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TRAILRUNNING

Angeli e… demoni: Pasquetta “infernale” su sentieri e mulattiere del Monte di Brianza

Una prova poca conosciuta ma di grande impegno a metà strada tra la Pianura e le Prealpi del Triangolo Lariano

di Stefano Gatti
07 Mag 2022 - 14:26
 © Corsa dell'Angelo

© Corsa dell'Angelo

Gita fuori porta di Pasquetta? Oh sì, però a tutto running! Per non perdere le buone abitudini, anche quando il calendario offre poche occasioni. È proprio in casi del genere che capita di imbattersi nella gara che non ti aspetti, praticamente dietro l’angolo. Noi però siamo andati sul sicuro, prendendo per la terza volta parte alla Corsa dell’Angelo di Colle Brianza, a mezza costa sul versante occidentale del Monte di Brianza. Molto più di una gara di trailrunning!

Va bene saltare una domenica. Va bene e magari fa anche bene ma… se il lunedì ti offre la possibilità di calzare le scarpe da trail e spillarti addosso l’ennesimo pettorale… perché no? Quindi via, alla Corsa dell’Angelo di Ravellino, frazione di Colle Brianza, provincia di Lecco: una sorta di terra di mezzo (senza connotazioni negative) tra la Pianura Padana e le prime elevazioni “serie” delle Prealpi. Colline, prati e boschi che di solito sfilano via veloci e senza dare troppo nell’occhio, puntando decisamente verso le più... impattanti suggestioni dell’arco alpino. Non oggi, però. Oggi siamo tutti più buoni, più… angelici ma so già che tra poco - sotto il gonfiabile della partenza - gli sguardi saranno belli cattivi, per così dire… diabolici. Anche perché - ed anche questo lo so bene, avendo corso qui nel 2018 e nel 2019 - i ritmi si faranno da subito… infernali. D’altra parte qui non si scherza. La Corsa dell’Angelo è alla sua quarantaduesima edizione, anche se solo negli ultimi anni - con l’attuale comitato organizzatore - pur essendo ancora (e un po' inspiegabilmente) ai margini del giro che conta, ha fatto un deciso salto di qualità, proponendo ben tre distanze: la cinque chilometri, la undici chilometri e la prova sulla mezza maratona. Davvero impegnativa perché molto varia per tipologia di terreno e quasi interamente corribile, senza tante storie!

© S. Gatti

© S. Gatti

In fase di riscaldamento incrocio Luca Del Pero, azzurro di skyrunning e atleta di punta dei Falchi di Lecco che non mi aspettavo di trovare al via. I top runners oggi non abbondano. Un rapido saluto quando ci incrociamo e - guardandomi intorno - un facile pronostico: vincerà lui. Detto fatto: un’ora, 29 minuti e 57 secondi dopo il segnale del via, il toprunner brianzolo farà in splendida solitudine rientro a Ravellino, al termine di una fatica vincente da ventuno chilometri ed un dislivello positivo di ottocento metri, con oltre quattro minuti e mezzo di vantaggio su Dario Rigonelli (OSA Valmadrera) e più di undici su Massimiliano Binda (Triangolo Lariano).

Pronti via e siamo già tutti parecchio “ingaggiati” tra le strette viuzze di Ravellino: tornante a gomito, inversione di rotta e giù a tutta per uno stradone che ci impegna a fondo per qualche minuto, prima di una secca volta a sinistra dove… cambia tutto o quasi. Si calpesta ancora l’asfalto ma la pendenza inizia a farsi impegnativa: corsa e camminata si alternano regolarmente attraversando le località di Scerizzetta e Scerizza, poi finalmente il bitume resta alle spalle e ci addentra senza esitazioni sui fianchi del Monte di Brianza che (con andamento nord-sud) divide queste zone dal corso dell’Adda e dal ramo lecchese del Lario. Sentierini single-track e mulattiere si alternano a fino a sboccare di nuovo (ma non a lungo) nell’abitato di Cagliano. Una breve sosta al ristoro per bere qualcosa, poi si punta decisamente verso l’alto: siamo partiti a quattro e 40 al chilometro (i top runners molto meno…) ma adesso siamo già sopra i sette… Passiamo per la Madonna del Sasso ma non è ancora ora di tirare il fiato: i demoni sono lì che ci aspettano. Siamo solo a metà della dura rampa continua che porta a raggiungere la lunga cresta del Monte di Brianza. Secondo ristoro: butto giù un gel Enervit e me ne infilo un paio di altre bustine nella tasca della divisa. Peccato però che le ritroverò lì intatte a fine gara…!

© Corsa dell'Angelo

© Corsa dell'Angelo

Il più è fatto, nel senso della salita più dura. Ora si tratta di cavalcare la cresta in leggera salita, puntando al Crocione (879 metri di quota), il punto più elevato del Monte di Brianza. In questo tratto (diciamo così a doppio senso di marcia) incrociamo quelli bravi, che stanno già scendendo. Bravi sì ma… non bravissimi: Luca Del Pero ed i suoi più immediati (si fa per dire) inseguitori, sono già passati. A proposito di gente che ci dà dentro: tra le ragazze la 21K la vince Sara Ruffoni (GS Valgerola) in un’ora, 58 minuti e 46 secondi (P20 della classifica generale), davanti all’intramontabile Patrizia Pensa (ultrarunner di razza del Team Pasturo) a poco meno di sei minuti e da Daniela Gilardi (SEV Valmadrera), a poco più di nove.

© Corsa dell'Angelo

© Corsa dell'Angelo

Non ci resta che… sottoporci (i demoni, ancora loro) all’ultimo supplizio della giornata: la rampa praticamente verticale - per fortuna agevolata da una serie di gradoni - che "atterra" sul piccolo spiazzo di vetta. Ora non ci resta che affrontare la volata verso il traguardo: quasi tutta discesa ma non ci si può certo rilassare: è interamente da correre - senza scampo - e bisogna fare molta attenzione! Faccio un po’ di tira e molla con Claudia di 3 Life ASD. Superiamo San Genesio, doppiamo Campsirago, poi ritroviamo l’asfalto e - a Cagliano - chiudiamo l’anello alto della Corsa dell’Angelo, ripassando per il primo ristoro. Veloce rifornimento e via. Ormai siamo tutti sparpagliati lungo l’itinerario, dalle parti di Giovenzana, ennesima frazione di Colle Brianza: posizioni acquisite o quasi.

© Corsa dell'Angelo

© Corsa dell'Angelo

Da qui in avanti praticamente tutto asfalto, tranne l’ultimo chilometro: saliscendi che non fanno male ma che preludono - lo so bene - ad un tratto in discesa lungo via Europa, dove bisogna spingere a fondo. Stacco definitivamente Claudia. Buon segno, si vede che la mia gestione di gara mostra finalmente segni di miglioramento. Mi raggiunge, mi supera e mi lascia invece clamorosamente sul posto Luca dei Runners di Bergamo… Mah! Svolta secca a destra, tra le viuzze di Piecastello e Bestetto, fino al fondo “misto” dell’ultimo chilometro: acciottolato, prato e mulattiera in falsopiano e salita. Luca di cui due righe sopra si pianta senza preavviso: metto la freccia e ciao, ci vediamo al traguardo.

© Corsa dell'Angelo

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Scollino ormai in scioltezza su via Ripamonti (con il classico sollievo da “non mi prendono più”) e poi attacco la breve rampa che porta all’edificio scolastico di Ravellino, dove taglio il traguardo in due ore, venti minuti e spiccioli. Nel 2018 avevo impiegato cinque minuti di meno, nel 2019 dieci di meno: progressione interrotta…! Peccato aver invertito la tendenza "virtuosa"di qualche anno fa. Brutta storia l’età che avanza ma in fondo conta soprattutto essere qui, a provarci ancora: Il demone della corsa, appunto!

E poi, lo sguardo vola già oltre: laggiù in fondo c'è il profilo frastagliato delle Prealpi del Triangolo Lariano: Cornizzolo, Rai, Sasso Malascarpa (un nome dal suono un po' sinistro, per chi corre!). E poi ancora Prasanto, Moregallo, Corni di Canzo. Next stop: Trofeo Dario&Willy a Valmadrera, la superclassica del Primo Maggio!

© S. Gatti

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