Il presidente delle Rondinelle si difende: "Siamo stati truffati tutti. Aiutano la Samp"
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Oggi è il giorno del Brescia davanti al Tribunale nazionale federale, che dovrebbe sanzionare il club lombardo con 4 punti di penalizzazione - e conseguente retrocessione - per non aver "ritualmente assolto agli obblighi di versamento" di Irpef e Inps per quattro mensilità. "Sto male. Mi hanno ammazzato, morirò infangato, vituperato, stuprato - ha detto a riguardo il presidente delle Rondinelle, Massimo Cellino, in un'intervista a La Gazzetta dello Sport - E perché? Perché sono stato truffato. Hanno truffato me, la Covisoc e l’Agenzia delle Entrate. Hanno truffato tutti, siamo tutti vittime e mi dispiace in un modo devastante. Avrei preferito morire sotto una macchina che subire una cosa del genere".
"Temo che la sentenza sia già scritta. Se la Figc fissa la data del playout prima che si possa esprimere un vero tribunale, ma solo dopo le due sentenze dei giudici federali, vuol dire che le cose sono già chiare - ha detto Cellino, che ha spiegato di non sentirsi tutelato - Sento di non avere la possibilità di dimostrare che ho ragione. Abbiamo tutto per provarlo, compresa la comunicazione con la Covisoc che approva l’operazione dopo averci chiesto una serie di documenti come la quietanza dell’Agenzia delle Entrate, e se l’udienza fosse davanti al Tar avrei dormito tutte le notti. Ma sono spaventato da quest’atteggiamento del presidente federale. Questa è ingiustizia sportiva, è una truffa. Il Brescia è vittima e sta subendo un processo ingiusto. È un calcio sporco che con questa vicenda ha perso la poca credibilità che aveva".
Allora perché è successo tutto questo? "Si dice che è stato fatto per dare una possibilità di salvezza alla Samp, che temo sia comunque già fallita. Io non ho prove, ma mi viene da crederci perché non vedo altre motivazioni".
"È giusto che il campionato sia a 20. Con il Brescia - ha aggiunto - E se mi dicessero oggi 'non facciamo il processo e portiamo la B a 22' direi di no, perché non sarebbe giusto, non faccio i comodi miei sui principi in cui credo".
"Brescia è una città distrutta - conclude Cellino, che svela anche che prima di questo caos aveva già venduto il club - A quasi 70 anni vorrei fare un passo indietro, questo mondo che è cambiato, non mi piace più. Avevo persone (Andrea Radrizzani, l’ex socio del Leeds, ndr) interessate all’acquisizione del Brescia, praticamente avevo già venduto. A quattro soldi ma avevo venduto, perché il mio tempo a Brescia era concluso. Questa roba qui ci ha anche bloccato la cessione. Io non ce la faccio più, davvero".