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Cambio in corsa: Trail dei Corni Valbrona, sveglia alla primavera

La quinta edizione della prova di Valbrona chiama a raccolta i trailrunners sui sentieri del Triangolo Lariano

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© Trail dei Corni

Trail dei Corni 2023 brucia tutti (tanti, almeno!) sul tempo e anticipa di due mesi e mezzo sulla tradizionale data di inizio estate: la quinta edizione è in programma domenica 2 aprile sulle montagne che circondano il paese di Valbrona, nel Triangolo Lariano che divide il ramo comasco da quello lecchese del Lario, appunto. Cambio radicale di data - in buona sostanza ai due antipodi della primavera - ma anche di “targa”: da FIDAL a FISky, switch filosofico che la dice lunga sulla rotta scelta dai suoi organizzatori per l’evento. Novità anche per quanto riguarda l’itinerario. Due le varianti al tracciato originale: ottocento metri più lungo nella prima parte di gara: se ne recuperano poi trecento nel finale di gara. Il monte-chilometri sale così a 26 e mezzo, elevando ulteriormente il salto di qualità di una prova che si candida ora - senza che questo ne limiti l’identità - a valido test run competitivo in vista dei “grandi giri” trail dell’estate ma anche delle più brevi e più tecniche “sky” lungo l’arco alpino e non solo.

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 Il cambio di rotta a livello di itinerario strettamente detto e di timing della prova “azzerano” di fatto i record dell’evento TDC ma il richiamo ai vincitori della passata edizione vale come certificazione di qualità della prova organizzata da uno staff appassionato ed ormai collaudato: quello che risponde alla ragione sociale di Sportiva Valbronese ASD. Ad imporsi lo scorso mese di giugno a Valbrona dopo due anni di sosta forzata (a causa naturalmente dlel’emergenza sanitaria) erano stati due top runners: Jean-Baptiste Simukeka e Paola Gelpi. Il fortissimo militare ruandese in forza a GS Orecchiella Garfagnana si era aggiudicato la vittoria al maschile davanti a due beniamini local: il Falco (di Lecco) Danilo Brambilla e Moreno Sala (GSA Cometa).

 

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Tra le ragazze invece la portacolori comasca di NSC Bellagio Sky Team/La Sportiva, aveva messo in fila la specialista milanese dell’ultradistanza Guendalina Sibona e la tenace Cristina Germozzi (VAM Race). Testimone delle performances degli atleti élite - ma pù ancora della giornata di festa a tutto running di Valbrona - era stato il pluriolimpionico di canoa Antonio Rossi, in rappresentanza di Regione Lombardia. Sottosegretario con delega allo Sport, Olimpiadi 2026 e Grandi Eventi, il campione lecchese aveva fatto da starter d’eccezione della gara-clou ma anche dello Junior Trail, il percorso per bambini e ragazzi predisposto attorno al centro sportivo di Valbrona.

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Ambientato nella “Valle delle Sorgenti” (così conosciuta per l’abbondanza delle acque), il Trail dei Corni viene da… molto lontano, potendo vantare una diretta discendenza con la “Corsa ai Corni” degli anni Trenta! Pur con alcune interruzioni, la prova ambientata sui sentieri al centro delle montagne del Triangolo Lariano è arrivata fino ai giorni nostri, assumendo la sua attuale denominazione a partire dal 2017.

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Il percorso della gara si sviluppa sui due versanti del paese, nel settore più orientale del Triangolo. Dal fondovalle di Maisano (metri 490 slm), puntando ad ovest si raggiungono prima i vecchi alpeggi di Prezzapino e Alpe di Monte, poi il laghetto di Crezzo (primo ristoro), subito dopo il quale si inconta la prima variazione al percorso tradizionale: si prende subito a sinistra nel bosco, evitando così un tratto di asfalto, e si percorre tutta la cresta ondulata che conduce ai mille metri di quota del Monte Megna (primo GPM di giornata). Il percorso resta quello “storico” del TDC degli anni scorsi fino al chilometro ventiquattro, all’altezza della località Oneda.

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Si affronta una bella discesa che riporta in pratica alla quota iniziale: ai 450 metri di Visino (un’altra delle quattro frazioni di Valbrona), passando per l'abitato di Alpe Megna. Qui inizia l'ascesa del versante orientale attraverso Prera, la cresta di Cranno e la Colletta dei Corni, dove è posizionato l’unico cancello orario intermedio, da “varcare” entro tre ore dal via. Si sale ancora da Costabella fino alla Forcella dei Corni, secondo (e più alto) GPM della gara con i suoi 1300 metri di quota.

 

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Si prosegue in discesa fino alla Colma di Val Ravella, Acqua del Foo (1000 metri), per poi affrontare l'ultima asperità che - attraverso la Bocchetta di Val Luera e lo spettacolare passaggio sotto il Pilastrello - porta al Rifugio SEV a Pianezzo (metri 1200). Inizia qui l'ultima discesa, quella nel primo tratto molto tecnica che - attraverso le baite Barchett e Gaget, raggiungendo Oneda, dove (seconda variante all’itinerario originale) si prende a sinistra il nuovo sentiero lungo la valle del Criarolo, più corribile e molto interessante dal punto di vista geologico e naturalistico. Oltrepassata la valle, si attacca l’ultimo chilometro di gara che, con una sorta di passerella finale in centro paese (a Osigo, quarta frazione di Valbrona), riporta al centro sportivo di via Milano.

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Caratteristiche tecniche a parte, il percorso offre diverse peculiarità a livello storico e paesaggistico. Lungo l’itinerario (interamente segnalato con le inconfondibili targhe gialle di TDC) si ripercorre il passato di Valbrona con i vecchi nuclei, le ghiacciaie, i caselli dell'acqua, i numerosi massi erratici, le grotte e le palestre naturali di arrampicata. L'acqua presente in abbondanza (siamo come detto sopra nella “valle delle sorgenti”) dona alla ricca vegetazione di faggeti e castagneti secolari quella tonalità di verde intenso, ricordato anche da Giovanni Segantini. Il nome stesso di Valbrona, in origine un villaggio celtico, deriverebbe dai toponimi germanici “wald” (bosco) e “bron” (sorgente). Delle numerose chiese visibili lungo l’itinerario ricordiamo S. Michele, risalente al XIV secolo, che conserva preziosi affreschi.

 

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Detto degli aspetti storici, veniamo a quello paesaggistico. A fare da sfondo alla prova il gruppo montuoso dei Corni di Canzo - che divide quest’ultimo comune appunto da Valbrona - digradanti per altezza da ovest verso est: il Corno Occidentale (1373 metri), il vicino Corno Centrale di poco più basso (1368) ed il più appartato Corno Orientale da 1232 metri di quota, appartenente a Valmadrera. Ad accompagnare gli atleti lungo tutto il percorso ci sono panorami di rara suggestione sulle Prealpi e sull’arco alpino. Il punto panoramico per eccellenza è situato nelle vicinanze del Rifugio SEV (ai piedi delle pareti settentrionali dei due Corni maggiori) ed unisce in un’unica veduta la maestosità delle Grigne in primo piano, il Legnone, il Monte San Primo, la catena delle Alpi occidentali con il Cervino, i gruppi del Monte Bianco e del Monte Rosa, l’inconfondibile Monviso. Ed ancora la Brianza, il ramo lecchese del Lario, il Resegone e le Prealpi Orobie a cavallo con la provincia di Bergamo.

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Nei difficili anni dell’emergenza sanitaria (che come detto ha provocato la cancellazione di TDC nel 2020 e nel 2021) i turisti hanno riscoperto questo territorio compreso tra i duecentoventi metri di quota della località Liscione (dove Valbrona tocca le acque del lago) fino ai 1373 metri della vetta del Corno occidentale. Tutto questo grazie alla varietà di sentieri sempre ben curati dai volontari di varie associazioni, che ne stanno valorizzando anche di nuovi. Gli stessi volontari, ormai conosciuti come ”le magliette gialle”, che permettono di organizzare e gestire al meglio il Trail dei Corni.    

Per maggiori informazioni su programma, percorso e iscrizioni visitate www.traildeicorni.it

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