L'INTERVISTA

Sampdoria, Quagliarella: "A ritirarmi non ci penso proprio"

L'attaccante blucerchiato a Dazn: "Conte? Fa migliorare i giocatori".

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36 anni e 26 reti. Sono questi i numeri che hanno segnato la scorsa stagione di Fabio Quagliarella, di professione bomber: "Diventare capocannoniere a 36 anni è un qualcosa di pazzesco, anche se non vedevo l'ora che finisse una stagione parecchio stressante". Ad appendere le scarpe al chiodo l'attaccante non ci pensa nemmeno: "Dal punto di vista fisico sto bene e il ritiro non l'ho preso in considerazione: scherzando con la mia fidanzata abbiamo detto che sarebbe stato bello chiudere in bellezza, ma la passione per questo sport è troppa e non smetteresti mai"

Con il derby della Madonnina alle porte, Quagliarella parla degli allenatori delle milanesi con cui ha avuto modo di lavorare. Parole d'elogio per Antonio Conte, suo tecnico ai tempi della Juventus: "È uno che sa migliorarti sotto diversi aspetti, soprattutto quello mentale. Lui lo dice subito: se perdo o pareggio non rivolgetemi la parola. È un vincente con la sua metodologia di lavoro che è davvero tosta. Detta sempre i passaggi lasciandosi prendere dall'entusiasmo, gli manca solo il joystick della Playstation. Sono sicuro che l'Inter con lui avrà un ruolo di primo piano quest'anno".

Un stile diverso da quello di Giampaolo, artefice della rinascita di Quagliarella alla Sampdoria: "Era molto introverso, in tre anni avremo parlato cinque o sei volte: lui mi diceva che era tutto perfetto. Nel modo di lavorare è molto simile a Conte: entrambi non lasciano nulla al caso e preparano la gara nei minimi dettagli, in particolare l'approccio iniziale".

L'attaccante ricorda poi i suoi tempi al Napoli: "Da bambino avevo fatto provini per il Napoli... è sempre stato il mio sogno. L'anno in azzurro poi ho giocato bene, sono andato in doppia cifra ed eravamo andati in Europa, quindi non avevo nulla da rimproverarmi, i problemi venivano da fuori dal campo". Una vicenda personale complicata e dolorosa: "Chiamai il mio amico Giulio per raccontargli il mio disagio, non ce la facevo più a causa dello stalker che mi perseguitava. Lui si rivolse a mio padre dicendogli che in me qualcosa non andava. Così papa venne a Castelvolturno e mi tranquillizzò: quella chiacchierata mi diede un po' di serenità. Quel periodo è stato un incubo, quell'uomo aveva deciso di intromettersi nella mia vita per dare fastidio. Ora però mi sto prendendo le soddisfazioni che prima non sono riuscito ad avere".

E sull'idea di chiudere la carriera al Napoli: "Beh sotto il profilo romantico, sarebbe la giusta fine, ma la squadra di Ancelotti sta facendo un percorso con giovani forti, io poi ho la fortuna di essere amato ed essere capitano di una piazza fantastica come la Sampdoria. Ho la fortuna di avere questo amore da due piazze". E a 36 anni fa ancora gol come un ragazzino.

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