisce mai…! Noi però siamo sempre rimasti fedeli all’ultima domenica di ottobre: quella del ritorno all’ora solare, un piccolo vantaggio per chi viene a correre da noi perché la mattina della gara… si può dormire un’ora in più! Lo dico pensando a chi sceglie di misurarsi con gli avversari sulla gara lunga che prende il via alle sette.

Dopo un anno di sosta forzata causa emergenza sanitaria, l’imperativo per Mau Scilla e per i suoi collaboratori era reagire, rimettendo in calendario l’appuntamento biellese, sperando in un bis della splendida giornata dell'edizione più recente (quella del 2019) , testimoniata dalle immagini di Francesco Berlucchi e di Giuliano Fighera che illustrano il nostro servizio.

MS: Sarebbe stato molto... pericoloso saltare la gara per il secondo anno di fila. Si corre il rischio di perdere la propria ‘clientela’ più affezionata, un po' come capita ad un esercizio commerciale che resta chiuso per due mesi. Perché poi qualcun altro occupa la tua data e dopo nascono spiacevoli discussioni quando cerchi di riprendertela… Era importante ripartire, anche se quest’anno ci sono mille complicazioni in più, legate all’emergenza sanitaria. L’anno scorso invece non me l’ero sentita, anche se si trattava della mia creatura. Ho iniziato la mia carriera di trailrunner nella seconda metà degli anni Novanta, ho fatto parte del team ufficiale Lafuma in Francia, ho corso in ogni parte del mondo ed ho organizzato insieme a Nico Valsesia e Marco Abbà prima il Red Bull K3 sul Rocciamelone e poi il Via Lattea Trail. Ma il Trail del Monte Casto è diverso: è la gara di casa, sui sentieri che percorrevo da bambino con la mia mamma. Non poteva finire così. L’anno scorso era giusto fermarsi, vedevo le gare come una forzatura. Io ho corso tanto ma in libertà: ho segnato e pulito tutto l’itinerario, rendendolo percorribile per almeno tre settimane da parte di chi lo voleva affrontare in solitaria, come e quando voleva. Ma quest’anno no, avevo proprio voglia di farlo ed è partito lo stimolo e già a maggio quando - grazie all’allentamento delle restrizioni ed alle prime riaperture - ho deciso che la gara sarebbe ripartita.

Per quanto riguarda la gara lunga, il tracciato si snoda interamente su sentieri e strade sterrate. Il percorso tocca alcuni angoli incantevoli del biellese - a partire dal Monte Casto che dà il nome alla prova - per proseguire attraversando gli alpeggi di Monduro e Carcheggio e salire al Bocchetto Sessera (metri 1380) tramite la classica mulattiera usata per la transumanza, con incomparabili viste sulle montagne del Biellese e sulle Alpi del Piemonte. Entrato nell'Oasi Zegna, il percorso porta al Monte Massaro, per poi raggiungere la caratteristica baita della Scheggiola, passare all'alpeggio Baraccone e - attraverso il bel ponte a schiena d'asino - al Rifugio Piana del Ponte, dove gli atleti troveranno ad attenderli un ricco ristoro. Qui il sentiero ricomincia a salire per passare a fianco del ponte della Milizia, raggiungere la Casa del Pescatore e salire - immerso nella pineta - fino al bellissimo alpeggio dell'Artignaga, per poi tornare al Bocchetto Sessera. Un bel sentiero conduce i trailers a Pratetto, poi a Frazione Trabbia di Callabiana. Un lungo traverso porta a Locato, per affrontare poi l'ultima asperità della giornata: la salita alla località “Quadetto”. Da qui un traverso nel bosco permette di raggiungere la frazione Colma e poi in discesa ritornare al luogo di partenza, ai 544 metri di quota di Andorno Micca, in provincia di Biella.

MS: La prova lunga è tosta nel senso che è tanto da correre. Si compone dell’anello della 20K con l’aggiunta di un secondo anello. I primi sette chilometri sono in comune, poi i due tracciati si separano e la 44K sale ed entra attraverso il Bocchetto Sessera in un’altra valle, dalle parti di Bielmonte: l’alta Val Sessera, appunto. Lì descrive un itinerario ad anello, per poi ridiscendere fino a ritrovare il percorso della 20K che segue fino al traguardo. Un itinerario bellissimo, che non torna mai sui propri passi: ci saranno sì e no trecento metri in comune, in un incrocio di sentieri tra andata e ritorno. La parte superiore del tracciato è spettacolare: viene percorsa dalle escursioni a cura dell’Oasi Zegna in questo periodo: quello del ‘foliage’. I colori sono stupendi, soprattutto per il contrasto tra il verde delle pinete e le tonalità calde delle foglie delle altre piante, che oltretutto variano in continuazione. Da questo punto di vista lo scorcio più suggestivo è quello delle baite in pietra di Artignaga, all’uscita dalla pineta!

Sui sentieri della Valle Cervo e dell’Alta Valsessera in questi anni sono saliti sul podio moltissimi atleti di livello nazionale e internazionale. In campo maschile, solo per citare i più conosciuti: Cristian Minoggio, Luca Carrara, Filippo Bianchi, Davide Cheraz e poi ancora Gabriele Abate, Danilo Lantermino ed il nepalese Dawa Sherpa. Tra le donne: Sonia Locatelli, Sonia Glarey, Chiara Giovando,Yulia Baykova, Scilla Tonetti, Federica Boifava, Cinzia Bertasa, Virginia Oliveri, Lisa Borzani, Cecilia Mora, Marina Plavan, Emanuela Brizio, le francesi Maud Gobert e Corinne Favre.

Sulla distanza più lunga il parterre maschile è forte (nel vero senso della parola) di una ristretta elite di top runners: lo svedese Carl Johan Sörman sembra il favorito della vigilia ma Diego Angella, Matteo Anselmi, Manuel Bonardi, il vincitore del Tor des Glaciers Luca Papi ed il biellese Francesco Nicola proveranno a dire la loro. Tra le donne si prevede una bella battaglia tra Monica Dalmasso, Giulia Sapia, Agnese Valz Gen, Susan Ostano, Alessandra Boifava e Lisa Borzani. Nella 20K sicuri protagonisti la giovane promessa Daniel Borgesa e Michael Dola tra gli uomini, Emma Quaglia e Benedetta Broggi tra le donne.

Maurizio, da quanto ci hai raccontato, sembra proprio che a fare la differenza saranno le condizioni meteo che più volte nel storia del Trail del Monte Casto - anche recentemente - hanno complicato la vita non poco ai concorrenti...

MS: Se il tempo sarà bello, la gara sarà spettacolare, anche per via dei colori del foliage. Un paio di volte in passato ho dovuto cancellare la parte alta dell’itinerario a causa della neve (un anno quindici centimetri al Bocchetto Sessera), tirandomi addosso le critiche dei concorrenti delusi dal "taglio" ma… non avevo alternative: non sarebbe stato possibile garantire la tempestività e prima ancora l'operatività di eventuali missioni di soccorso. E poi, poi c’è stato il 2018… Tre anni fa è stata una cosa esagerata: il diluvio universale! Certi ruscelli erano così ingrossati dalle piogge che le ragazze più minute abbiamo dovuto tenerle per mano perché altrimenti la corrente forte se le sarebbe portate via…!

La partenza è prevista alle sette del mattino per la 44K ed alle nove per chi prenderà il via della prova breve. Alle nove e 30 verrà invece dato il via alla passeggiata non competitiva da otto chilometri, per la quale ci si può iscrivere direttamente sul posto prima del via.

Contraddistinta dal clima di convivialità e festa che vi si respira, la manifestazione è un vero spot pubblicitario per far conoscere alcuni angoli quasi sconosciuti del territorio, piccoli gioielli che il territorio biellese regala a chi ama immergersi nella natura. Gli splendidi colori dell’autunno biellese faranno compagnia lungo tutto il tracciato agli atleti.

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments