Tanti nomi accostati ai nerazzurri ma la realtà è che si lavorerà in entrata solo a fronte di una uscita
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L'Inter ha un problema in difesa? Diciamo che i numeri - i gol incassati - sono per lo meno un campanello d'allarme. Discorso comunque complesso, se non altro perché sarebbe più opportuno parlare di "fase difensiva", cosa che allora retrodata la questione già alla stagione passata. Detto questo, è un dato di fatto che quello che era ieri il reparto difensivo tale è rimasto oggi, tant'è che i tentativi vani per acquistare Leoni sono stati nelle ultime settimane il segnale di una necessità di svecchiamento chiaramente percepito anche dalla dirigenza nerazzurra, oltreché segnalato dallo stesso Chivu.
Darmian, Acerbi e De Vrij hanno una carta d'identità pesante ma si è comunque deciso di proseguire con loro. A sinistra Bastoni e Carlos Augusto danno invece più ampie garanzie a livello fisico-atletico. Sulla destra Pavard e Bisseck sono stati infine oggetto di interessi di mercato: ma il tedesco è ritenuto incedibile, il francese invece no, di fronte a una offerta congrua - l'Inter lo valuta tra i 15 e i 20 milioni - potrebbe partire, finanziando un successivo ingresso.
Ma al di là dei nomi che ora circolano - Oumar Solet dell'Udinese, Loïc Badé del Siviglia, Chalobah del Chelsea - il punto da cui non si può prescindere è questo: solo a fronte di una uscita potrebbe esserci una entrata. Insomma, sostituire e non aggiungere. Ma per sostituire Pavard, il solo che è sul mercato, servirebbe avere una offerta concreta già ora, senza dover arrivare ai convulsi ultimi giorni di agosto e quell'offerta oggi non c'è perché l'unico abboccamento che sinora c'è stato è quello del Galatasaray, club non capace di assecondare le richieste economiche dell'Inter. E quindi, al momento, tutto bloccato. Anche perché l'Inter è ora più concentrata su altri fronti: l'attacco con la questione Lookman e il centrocampo con la necessità di trovare una sistemazione ad Asllani.