Il tecnico rossonero: "La gara è stata decisa da un fenomeno come Higuain"
I sassolini che aspettava di levarsi dalle scarpe restano lì, pesanti come i tre punti persi nell'ennesimo scontro diretto lasciato all'avversario. Vincenzo Montella non indietreggia di un passo. Sorride, come sempre, anche se la linea di nervosismo non la nasconde più: "Se mi aspetto nuovi spifferi dopo questa sconfitta? No, mi aspetto di trovare le motivazioni insieme ai ragazzi per vincere le prossime gare". Intanto però deve analizzare il ko contro la Juve. E dice: "Abbiamo giocato alla pari, l'ha decisa un fenomeno". Higuain, certo, che - spiega l'Aeroplanino - "ha fatto due gol pazzeschi, si è girato in un fazzoletto ed è stato bravissimo. A volte bisogna fare i complimenti anche agli avversari, ha fatto due gol da fenomeno. Di Higuain non ne esistono tanti e non in tanti si possono permettere giocatori come lui".
Tutto vero. Poi gli fanno notare che il Milan ha fatto una campagna acquisti importante e lui asserisce. Gli chiedono se c'è qualche problema "altro" nel preparare le partite contro le grandi squadre - tutte perse, mica per altro -, e lui dà la sua versione dei fatti. Un po' debole, certamente molto privata. Difficilmente condivisibile. Eccola: "Noi siamo una squadra completamente ristrutturata e a parte il quarto d’ora con la Lazio, dove abbiamo preso quattro gol, le altre sono state tutte sfide alla pari. Ma questa è solo una magra consolazione, dobbiamo essere più risolutivi perché gli avversari non ti perdonano e sono cinici".
Magra consolazione, questo è sicuro, soprattutto per il largo popolo milanista. Sempre meno felice di vedere Montella al suo posto e sempre più convinto che serva un cambio in panchina. E un cambio di rotta. Per quel che vale il rumore dei social, trattasi di plebiscito. Di un plebiscito anti-Montella. Lui però tiene la barra a dritta e la butta sui numeri: "Abbiamo creato almeno quanto la Juve, abbiamo tirato in porta anche da dentro l’aerea visto che ci dicono che tiriamo solo da fuori, ma poi la Juve è stata più brava, complimenti a loro: hanno tanti giocatori che possono risolvere le partite". Solo che, dato che di numeri si parla, allora, forse, varrebbe la pena ricordargli che in quattro scontri diretti - Lazio, Roma, Inter e Juve -, tutti persi, il suo Milan ha fatto solo tre gol, subendone 11. E' questa la distanza? "Ci vuole coraggio e abitudine a giocare queste sfide, nella preparazione di queste partite si perdono molte energie nervose e forse abbiamo pagato un pochino anche questo", dice. Sarà. Eppure la squadra è sembrata ancora svuotata. Un buon inizio, un gol subito e addio. Giù il sipario.
Se poi proprio non si vuole pensare a un cambio, forse sarà il caso di pensare a scelte difficili e impopolari: "Perché Biglia e non Montolivo? E’ una scelta come tante. Montolivo è un ottimo giocatore, era infortunato e sta ritrovando la miglior condizione". E' una risposta come tante. Ma quella che conta è dentro il campo. E' quella del campo.