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Milan, Fassone: Verona? Umiliazione

"Il ritiro? Questo gruppo ha bisogno di capire il valore di essere in questa società"

19 Dic 2017 - 21:03

La decisione del ritiro al Milan è stata spiegata da Marco Fassone. "Ci siamo scambiati delle idee e abbiamo ritenuto che non ci fossero le condizioni giuste per ritrovarci a festeggiare. Quindi abbiamo pensato a questi giorni prima dell'Atalanta, per parlarci, scoprire cosa non va e risolvere i problemi. Perchè questo gruppo ha bisogno di capire il valore di essere Milan. L'abbiamo vissuta come un'umiliazione che non deve più succedere", ha detto.

"Abbiamo lasciato passare la serata di domenica. C'è stato un momento di grande depressione, pensavamo ci fosse lo spirito giusto. Eravamo preparati e convinti che potessimo svoltare. Abbiamo avuto la possibilità di stare insieme nella tournèe di quest'estate, ma erano momenti di euforia, anche eccessiva a posteriori. E' un Natale strano, di lavoro. E' la prima volta che non ci si ferma a livello di calendario. La peculiarità delle cose ci ha fatto pensare sia stato giusto stare insieme", ha aggiunto.

Un po' di sereno su Donnarumma? "Il suo post su Instagram di alcuni giorni fa mi ha rassicurato".

Sul possibile ritorno di Kakà: "Chi lo sa? Io mi sento un po' un intruso sentendo i racconti di tutte queste favole milaniste. Io l'ho conosciuto un po' meglio 15 giorni fa. Ho speso un'oretta con lui e suo papà. Ci siamo scambiati un po' di idee su quello che lui intende come il suo di futuro e su quello che noi vediamo come futuro del Milan e lui si è preso questo mese per decidere cosa fare. Sicuramente prima di Natale credo che ci sarà la possibilità di sentirsi, non solo per scambiarsi gli auguri, ma anche per vedere se le favole durano, continuano, finiscono o, magari ritorneranno. Quindi tra poco ne sapremo di più. Posso immaginare la gioia che proverebbero i tifosi rossoneri, qualcosa avevo visto anche io".

Su San Siro: "Sono molto combattuto e spero che nel momento in cui si dovranno prendere delle decisioni saranno illuminate. San Siro è fantastico, un simbolo, un'icona, qualcosa che mi emoziona. E' un orgoglio per i milanisti. Ciò non toglie che siamo in un calcio moderno, in cui lo stadio assume un ruolo fondamentale per una ragione sportiva, ma anche economica e finanziaria. Il nostro stadio, oggi così com'è, non ci permette di essere competitivi e quindi dobbiamo studiare cosa fare per permettere di competere, che sia San Siro o meno. Faremo dei ragionamenti consci che San Siro sia casa nostra".

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