IL PROTAGONISTA

Dybala, toda Joya e tanta bellezza: e a Torino già lo rimpiangono

Un avvio di stagione che mancava dai tempi di Palermo e l'evidente sensazione di una rinascita tecnica e fisica: ecco perché Mourinho ha fatto il colpo dell'anno

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© Getty Images

Un paio di minuti scarsi, il tempo di levarsi la pettorina, entrare in campo e sbattere un sinistro alle spalle dell'incolpevole e un po' attonito Hazard. La stella di Paulo Dybala, precocemente considerata cadente, è tornata a brillare come ai bei tempi che furono grazie all'entusiasmo ritrovato a Roma e a una condizione fisica che, finalmente, ha ripreso a sostenerlo. Sulla questione tecnica non c'era e non c'è molto da dire: che l'argentino fosse di una categoria superiore alla media era chiaro allora come lo è oggi e la giocata con cui ha tolto il tappo al match di ieri contro l'Helsinki non è che l'ultima dimostrazione del tuo indiscutibile talento. Che però Dybala potesse tornare a essere così pimpante era più complicato immaginarselo. Anche perché, oscuratosi all'ombra di Ronaldo, sembrava essere definitivamente entrato in un vicolo depressivo che ne stava minando la carriera. 

Fatto sta che dal pianto nel giorno dell'addio alla Juve ai sorrisi replicati in serie di questa prima parte di stagione romanista, il passo è stato breve pur allargando una distanza cosmica tra il Dybala spento degli ultimi due anni a quello on fire di oggi. Il punto di rottura è probabilmente mentale, come mentali sembravano a un certo punto essere tutti i problemi fisici patiti dall'argentino. Paulo oggi sta bene, è felice e si vede, gioca con serenità e sentendosi addosso la fiducia incondizionata di Mourinho e di tutta Roma, che lo ama come se fosse stato lì da sempre. Condizione che, per un giocatore che semmai difettava in personalità, è ideale per rendere al meglio. E il meglio, fin qui, è stata una serie di prestazioni positive condita da 4 gol e 2 assist in otto presenze tra campionato e coppa. 

Ovviamente nella rinascita di Dybala c'è anche la mano di Mou. Non solo per la capacità, quasi unica, del tecnico portoghese di motivare i suoi giocatori. Ma anche, se non in particolare, per la gestione della sua posizione in campo e per la libertà di azione che il modulo dei giallorossi gli concede. Quindi non più, come negli ultimi anni, un talento relegato sulla fascia destra con possibilità di inserimento centrale, ma un trequartista puro, chiamato solo a trovarsi la miglior collocazione tra le linee per ricevere il pallone e innescare la manovra offensiva.  

I numeri dell'argentino non dicono tutto ma non mentono: da quando è alla Roma, Dybala ha la miglior media assist sui 90 minuti (0.3) e la media più alta di occasioni pericolose create dagli esordi italiani con il Palermo a oggi (3.84). La media minuti/gol è la terza migliore di sempre (153 contro i 130 della sua migliore stagione juventina, il 2017/18, condita allora da 26 gol), ma soprattutto è fermo a zero partite saltate contro le 26 del 2020/21 e le 13 dell'anno scorso. Vale a dire, ha ritrovato quella continuità che mancava e per cui la Juve ha probabilmente deciso di liberarsene. Per la gioia della Roma, che si è portato a casa a zero un campione di nuovo in stato di grazia e per la disperazioni della maggior parte dei tifosi juventini, già poco felici allora di perderlo e giustificatamente disperati oggi alla luce di quanto la Joya sta facendo alla Roma. 

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