Gattuso: "Abbiamo toccato il fondo"

Il tecnico rossonero: "Niente giorni liberi? E' il minimo e se a qualcuno non ne è piaciuto, me ne sbatto"

  • A
  • A
  • A

E' un fiume in piena Rino Gattuso alla vigilia della sfida contro il Bologna. "Col Benevento abbiamo toccato il fondo - ha spiegato - Non era corretto lasciare ai ragazzi i giorni liberi. Se a qualcuno non è piaciuto me ne sbatto. Sono incazzato, sono 40 giorni che non si vince. Le chiacchiere stanno a zero. Farci male da soli non porta a nulla. Gli alibi non servono a nulla. Siamo tutti responsabili. Non vengo a Milanello a pettinare le bambole".

La settimana post Benevento.
"Dopo il Benevento non c'è stato nessuno confronto. Abbiamo toccato il fondo, ora ci assumiamo le nostre responsabilità e non era corretto lasciar loro i giorni liberi. Anche io avevo già pronti due giorni di vacanza in Spagna con la famiglia, ho strappato i biglietti e sono rimasto qua a lavorare con i miei ragazzi. Ad alcuni è piaciuto e ad altri meno, ma me ne sbatto. Nemmeno a mia moglie è piaciuto".

Quanto è stata importante la presenza della società a Milanello.
"Era il minimo che fossero con noi. Come mi gioco io il posto, tutti si giocano qualcosa. Giocatori, dirigenti e allenatore. E' stato giusto che Fassone e Mirabelli ci siano stati vicini e abbiano illustrato i vari scenari".

Con il Bologna serve una reazione.
"Dopo il Benevento ho detto di non aver visto l'anima e si vedeva che l'interpretazione era pessima, giocavamo da singoli e non da squadra. Da mesi vi dico che questa squadra se non gioca in certi modi, fatica contro chiunque. Siccome i giornalisti li fate voi, sto dicendo cose giuste o sbagliate? È vero che siamo quelli che hanno giocato di più e non sentiamo al top, ma stando organizzati bisogna capire i pericoli. Serve organizzazione, quando abbiamo giocato con umiltà abbiamo sempre fatto grandi cose. Se iniziamo a pensare che siamo fenomeni, senza anima e senza voglia, facciamo queste figure. E la cosa che più mi fa incazzare è che questi segnali negativi in allenamento non ci sono, poi in partita appaiono. Noi siamo forti, ci manca qualcosa per crescere ulteriormente, ma siamo giovanissimi e possiamo aprire un ciclo se becchiamo quelle tre o quattro scelte corrette. Serve cambiare in testa, parte tutto dalla testa e dalla mentalità. Ora ci manca questo".

Li vedi bene in allenamento, poi in partita no. Come mai?
"Noi non ci dobbiamo adattare a nessun avversario, dobbiamo giocare al nostro modo senza subire. Con 4-5 passaggi ci arrivano in porta, dobbiamo giocare da squadra, coprire bene il campo come sappiamo fare. E' tutto nella testa, se non concedi un tiro a Higuain e poi cali con i giocatori normali è allora una questione di mentalità, di testa. Gli ultimi anni del Milan non si è mai vinto nel mese di aprile, ma a me non interessa. Troppo facile dire che è sempre stato così, un alibi, io invece la mia faccia ce la metto, il mio bel faccione grosso. E tutti dobbiamo mettercela".

Al Milan è un susseguirsi di indiscrezioni che probabilmente destabilizzano.
"Per la cosa di Mirabelli, è già stato tranquillizzato. Massimiliano ha fatto grandissime cose e non è tutto da buttare, sono solo chiacchiere da bar. Il problema però è che appena finisce la storia di Max inizia subito un'altra accusa, poi un'altra ancora, poi un'altra nuovamente. Ecco perché non voglio leggere nulla, lavoro e guardo negli occhi tutta la gente che lavora con me. Io ora voglio solo riportare il club dove merita, a volte non so nemmeno da dove cominciare ma ci voglio provare e voglio farcela. Se prosegue sempre così però è difficile, quando vincevamo eravamo tutti Brad Pitt mentre ora siamo tutti dei mostri. Potrei stare qua e parlare di alibi ma non funziona così con me, non dobbiamo farci riempire la testa con tutti gli spifferi. Abbiamo solo il dovere di far parlare il campo, e quando peggiorano i risultati diamo forza a chi non ci vuole più".

Dopo una grande rincorsa, il Milan è crollato
"Un calo è fisiologico in mezzo a quello che abbiamo fatto. Il problema è che ora non abbiamo tempo di pensare, star lì a guardarci intorno e fare gli esperimenti. Noi siamo in mezzo alla lotta, non possiamo staccare la spina. Magari a livello fisico soffriamo un po', ma sulla carta abbiamo dati migliorati anche rispetto ad un mese fa. E questo non basta, allenarsi solo bene è poco e bisogna capire i compagni e vedere l'occhio della tigre nel volto di tutti. Oggi il problema non è l'allenamento, questa squadra è viva, serve tornare a vincere e abbiamo le motivazioni. Se penso ai tanti pareggi, con un filo di fortuna e cinismo in più avremmo vinto. Ma ci sono sempre i se e i ma in mezzo, o 'ci manca poco', vuol dire che dobbiamo crescere in tutto, io incluso".

Cosa intendi 'andare avanti cosìè difficile'?
"Non è questione di pressione, chi allena il Milan ha sempre pressione. Dico solo che qualche giocatore dovrebbe dire qualche parolina in meno, così qualche dirigente e così anche l'allenatore. Le chiacchiere stanno a zero. Farci male da soli non porta a nulla. Gli alibi non servono a nulla. Ognuno di noi ha delle responsabilità".

Contro il Bologna rientra Calhanoglu.
"Hakan ha caratteristiche uniche, nessuno ha ciò che ha lui. Il problema è che in queste settimane ha avuto qualche problema, si è allenato in questi giorni e ci darà una mano. Ma non ho bisogno di ritrovare Hakan, ho bisogno di ritrovare tutta la squadra. Voglio vedere quei ragazzi che mi hanno permesso di rivedere grandi prestazioni, hanno capito l'errore e non dobbiamo dimenticarcelo. Anche i qualitativi devono mettersi a disposizione degli altri, da soli non fanno niente".

Il problema è che c'è un Milan che affonta le grandi in un certo modo e un Milan che affonta le squadre che si chiudono.
"Secondo voi contro il Benevento, all'inizio, non abbiamo fatto come contro il Napoli? Abbiamo portato la stessa pressione che contro Sarri, abbiamo fatto 42 cross in una partita senza mai prenderla di testa. Non abbiamo mai attaccato il primo palo. Le migliori gare le abbiamo fatte chiudendo e affrontando in velocità, ma ora abbiamo cambiato e stiamo partendo dal basso e lavorando sulle catene. Il problema è che davanti facciamo il solletico agli avversari, ma è da due mesi che giochiamo bene a calcio".

Hai trasmesso questa tua rabbia anche ai giocatori.
"Tu che ne dici? Secondo te a Milanello pettino le bambole? Si vede dalla prestazione di domani se sono incazzati o no? Rispondetemi".

Ti vedo deluso dalla squadra
"Non sono deluso, sono incazzato. Sono 40 giorni che non si vince, e venire qua con la faccia da ebete, col sorrisino, sarebbe irrispettoso per tutti e anche per il mio lavoro. Non posso venire qui a raccontare barzellette. I ragazzi arrabbiati perché non gli ho dato due giorni liberi? E' il minimo. Per cosa dovrei essere deluso? Forse di me stesso che non sono stato bravo abbastanza ma serve vincere tutte le gare". 

Che partita sarà con il Bologna?
"Una gara come quella con il Torino, una squadra un po' meno tignosa che davanti ha grandissime qualità. Sarà difficile per noi, mi fa paura la loro spensieratezza, non hanno stress e pressione. Il pallone pesa meno e la testa è più libera".

Perché si fatica contro le squadre che retrocedono a fine stagione?
"Ecco, poi ditemi perché sono incazzato. Le motivazioni sono queste, sono incazzato perché non è un caso questa roba qua. Contro le big facciamo bene e con le piccole fatichiamo perché è ragione di testa, perché se Mertens non calcia mai significa che scarsi non siamo. Però passa tutto dalla testa e dalla mentalità, togliere i giorni di riposo era il minimo".

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 commenti