A Tokyo comincia la stagione delle “Majors”, il “grande slam” della maratona

Chi taglia il traguardo di tutte e sei le maratone riceve un attestato e una speciale “supermedaglia”

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Si chiama Abott World Marathon Majors e in pratica è il “grande slam” della maratona, che raduna in una classifica a punti le sei maratone più grandi del mondo (Parigi esclusa): si comincia domenica 3 marzo con la Tokyo marathon e si proseguirà con gli appuntamenti di Boston (15 aprile), Londra (28 aprile), Berlino (29 settembre), Chicago (13 ottobre), New York (3 novembre).

Partito nel 2006, inizialmente con cadenza biennale, il circuito assegna, per ognuna delle sei maratone, 25 punti al primo classificato, 16 punti al secondo, 9 al terzo, 4 al quarto e uno al quinto. Alla fine delle sei corse, viene stilata la classifica che tiene conto dei migliori due punteggi ottenuti da ogni atleta. Vincitore e vincitrice del circuito ricevono un premio di 500.000 dollari. Il circuito, però, fa gola anche agli appassionati non top runner: chi taglia il traguardo di tutte e sei le maratone (senza il limite dell'anno di tempo) riceve un attestato e una speciale “supermedaglia” composta dalle sei medaglie da finisher delle singole gare. Le sei maratone di quest'anno, inoltre, funzionano come tappe di qualificazione per le tante categorie del settore master (da 35 anni in su): i migliori uomini e donne di ogni gruppo di età verranno ammessi a disputare il campionato mondiale master alla maratona di Londra 2020.

Domenica 3 marzo, per la prima volta sul tracciato che verrà utilizzato per i Giochi olimpici del 2020, Tokyo vedrà di nuovo al via il keniano Dickson Chumba, vincitore nel 2014 e nel 2018, e terzo negli anni di mezzo, 2015 (quando vinse Chicago), 2016 e 2017. Assente Kenesisa Bekele, in precedenza annunciato al via, la starting list annovera però altri tre top runner con primato personale al di sotto delle 2h05': gli etiopi Seifu Tura e Birhanu Legese e il rappresentante del Barhein El Hassan El Abassi.
Il tifo, però, sarà tutto per Suguro Osako, primatista giapponese con il 2:05'50” ottenuto a Chicago nel 2018, quando giunse terzo. Tra le donne, i favori vanno all'etiope Ruti Aga (2:18'34” a Berlino 2018), seconda l'anno scorso a Tokyo alle spalle di Birhane Dibaba, ma al via ci sono anche altre tre atlete con un personale al di sotto delle 2h20': le due etiopi Feyse Boru Tadese (2:19'30”, Dubai 2018) e Yebrgual Melese (2:19'36”, Dubai 2018) e la keniana ex primatista del mondo della mezza maratona, Florence Kiplagat (2:19'44”, Berlino nel 2011), che in curriculum vanta i titoli mondiali di cross 2009 e della mezza maratona nel 2010.

Nel 2018, nella classifica delle maratone col maggior numero di arrivati, la 42 chilometri della capitale nipponica si è piazzata al sesto posto con 34.542 finisher, preceduta da New York (la più grande con i suoi 52.705 arrivati), Chicago (44.549), Parigi (42.522), Berlino (40.650) e Londra (40.223).

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