Brasile, Allan sulla convocazione: "Qui grazie alle mie prestazioni col Napoli, devo tanto a Sarri e Ancelotti"

Il centrocampista azzurro spiega anche cosa c'era di vero nell'ipotesi Italia: "L'ho saputo da internet, ma la Figc non mi ha mai chiamato"

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Allan Marques Loureiro ha realizzato un sogno, la prima convocazione con il Brasile per le amichevoli del 16 e 20 novembre contro Uruguay e Camerun. Il centrocampista è talmente eccitato da questa chiamata che è arrivato per primo, anticipando anche Tite, nel ritiro a Londra della Seleçao. E sa cosa ha convinto il ct verdeoro e il soprattutto suo assistente Sylvinho, che ha avuto modo di incontrare più volte: "L'ho affrontato quando era l'aiutante di Mancini all'Inter, è un grande e sono felice che mi abbia seguito da vicino. Credo che questo sia il momento migliore della mia carriera, perché ho giocato grandi partite con il Napoli. Dopo sette anni in Italia sono maturato tantissimo superando anche dei momenti difficili. Sono un altro rispetto a quando ho lasciato il Brasile", ha riconosciuto Allan.

In verdeoro grazie all'azzurro, quindi, ma quanto è vero che avrebbe potuto vestire l'azzurro dell'Italia? La risposta è stata chiarissima: "Ho letto di questa cosa su internet, ma vi garantisco che non ho avuto contatti, e che nessuno della Federazione italiana ha mai parlato con me". D'altronde, la priorità è sempre stata un'altra: "Negli ultimi tempi a ogni convocazione della Seleçao speravo di far parte della lista, e provavo un grande senso di attesa. Poi rimanevo triste non vedendo il mio nome, però mi dicevo che il Brasile ha tanti giocatori di qualità sparsi per il mondo e che quindi per realizzare il mio sogno avrei dovuto dare ancora di più. Quando finalmente ho visto il mio nome nell'elenco dei convocati, ho festeggiato a lungo con la mia famiglia. Ho realizzato la massima aspirazione di ogni giocatore. Ora spero che sia anche un punto di partenza", ha spiegato col sorriso.  

Dopo l'esperienza nel Vasco da Gama, Allan è andato via da 6 anni e mezzo e non tutti i suoi compagni di squadra si ricordavano di lui, prima che l'eco delle sue gesta nel Napoli arrivasse fino in patria, al punto da fargli meritare la convocazione. Merito certamente suo, ma anche dei suoi allenatori che hanno esaltato le sue caratteristiche: "Con Sarri giocavamo con il 4-3-3 e io facevo l'intermedio di destra. Adesso invece, con Ancelotti, facciamo il 4-4-2 con due mezzali. Ma ciò che davvero conta è dare sempre il massimo, non importa in che ruolo o con quale modulo". E non poteva mancare un giudizio sui due tecnici, anche dal punto di vista extracalcistico: "Ancelotti è una persona meravigliosa, un allenatore con il quale a ogni calciatore piacerebbe lavorare. È intelligente, tranquillo, tenta sempre di aiutarci e senza mai gridare. Il gruppo è tutto dalla sua parte. Sarri è più chiuso e un po' agitato, ma tutti e due sono persone stupende che mi hanno aiutato tanto".

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