GIRONE D'ANDATA

L’incredibile cammino parallelo di Inter e Juve: la differenza l'ha fatta l'Atalanta

Mai successo che due squadre avessero fatto lo stesso percorso in Serie A a eccezione di una singola partita

di
  • A
  • A
  • A

Non che sia una grande sorpresa. Inter e Juventus erano considerate le favorite già alla vigilia del campionato. Sarebbe stato però complicato pensare a un cammino così dominante e, soprattutto, parallelo. Hanno vinto sempre a parte lo scontro diretto, finito in parità così come le partite contro Bologna e Genoa, a cui, per i bianconeri, si aggiunge lo 0-0 di Bergamo (dove invece i nerazzurri hanno ottenuto i tre punti) e ne hanno persa una sola, entrambe con il Sassuolo

Insomma, i due punti di differenza tra le dominatrici della Serie A arrivano dell'Atalanta. Se ci si pensa fa quasi impressione. Può essere un caso ma Inter e Juve vincono con le stesse squadre (bergamaschi a parte), pareggiano con le medesime avversarie e perdono contro una sola, quel Sassuolo che, tra l'altro, non sta facendo un campionato da incorniciare, perlomeno rispetto agli standard degli ultimi anni.

Qualche caratteristica in comune, le squadre di Inzaghi e Allegri, in effetti ce l'hanno. Il pressing, per esempio, è limitato: praticamente assente nell'Inter, a brevi sprazzi, e anche ad altezze elevate quando c'è, nella Juve. Sanno entrambe difendere bene posizionalmente e ripartire con situazioni quasi codificate, nel caso dei nerazzurri, e più a strappi dei singoli, in casa bianconera. La capolista ha un modo tutto suo di scomporsi e ricomporsi nella sua forma strutturale in fase di costruzione bassa, l'immediata inseguitrice, questa stagione, sta dimostrando di possedere dei piani meno improvvisati in impostazione. I bianconeri possono costruire con la difesa a quattro, con Gatti che si allarga in fascia, a dare il via a rotazioni da quella parte in cui gli interscambi tra McKennie e Cambiaso o Weah sanno generare spazi da liberare e occupare. Dall'altra parte del centrocampo c'è la possibilità di vedere Rabiot attaccare senza palla, con l’ampiezza garantita da Kostic (o Iling-Junior quando entra). Poi ci sono i movimenti delle seconde punte, Chiesa o Yildiz, che partono dal settore mancino, anche in posizione arretrata, per formare una catena esterna con il laterale sinistro e Rabiot. 

Squadre che sanno difendersi molto bene ma che hanno armi per far male in fase offensiva, e non solo per le indubbie capacità dei singoli. Pochi dubbi che la capolista abbia la rosa migliore e possa affidarsi con continuità a un turnover qualitativo, ma l'inseguitrice ha un allenatore capace di far fronte, grazie a un'esperienza unica ad alto livello, a qualsiasi emergenza. La Juve, poi, ha più possibilità di variare in corsa il reparto avanzato, che è invece il vero limite dell'Inter di quest'anno.

I numeri dimostrano che sono le difese migliori (9 gol subiti dai nerazzurri, 12 dai bianconeri), mentre l'attacco è tutto a favore della squadra di Inzaghi con 44 reti fatte, contro le 29 realizzate da quella di Allegri. D'altra parte non si registrano goleade da quelle parti (se si esclude la Salernitana in Coppa Italia) ma sempre vittorie con un gol di scarto, a eccezione di Udine (0-3), Empoli (0-2), Lazio (3-1) e Torino (2-0). La prolificità, insomma, non è l'arma migliore della Juventus che, però, ha il vantaggio di non doversi occupare delle coppe europee a cui, per l’Inter, si aggiunge l'impegno di Supercoppa italiana in Arabia nella nuova versione a quattro squadre. Un'altra sfida che rischia di togliere energie fisiche e mentali alla capolista. 

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti