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L'ANALISI

Di Lorenzo non supera l'esame di inglese, ma il Napoli è squadra vera: Conte può pensare positivo

L'espulsione di Di Lorenzo ha condizionato la trasferta di Manchester, ma per un'ora gli azzurri hanno retto l'urto con il City anche in inferiorità numerica

19 Set 2025 - 07:58

Tifosi e Antonio Conte sicuramente avrebbero sognato un ritorno diverso in Champions League, ma uscire indenni dalla trasferta contro il Manchester City è sempre dura, farlo giocando con un uomo in meno per settanta minuti abbondanti di gioco è praticamente impossibile. Se l'esame europeo del Napoli non può dirsi superato vista la sconfitta 2-0 maturata all'Etihad, in cui la differenza tecnica in campo è apparsa evidente, la serata inglese degli uomini di Conte non è stata completamente da buttare. Se è vero che nei bagagli imbarcati sul volo di ritorno non sono stati inseriti punti, lasciati tutti e tre alla squadra di casa, il tecnico salentino può in qualche modo dirsi soddisfatto della prova difensiva messa in mostra dai suoi per un'ora di gioco.

Non solo le parate di Milinkovic-Savic, attento e preciso anche oltre le aspettative e in piena scalata nelle gerarchie tra i pali, ma anche una dedizione e attenzione nel contrastare il Manchester City in inferiorità numerica che hanno creato non pochi grattacapi ai talenti di Guardiola. Per sbloccare il match, infatti, i Citizens hanno dovuto pescare nel cilindro del talento di Foden e Doku le giocate decisive che hanno segnato la partita. Fino ad allora invece il Napoli era riuscito a limitare le giocate degli inglesi, concedendo qualcosa - certamente - ma senza mai andare in apnea. Anzi, in parità numerica proprio la formazione di Conte aveva dato l'impressione di aver studiato al meglio il modo per colpire gli avversari in ripartenza. Tutto cambiato dall'espulsione di Di Lorenzo, sacrosanta e frutto di un errore di valutazione in chiusura, ma comunque impattante anche nelle analisi della contesa.

Napoli, il ritorno di KDB a Manchester dura solo 26’

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E allora Conte e il Napoli ripartano da quei venti minuti di personalità, di concentrazione, di convinzione. Con un De Bruyne in più in mezzo al campo, costretto da logiche tattiche al cambio decisamente anticipato rispetto ai piani proprio per via dell'espulsione. Ma con l'impegno e l'applicazione dei veterani Politano e Lobotka, in un format allargato che dà più opportunità a tutti, nulla è compromesso.

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