A TRIGORIA

Serie A, la Roma è tornata ad allenarsi: "Ecco come gestiremo gli allenamenti"

Manolo Zubiria, chief global sporting officer del club, l'ha spiegato nei dettagli

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Primo giorno di allenamenti per la Roma dopo il via libera alla ripresa degli allenamenti individuali. I giocatori, secondo il protocollo di sicurezza adottato dal club, sono arrivati a Trigoria scaglionati nel corso della mattinata e poi, su ognuno dei campi del centro sportivo, si sono allenati a gruppi di quattro seguiti da un membro dello staff tecnico di Paulo Fonseca. Il lavoro iniziale sarà prevalentemente atletico o individuale, con il pallone al piede per riprendere il contatto. I giocatori che già hanno tastato il terreno di Trigoria sono Pau Lopez, Mancini, Santon, Kolarov, Veretout, Juan Jesus, Ibanez, Smalling, Dzeko, Mkhitaryan, Perotti, Mirante, Pastore, Zappacosta, Fazio, Under e Kluivert. Presente nel centro sportivo anche il ds Petrachi.

I dettagli sull'organizzazione del lavoro li aveva anticipati Manolo Zubiria sul sito ufficiale del club giallorosso: “Ci siamo confrontati con gli esperti del Campus Biomedico per avere quante più informazioni possibili sulle modalità di gestione della prevenzione al Covid-19 e per capire come attuarle anche nel nostro centro sportivo", ha spiegato il chief global sporting officer giallorosso prima di descrivere nel dettaglio il protocollo. “Sono stati predisposti tre gazebo per la misurazione della temperatura e dell’ossimetria alla quale sarà sottoposta ogni persona appena entrerà e uno sarà dedicato solo a squadra e staff tecnico. In questi primi giorni abbiamo iniziato con le visite mediche, senza incrociare mai i calciatori tra loro. C’è stata una presenza molto ridotta a Trigoria, anche mister Fonseca è rimasto a casa, mentre da oggi sarà uno dello staff che seguirà i ragazzi sul campo. In generale, l’ingresso a Trigoria sarà consentito solo alle persone strettamente necessarie”.

Per gestire il lavoro sul campo dei giocatori “li abbiamo divisi in gruppi, che si alterneranno in tre turni nel corso della mattinata. Su ogni campo ci saranno solo quattro calciatori e un membro dello staff tecnico, con un medico e un fisioterapista che saranno a disposizione in caso di necessità, oltre a un portiere che farà un lavoro specifico. Ci saranno più di 10 metri di distanza tra ogni calciatore. Il lavoro sarà prevalentemente atletico o individuale con il pallone al piede per riprendere il contatto. Lo staff presente in campo indosserà la mascherina”.

“I giocatori dovranno arrivare con la mascherina - continua Zubiria - che manterranno fino all’inizio della seduta di lavoro. Misureranno la febbre e l’ossimetria e saranno sottoposti a un questionario di triage anti Covid. Dopodiché saliranno in stanza, dove troveranno il loro cambio nella camera singola e andranno direttamente sul terreno da gioco, mentre lo spogliatoio e altre aree comuni resteranno chiuse. Troveranno a bordocampo gli scarpini e tutto il necessario per l’idratazione durante l’allenamento. Al termine della sessione, usciranno dal campo uno alla volta e torneranno in camera dove si faranno la doccia, dopo aver inserito il materiale che hanno utilizzato nel corso della sessione in una busta che dovranno sigillare”. E dopo la doccia i giocatori “andranno subito a casa, dopo aver ritirato un sacchetto con il pranzo che faremo trovare davanti alla porta di ogni stanza. Non si potrà più fare colazione insieme, né pranzo. In questo periodo, ciascuno farà la colazione a casa propria e il pranzo lo forniremo in un contenitore che è preparato dal nostro nutrizionista, a seconda delle esigenze del singolo giocatore”.

Tutto studiato nei dettagli insomma, ma cosa succederebbe se un giocatore dovesse arrivare al centro sportivo con la temperatura corporea troppo alta? “Se ci troviamo davanti a quella che può sembrare una semplice alterazione legata all’eccessivo caldo, il calciatore verrà messo in una stanza isolata e gli verrà misurata dieci minuti dopo la febbre per una seconda volta. Se si dovesse verificare una temperatura superiore a 37.5, verrà inviato a casa e le sue condizioni saranno seguite a distanza dal nostro staff medico che si atterrà alle linee guida del Ministero della Salute”.

“In questi giorni abbiamo cercato di supportare il più possibile i ragazzi, lavorando a distanza e inviando loro tutti i materiali necessari. Ma poterli far tornare a correre su un campo è molto importante per noi e per loro, mettendo sempre al primo posto la tutela della salute dei nostri calciatori. Tutto questo con un obiettivo: farci trovare pronti quando arriverà il via libera per gli allenamenti collettivi in sicurezza” ha concluso Zubiria.

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