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RIPRESA

Ripresa, Pioli chiede chiarezza: "Servono date precise. Ibra sta benissimo"

Il tecnico del Milan: "Meglio sapere prima possibile se si ricomincia"

30 Apr 2020 - 19:05
 © ipp

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Il calcio italiano è in attesa delle decisioni del governo sulla ripresa e Stefano Pioli chiede chiarezza. "Capisco chiaramente la difficoltà del momento, ci mancherebbe altro - ha spiegato il tecnico del Milan durante una diretta Instagram -. Ma nella nostra posizione poter sapere con un po' più di precisione quando e se ci sarà la ripresa degli allenamenti e del campionato sarebbe meglio per poter programmare meglio il nostro lavoro". 

"Il nostro compito in questo frangente è sicuramente delicato e particolare, visto il momento che stiamo tutti vivendo - ha aggiunto Pioli -. Proviamo comunque a mantenere alta la concentrazione e la motivazione, cercando anche di far sentire la squadra il più vicino possibile". "Cerchiamo di stare insieme e vederci quasi tutti i giorni, facendo un po' di allenamento e cercando di rimanere mentalmente concentrati sul nostro lavoro, sperando di poterlo riprendere", ha proseguito.

"Avere delle date più precise sarebbe meglio - ha aggiunto il tecnico rossonero parlando su Instagram ancora della situazione del calcio italiano insieme a Pasquale Gravina, ex campione di pallavolo -. Ci auguriamo che questo possa accadere".

Poi una battuta sulle condizioni di Ibrahimovic. "Zlatan? L'ho sentito, sta benissimo", ha spiegato il tecnico rossonero, che poi ha parlato anche di come si riconosce e si allena il talento. "Il talento credo sia un'abilità innata. Ci son delle persone che nascono con un talento in varie discipline o situazioni - ha spiegato -. Per me non è difficile riconoscere il talento. Chi lo possiede fa diventare semplici situazioni che per gli altri sono difficili". "Il talento è assolutamente migliorabile e allenabile. Faccio l'esempio di Federer: è nato con quel talento e quella sensibilità, ma allenandosi tutti i giorni costantemente ha avuto la possibilità di diventare probabilmente il più grande giocatore di tennis di tutti i tempi", ha aggiunto Pioli. "Abbiamo visto anche talenti sprecati, magari per mancanza di sacrificio e voglia di allenare quel talento - ha continuato il tecnico rossonero -. Io ho allenato Klose, che è il giocatore che ha segnato più gol nei mondiali di calcio. Anche lo stesso Ibra mi dice che l'unico obiettivo è quello di migliorare la propria performance e tutto è finalizzato a quello".

Ibra segna anche in quarantena

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Ma i giocatori non sono l'unica componente per avere una squadra vincente. "La società dev'essere forte, organizzata e compatta, con un top management sempre pronto a trovare soluzioni e a non dare problemi - ha precisato Pioli -. La squadra deve avere dei valori tecnici importanti e, soprattutto, di personalità". "Vincono le squadre dove ci sono giocatori non facili da allenare, ma con grande personalità - ha aggiunto -. Poi chiaramente serve un allenatore capace di gestire uno spogliatoio non semplice. Non credo che sia una sola di queste componenti a creare una mentalità vincente".

"Il calcio attuale è molto cambiato rispetto al passato. E' cambiata la metodologia di lavoro e di preparazione alla partita, che è sicuramente più curata anche grazie alle tecnologie a disposizione - ha spiegato Pioli -. Le strategie sono molto più approfondite e le squadre sono più preparate". "E' aumentata la velocità di gioco. Io quando giocavo, ho cominciato a lavorare quasi sempre a secco, invece adesso con il mio staff lavoriamo tanto con il pallone - ha continuato -. Gli spazi sono cambiati, adesso hai pochi istanti per leggere la situazione e interpretarla. Molto credo sia dovuto anche al fatto che noi allenatori abbiamo sempre voluto migliorarci e aggiornarci". 

"Credo che sia molto importante essere consapevoli di dove si vada a lavorare, conoscere la storia, le abitudini, lo stile, la filosofia del club e le caratteristiche della personalità del top management con cui vai a lavorare - ha aggiunto Pioli -. Credo di avere flessibilità, però al tempo stesso credo che uno debba portare i propri principi, i propri concetti e il proprio metodo di lavoro, perchè il club se ti ha scelto, ha scelto te anche per le caratteristiche che hai". "Mi è capitato in passato di rifiutare proposte perchè avevo capito che non c'era sintonia su quello che volevano fare e come, pur essendo buone proposte - ha aggiunto -. Sono loro che cercano me, quindi una volta che vengo cercato, porto il mio modo di essere o di fare".

"Per quanto mi riguarda l'aspetto più importante è entrare nella testa dei giocatori, l'aspetto psicologico è determinante - ha raccontato il tecnico rossonero -. Conoscere e trovare la chiave di accesso per ognuno di loro. Spesso ci sono riuscito e qualche volta no. Quando non riesci, non fai presa e i risultati non riesci ad ottenerli. E' il lato che mi piace di più di quando alleno e quello a cui dedico più tempo".

Infine qualche considerazione sul futuro: "Mi piacerebbe tornare alla normalità. Ho una gran bella famiglia e un lavoro che è la mia passione. Spero di tornare il prima possibile a questa normalità, che spesso si dà per scontata ma che scontata non è".

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